25 aprile, il comitato Parri abbandona le celebrazioni – Ft foto

70 anni dalla liberazione, e un 25 aprile in cui la questione della memoria continua a dividere su responsabilità e colpe e metodi di tramandarla.

A San Miniato, dove il sindaco Vittorio Gabbanini, al centro delle polemiche dopo che ha deciso di rimuovere le lapidi sull’eccidio del duomo, non ha potuto partecipare alle celebrazioni perché costretto in un letto di ospedale, la frattura tra i sostenitori delle lapidi davanti al municipio e l’amministrazione comunale si è riproposta anche durante le celebrazioni in piazza Duomo, il consigliere comunale Laura Cavallini e altri vicini alle idee del Comitato Parri che si contesta la rimozione delle lapidi, infatti appena il presidente del consiglio comunale Simone Giglioli ha preso la parola hanno lasciato la manifestazione, dopo però aver partecipato al corteo. Una festa della Liberazione che dimostra che la lacerazione sulla memoria storica dell’eccidio del Duomo è ancora ben viva e che la vicenda della lapidi commemorative, una che attribuisce la responsabilità ai tedeschi e l’altra agli alleati, ha fatto nuovamente emergere. Un gesto sicuramente eclatante, quello di chi ha abbandonato le celebrazioni, ed estremo, visto che è proprio i più accesi sostenitori del significato del 25 aprile hanno lasciato piazza Duomo, ma che rimarca una distinzione di idee e di visione del metodo di tramandare la storia, profonda tra loro e il sindaco Vittorio Gabbanini.

