Prodotti riciclabili e raccolta differenziata: la sagra a 5 stelle

Insegnare la raccolta differenziata e le buone pratiche ambientali durante i momenti di socializzazione. Che, con l’estate in arrivo, sono destinati ad aumentare.

Questa è l’idea degli esponenti del Movimento 5 Stelle di Santa Maria a Monte che hanno proposto all’amministrazione comunale e agli organizzatori delle molte manifestazioni estive del territorio come le sagre di adottare una serie di comportamenti virtuosi attraverso una mozione depositata in comune. “In pratica – dicono dall’M5S – proponiamo di ridurre la quantità dei rifiuti avviati a smaltimento indifferenziato e di minimizzare gli impatti ambientali che sagre e feste hanno sul territorio effettuando da parte dell’amministrazione comunale e degli organizzatori una comunicazione ambientale verso tutti i cittadini partecipanti a tali manifestazioni. Per il raggiungimento dei suddetti obiettivi e di un miglior utilizzo delle pratiche di riciclo – dicono gli esponenti del Movimento 5 stelle -, con un’istanza cittadina presentata in comune mercoledì 8 aprile abbiamo chiesto, alla giunta Parrella, che durante feste e sagre, vengano utilizzate: stoviglie e posate biodegradabili (soltanto qualora non si adottino quelle riutilizzabili che devono rappresentare la prima scelta), contenitori adatti per una raccolta differenziata delle frazioni tradizionali (plastica, vetro, carta e cartone,lattine…) e degli oli usati contenitori adatti per la raccolta differenziata degli avanzi alimentari (umido). E infine ci sia un recupero dei prodotti rimasti invenduti o scartati per ridistribuirli gratuitamente alle categorie di cittadini al di sotto del reddito minimo di sussistenza. Abbiamo poi chiesto – cotinuano i 5 stelle – anche di bandire da tutto il territorio l’olio di palma durante qualsiasi evento, in considerazione del fatto che l’olio di palma, prodotto nelle zone vicino all’equatore è sinonimo di disastro ecologico e conflitti sociali; queste grandi estensioni di monocolture causano anche la distruzione pressoché totale della biodiversità e degli habitat dove vivono specie animali in via di estinzione e che la continua espansione di questo tipo di colture genera conflitti di proprietà o di sussistenza per le popolazioni locali, oltre a favorire malattie cardiovascolari (infarti e ictus) e penalizzare fortemente il mercato italiano degli olii” .

 

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