I fratelli Taviani sono cittadini onorari di San Miniato foto

I ricordi della giovinezza, la riconciliazione con quella cultura delle immagini del paesaggio toscano, con la tradizione letteraria che affonda le radici nella storia, la cultura antifascista e la tradizione colta di Firenze, poi il primo incontro con il cinema da spettatori e da registi.

Questo è ciò che vale per Paolo e Vittorio Taviani la cittadinanza onoraria che gli è stata conferita dal consiglio comunale di San Miniato e che oggi (25 giugno) hanno ricevuto con una cerimonia nella sala del consiglio dal sindaco Vittorio Gabbanini. Molti i cittadini oltre alle autorità che hanno partecipato alla cerimonia, informale e durante la quale per una volta si è parlato di cultura. A introdurre il ruolo dei fratelli Taviani nella tradizione cinematografica italiana, due registi di fama ormai internazionale e il rapporto con la loro terra di origine dal punto di vista della loro formazione è stato un docente dell’università di Pisa e critico cinematografico Lorenzo Cuccu. Tra le molte cose che hanno detto i due registi due esortazioni emerse durante la cerimonia. Paolo ha più volte sottolineato che ora San Miniato potrebbe avere un cinema e alla fine ha espresso un desiderio davanti ai vertici della Carismi e al sindaco, di fare dell’auditorium appena realizzato in piazza Buonaparte una sala cinematografica dove poter organizzare il debutto di un loro film. “Fate un cinema a San Miniato” è stata la sua esortazione a cui ha fatto sponda, pochi minuti dopo quella di Vittorio Taviani, che ha sottolineato i ricordi che ha del teatro settecentesco di san Miniato e ha esortato “Rifate un teatro per la città”.
Poi il legame con la città è emerso prima nel racconto di Paolo “Uno dei ricordi più cari che ho è l’immagine di mio padre che dopo quella terribile estate del 1944, quando abbiamo conosciuto il male e poi abbiamo visto trionfare il bene, dal balcone del comune diceva Siete liberi, siamo liberi”. Il padre dei Taviani era stato un membro attivo del Comitato nazionale di Liberazione. Ma ancora i ricordi dell’incontro con il cinema, i primi film visti proprio qui a San Miniato e poi l’incontro con la cultura toscana più alta quella del maggio fiorentino. “Questa giornata e l’onorificenza che ci avete attribuito – hanno detto Paolo Taviani – è un’occasione che ci fa piacere, perché ci permette di tornare a San Miniato, da dove dopo la prima esperienza cinematografica realizzata grazie all’allora sindaco di Salvadori ‘San Miniato luglio ’44’, per la nostra professione siamo rimasti a lungo lontani”. Poi i ricordi di Vittorio Taviani visibilmente commosso, che ha tratteggiato immagini dell’infanzia a del Corpus Domini, che era occasione per scoprire la natura del Valdarno, fino ai ricordi del teatro, dove ha detto Vittorio Taviani “Ho imparato ad amare il teatro e la recitazione”. Insomma una giornata di ricordi, ancora vivi che in qualche modo hanno contribuito a formare le capacità artistiche dei due registi profondamente legati alla Toscana.
“Ci accorgemmo che la guerra era diventata mito”
Una delle motivazioni con cui i Taviani sono stati insigniti della cittadinanza onoraria è la loro capacità, come ha letto il sindaco Vittorio Gabbanini, di indagare la vita degli uomini attraverso il cinema. E la loro indagine è partita proprio da San Miniato con la realizzazione di “San Miniato luglio ’44”. Un lavoro sul passaggio del fronte e forse sulla pagina più tragica della storia della comunità nel secolo breve. E proprio sul tema di quel periodo, spesso nel loro intervento sono tornati i Tavini sottolineando il lavoro di indagine che era stato fatto sulla memoria già anni fa. “Tornammo a San Miniato per indagare il ricordo della guerra e ciò che era accaduto, per parlare con chi aveva vissuto la guerra e ci accorgemmo – ha spiegato Paolo Taviani – che i ricordi spesso da persona a persona divergevano ed erano profondamente diversi, lì capimmo che la resistenza, la guerra di liberazione e tutta quella terribile pagina di storia era diventata leggenda e poi mito”.

 

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