Le foto della cerimonia

La lettera di Gabbanini e i motivi della protesta del comitato Parri
Alle celebrazioni per il 25 aprile il compito di leggere il discorso istituzionale e la lettera inviata dal sindaco Gabbani, è toccata al presidente del consiglio comunale Simone Giglioli. Il sindaco nella sua lettera, in cui ha celebrato rimarco l’importanza del 25 aprile come data storica e in particolare l’importanza delle celebrazione del 2015 che rappresentano i 70 anni dalla Liberazione, ha ribadito il ruolo fondamentale della memoria, lanciando un messaggio sulla questione delle lapidi. “Per la prima volta, da sei anni a questa parte, non sono qui con voi oggi, a celebrare il 25 aprile – ha detto il sindaco nella sua lettera. Cause di forza maggiore me lo hanno impedito, purtroppo, ma desidero comunque dare in qualche modo il mio contributo ad un giornata che per me resta fondamentale. Senza la Liberazione non avremmo avuto la libertà” poi ancora nella missiva del sindaco: “Molti dei diritti dei quali oggi possiamo godere come cittadini, quasi dandoli per scontato, li dobbiamo ricondurre a quell’epoca, mostrando gratitudine verso chi, tutto questo, se l’è guadagnato con il sangue”. Unico accenno in termini politici, nel messaggio di Vittorio Gabbanini riconducibile alla questione della lapidi è stato a metà del suo intervento: “Per questo l’impegno di noi amministratori, ma anche dei semplici cittadini, è proprio quello di trasmettere alle nuove generazioni, il nostro futuro, quei valori che ci hanno portato ad essere ciò che siamo diventati oggi. Momenti di riflessione come questo, aiutano chi non ha vissuto sulla propria pelle quei terribili giorni, a sentirli comunque un po’ più suoi. Molto in questi giorni si è parlato di memoria, e mi sono chiesto che cosa sia davvero questa memoria di cui tutti parliamo. Non è festeggiare date segnate in rosso sul calendario, o celebrare di anno in anno manifestazioni sulla spinta dell’abitudine. Memoria vuol dire trasferire con consapevolezza l’emozione e il sentire di un momento al quale non si è assistito, perché diventi proprio e si possa diffonderne l’insegnamento. E il mio impegno di amministratore e cittadino, intende andare in questa direzione”.
A seguire il presidente del consiglio Giglioli invece ha fatto un suo intervento accorato e citando in ben due passaggi Calamadrei, l’altro esponete dell’esperienza del Partito d’Azione e costituente insieme a Parri, lo stesso Parri a cui contestatori della rimozione delle lapidi hanno intitolato il proprio comitato, visto che fu proprio lui a volere l’apposizione della prima lapide. In particolare Giglioli ha fatto riferimento al discorso del 1955 pronunciato da Calamandrei davanti agli studenti del politecnico di Milano, dove definì la Costituzione “la figlia più bella lotta di Liberazione” e Invitò i giovani ad andare in pellegrinaggi sulle montagne nei luoghi dei 100mila morti per la guerra di Liberazione per scoprire dove era nata la Costituzione.
Un intervento quello del presidente del consiglio comunale che non hanno potuto sentire gli esponenti del comitato Parri, perché appena deposta la corona di alloro al monumento dedicato alle vittime del duomo, i sui membri hanno deciso di allontanarsi dalla cerimonia. Un gesto che ha spiegato poi Laura Cavallini consigliere comunale di opposizione ed esponente del movimento di protesta contro la decisone del sindaco Vittorio Gabbanini. “Noi ci amo allontanati per dare un messaggio di democrazia, la guerra di liberazione è il percorso che ha portato alla democrazia e avere tolto le lapidi in questo modo non è stato una decisione presa in democrazia. Mi dispiace- ha sottolineato Cavallini – per le condizioni di salute del sindaco Gabbanini e spero che si possa rimettere quanto prima, ma il nostro gesto è un messaggio. Riteniamo che la decisione di rimuovere le lapidi doveva essere discussa e votata dal consiglio comuanle che è il luogo della democrazia. E le lapidi poi sia sarebbero eventualmente dovute rimuovere con una cerimonia e non di nascosto come ladri”. Poi Cavallini ha sottolineato che il fatto che a leggere il discorso del sindaco non sia stato il vicesindaco e quindi il numero due della giunta non è un caso “Perché far leggere il messaggio del sindaco e l’intervento per il 25 aprile al presidente del consiglio che ci rappresenta tutti. La questione ha un valore politico”. Sottolinea Cavallini dal momento che il consiglio prima è stato estromesso dalle decisione e poi deve però rappresentare la comunità di San Miniato il giorno del 25 aprile, quando le decisioni sono state prese in giunta. ” Della questione – continua cavallini dovremo tornare a parlare. Non so se nel prossimo consiglio comunale del 29 aprile sarà possibile, viste le condizioni di salute del primo cittadino, ma sicuramente bisognerà parlarne perché Giglioli nel suo ruolo istituzionale ci rappresenta tutti noi consiglieri, anche quelli che non sono d’accordo sulla rimozione della lapidi , quindi questo aspetto andrà approfondito”. Poi abbiamo chiesto a Cavallini cosa pensasse del fatto che Giglioli abbia abbondantemente citato Calamandrei nel suo discorso e l’esponente dell’opposizione non ha spiegato: “Calamandrei era un democratico ed è bello citarlo nei discorsi ufficiali, ma bisognerebbe anche poi metter in pratica il messaggi o del suo pensiero tutti giorni, nel rispetto degli istituti della democrazia”.
Sul fatto che l’intervento del 25 aprile, in assenza del sindaco sia stato fatto dal presidente del consiglio comunale, lo stesso Giglioli ha spiegato: ” Ho inteso rappresentare tutti oggi, e infatti non ho parlato delle lapidi anche per rispetto al consiglio comunale che ancora non ne ha discusso. Ma sono intervenuto in qualità di seconda carica istituzionale del comune, e l’ho fatto parlando del valore delle Liberazione e della Resistenza. Sulla vicenda delle lapidi il consiglio potrà comunque confrontarsi forse fin dalla prossima seduta, almeno che non si decida come consiglio comunale, di rinviare la discussione a quando il sindaco Gabbanini potrà essere nuovamente con noi”.

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