Regolamento urbanistico, 239 osservazioni. Anche dalla Diocesi

La questione urbanistica per l’amministrazione comunale di San Miniato e per il sindaco Vittorio Gabbanini che ha la delega al settore, rischia di diventare una vicenda spinosa. I cittadini o comunque i soggetti che ne hanno facoltà, tra cui anche l’arcivescovato, hanno presentato oltre 239 osservazioni: molte, se si considera l’estensione territoriale e il numero di abitanti e di queste ne sono state accolte meno della metà dalla commissione.

Non solo: terminati i 60 giorni utili alle osservazioni, il consiglio comunale avrebbe dovuto avviare il percorso per l’approvazione definitiva proprio nel pomeriggio di oggi (venerdì 31 luglio) e invece tutto è stato rimandato di una settimana, ufficialmente perché il Genio civile ha inviato dei documenti che i consiglieri comunali non hanno avuto tempo di valutare, anche se in realtà questi documenti potrebbero contenere pareri importanti inviati dal Genio civile e che potrebbero rappresentare elementi vincolati per il regolamento urbanistico. Un’indiscrezione alla quale dal comune hanno risposto dicendo che il parere del Genio civile non mina l’impianto del regolamento urbanistico, ma c’è stato solo un problema di tempistiche e che tutto si risolverà venerdì prossimo, data per la quale è stato convocato nuovamente il consiglio comunale, che dovrebbe avviare le procedure per la definitiva approvazione.
Poi c’è la questione della osservazioni: tra i soggetti che ne hanno presentate, c’è anche la Diocesi di San Miniato, oltre che l’ordine dei geometri di Pisa e vari cittadini.
Le osservazioni presentate da monsignor Morello Morelli e una addirittura dall’ex arcivescovo di San Miniato Fausto Tardelli forzano sulla destinazione d’uso di spazi di proprietà della Chiesa e che il comune ha respinto o parzialmente accolto. Quattro osservazioni che possono avere anche una rilevanza strategica sul futuro assetto del centro storico. La prima riguarda la classificazione di piazza Duomo che, con il nuovo regolamento urbanistico, rischia di diventare una piazza pubblica, anziché uno spazio privato ad uso pubblico come previsto dal regolamento urbanistico vigente. Non solo, nel nuovo regolamento urbanistico la cattedrale e il museo diocesano vengono indicati come servizi di interesse comune, cosa che cambierebbe la vocazione di questi edifici e che potrebbe anche assumere un valenza pubblica più che privata. Due decisioni che rischiano, nella prassi, per quanto non modifichino la proprietà del bene, di mettere a disposizione della parte pubblica spazi di proprietà della Chiesa. Il timore infatti è che una volta approvato il regolamento urbanistico e adottata la nuova classificazione, il legittimo proprietario venga limitato nel godimento di questi beni, ovvero la nuda proprietà rimane alla parrocchia dei Santi Maria Assunta e Genesio, ma la parte pubblica può in qualche modo disporne. Un principio non da poco, al quale dal Comune hanno risposto respingendo le due osservazioni sia per piazza Duomo che per la cattedrale e il museo diocesano sottolineando nel parere tecnico, che la classificazione assegnata non va a modificare gli aspetti patrimoniali, ma solo la destinazione urbanistica degli spazi e degli immobili, fermo restando che l’utilizzo da parte del comune di questi spazi sarà stabilito nel Piano per il Centro Storico di San Miniato.
Nel regolamento urbanistico così come approvato al primo passaggio in consiglio, la stessa sorte ovvero di diventare un servizio di interesse comune era toccata anche alla sede vescovile. Su questo però il comune ha accolto l’osservazione presentata dall’arcivescovo Tardelli. Le questioni però con le proprietà di soggetti ecclesiastici non finiscono qui, infatti tra le osservazioni, respinte, compare anche la classificazione come strada e come parco pubblico delle proprietà del Capitolo, in sostanza anche in questo caso vale lo stesso principio: il comune non è ad agire sulla proprietà, ma sull’utilizzo che può essere fatto degli spazi. Tra i beni ecclesiastici a cui il sindaco Gabbanini intende, con l’adozione del nuovo regolamento urbanistico andare a modificare la destinazione compaiono anche la chiesa del Santissimo Crocifisso e la torre campanaria della cattedrale. Insomma, proprietà della Chiesa a cui con l’adozione verrebbe modificata la vocazione urbanistica e soprattutto verrebbero definite di interesse pubblico. Su questa decisione, l’amministrazione comunale non sembra essere disposta a tornare indietro visto che ha respinto gran parte della osservazioni, ma che adesso rischia, qualora i proprietari o comunque i legali rappresentanti non volessero accettare la decisioni del comune, di innescare una guerra legale proprio tra Chiesa e Comune che, in qualche modo, con il nuovo regolamento urbanistico, va a sovvertire una serie di destinazioni d’uso di beni che sono lì da secoli e che la Chiesa ha nella prassi messo sempre a disposizione della comunità, pur detenendone il possesso. Un caso che in qualche modo potrebbe fare scuola in tutta Italia e che forse supererebbe anche le dispute sul pagamento dell’Imu sui beni ecclesiastici.

 

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