Per Ferraro non ci sono solo le lapidi come esempio di memoria negata

“San Miniato in questi giorni di infuocate polemiche ideologiche conferma ancora una volta di essere una strana città, anzi una città fuori dal tempo”. A dirlo è Roberto Ferraro responsabile del nuovo centro destra do San Miniato.

” Sulla questione delle due lapidi infatti Ferraro punta il dito sul nascituro museo della Memoria annunciato qualche mese fa dal sindaco Gabbanini. “Stupiscono le attuali polemiche – continua Ferraro – . La volontà di dare vita a questo museo della memoria era nota da mesi. Che senso hanno oggi le attuali polemiche, le richieste di approfondimenti, la voglia di non arrendersi alla realtà, i se e i ma fuori tempo. Forse qualcuno pensava che l’annuncio fatto dal Sindaco sei mesi fa era un pesce d’aprile o peggio che il cosiddetto “museo della memoria” sarebbe stato realizzato direttamente sulla facciata del palazzo comunale con una ardita opera di ingegno architettonico?”
Non solo Ferraro aggiunge: “Se poi vogliamo dire la verità fino in fondo, il sindaco avrebbe dovuto togliere solo una lapide dalla facciata del palazzo comunale. Quella redatta nell’immediato dopoguerra che riporta una odiosa e incredibile menzogna e cioè che l’eccidio di San Miniato fu sollecitato dal Vescovo. In questi giorni San Miniato conferma di essere una strana città. Una città dove il tempo non passa mai, dove polemiche vecchie quasi un secolo continuano ad eccitare gli animi e i muscoli. Una strana città – dice ancora Ferraro – dove un faro a ricordo dei militari morti nella prima guerra mondiale, frutto di una sottoscrizione cittadina che ebbe luogo novanta anni fa, viene messo al bando perché additato quale strumento della propaganda fascista. Ragionamento insensato, ma giustificato solo dal fatto che dal faro effettivamente potrebbe scaturire un poderoso “fascio” di luce. Speriamo – continua con ironia l’esponente politico di centrodestra – comunque che i duri e puri democratici non vengano a conoscenza che gli splendidi affreschi che ornano la sala del consiglio comunale di San Miniato furono dipinti in epoca fascista e voluti dal Podestà, altrimenti rischiamo di vederli coperti con una bella mano di vernice, magari rossa. Una strana città dove le strade intitolate ai Martiri delle foibe e al carabiniere eroe Salvo D’Acquisto – gente che evidentemente non scelse la “parte giusta” – si trovano in località assolutamente e vergognosamente marginali e senza che in esse vi sia alcun numero civico. Una strana città – conclude Ferraro – dove per anni, con orgoglio, si sono intrecciati scambi culturali con una delle ultime dittature comuniste del mondo, come se Cuba fosse la culla della civiltà e della democrazia. Questa è San Miniato oggi. Una città che da anni arranca, affogando in inutili polemiche. Forse anche per questo la città fa fatica a trovare nuovi stimoli e nuove soluzioni per il suo rilancio”.

San Miniato in questi giorni di infuocate polemiche ideologiche conferma ancora una volta di essere una strana città, anzi una città fuori dal tempo”. A Dirlo è Roberto Ferraro responsabile del nuovo centro destra do San Miniato. “ Sulla questione delle due lapidi infatti Ferraro punta il dito sul nascituro museo della Memoria annunciato qualche mese fa dal sindaco Gabbanini. “Stupiscono le attuali polemiche – continua Ferraro – . La volontà di dare vita a questo museo della memoria era nota da mesi. Che senso hanno oggi le attuali polemiche, le richieste di approfondimenti, la voglia di non arrendersi alla realtà, i se e i ma fuori tempo. Forse qualcuno pensava che l’annuncio fatto dal Sindaco sei mesi fa era un pesce d’aprile o peggio che il cosiddetto “museo della memoria” sarebbe stato realizzato direttamente sulla facciata del palazzo comunale con una ardita opera di ingegno architettonico?”

Non solo Ferraro aggiunge: “Se poi vogliamo dire la verità fino in fondo, il sindaco avrebbe dovuto togliere solo una lapide dalla facciata del palazzo comunale. Quella redatta nell’immediato dopoguerra che riporta una odiosa e incredibile menzogna e cioè che l’eccidio di San Miniato fu sollecitato dal Vescovo. In questi giorni San Miniato conferma di essere una strana città. Una città dove il tempo non passa mai, dove polemiche vecchie quasi un secolo continuano ad eccitare gli animi e i muscoli. Una strana città – dice ancora Ferraro – dove un faro a ricordo dei militari morti nella prima guerra mondiale, frutto di una sottoscrizione cittadina che ebbe luogo novanta anni fa, viene messo al bando perché additato quale strumento della propaganda fascista. Ragionamento insensato, ma giustificato solo dal fatto che dal faro effettivamente potrebbe scaturire un poderoso “fascio” di luce. Speriamo – continua con ironia l’esponente politico di centrodestra – comunque che i duri e puri democratici non vengano a conoscenza che gli splendidi affreschi che ornano la sala del consiglio comunale di San Miniato furono dipinti in epoca fascista e voluti dal Podestà, altrimenti rischiamo di vederli coperti con una bella mano di vernice, magari rossa. Una strana città dove le strade intitolate ai Martiri delle foibe e al carabiniere eroe Salvo D’Acquisto – gente che evidentemente non scelse la “parte giusta” – si trovano in località assolutamente e vergognosamente marginali e senza che in esse vi sia alcun numero civico. Una strana città – conclude Ferraro – dove per anni, con orgoglio, si sono intrecciati scambi culturali con una delle ultime dittature comuniste del mondo, come se Cuba fosse la culla della civiltà e della democrazia. Questa è San Miniato oggi. Una città che da anni arranca, affogando in inutili polemiche. Forse anche per questo la città fa fatica a trovare nuovi stimoli e nuove soluzioni per il suo rilancio”.

 

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