Strage Duomo,“Terza lapide che sostituisca precedenti”

Una terza lapide. “Ma che non sia solo un elenco di nomi”. Secondo Alberto Cioni, dirigente amministrativo, attento alla vita politica e vicino all’Anpi, quella lapide deve ribadire la responsabilità dei militari nazisti nella strage del duomo e lasciare incerta la provenienza della bomba.

La questione delle lapidi tolte dalla facciata del comune (Rimosse le lapidi della discordia ) continua a far discutere la politica samminiatese. E a far arrabbiare quelli più affezionati alla “prima versione” della storia.
“Non ho affatto condiviso la decisione del sindaco Gabbanini di rimuovere dalla facciata del municipio le due lapidi sulla strage del Duomo – spiega Cioni -, così come non avevo condiviso a suo tempo la decisione del sindaco Frosini di apporvi, nel 2008, la seconda lapide, a conclusione di un percorso revisionistico che, al di là, forse, delle intenzioni di qualcuno (ma non di tutti) aveva portato a nascondere dietro più o meno probabili traiettorie balistiche, le reali responsabilità di quella grave tragedia. L’unica verità che nessuna ricostruzione postuma è infatti riuscita a confutare riguarda il fatto che se quanti avevano trovato rifugio nei tanti sicuri rifugi di San Miniato non fossero stati costretti, con la forza, dai nazisti a concentrarsi, nell’imminenza di una pericolosa battaglia di artiglieria, nel luogo più esposto della città, l’esplosione che avvenne in Duomo intorno alle ore 10 del 22 luglio 1944, ancorché provocata dalla supposta cannonata americana, avrebbe al massimo ammazzato solo qualche piccione. Questo è il punto fermo e inoppugnabile che il balletto di lapidi degli ultimi anni ha rischiato e rischia di oscurare”. Questo, secondo Cioni quindi, dovrebbe essere riaffermato dalla terza lapide, che non affianchi, ma sostituisca le precedenti, “purché non si limiti – è la precisazione – a un mero e neutro elenco di nomi, ma contenga ad esempio, una frase del tipo: Il 22 luglio 1944, nel Duomo di questa città, dove i militari nazisti avevano sciaguratamente concentrato con la forza, strappandoli dai ben più sicuri rifugi che li ospitavano, decine e decine di uomini, donne e bambini, a causa dell’esplosione di un ordigno la cui provenienza non è mai stata definitivamente accertata, trovarono la morte … (a seguire l’elenco delle vittime)”.

 

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