Piazza Vittoria, no parcheggio sotterraneo, ok dei cittadini

24 ottobre 2015 | 05:49
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Piazza Vittoria, no parcheggio sotterraneo, ok dei cittadini

Chiunque volesse essere spiazzato o stupito ieri sera da un progetto e un rendering già bell’e pronto, si è dovuto ricredere: siamo a buon punto, ma c’è ancora da lavorare. A partire però da una serie di provocazioni

che per adesso aleggiano: dalle piante di patata come elemento della parte verde a quella, appena accennata dall’architetto milanese Italo Rota, di una chiusura definitiva al traffico. Questo in sintesi ciò che è avvenuto in un silenziosissimo teatro comunale, in occasione dell’attesa presentazione del nuovo progetto per il rifacimento di Piazza della Vittoria. A presenziare una serata sicuramente importante, in un teatro che dava a colpo d’occhio il senso di quanto fosse atteso un progetto dopo oltre 15 anni di polemiche, il sindaco Ilaria Parrella e molti esponenti della politica del comune. “Ripartiamo da qui, da quel progetto iniziale che necessariamente dovrà essere ammodernato ma conteneva degli spunti interessanti – è stato il primo commento della sindaca ad apertura della serata. – Lo facciamo con la consapevolezza, oggi, che la piazza della quale parliamo non è la piazza del centro o del capoluogo: è la piazza di tutti i santamariammontesi”. Inevitabile star della serata insieme Alessandro Baldassarri e Francesca Grossi, cofirmatari del progetto, anche il milanese Italo Rota, il noto architetto chiamato a rivedere il progetto originario del 2000 vincitore del concorso di idee con il tanto contestato parcheggio sotterraneo, quello che avrebbe dovuto realizzarsi con tanto di progetto di finanza. Un maestro, che ha tenuto la platea col fiato sospeso per un’ora in quella che potremmo definire una vera e propria lezione di architettura, che ha accompagnato i presenti attraverso una serie di riflessioni sul ruolo di quella piazza così travagliata nel suo rinascere. Questione complicata che solo “il togliere” può semplificare. “Ci sono da superare delle criticità ancor’oggi ben presenti su tutta l’area – ha spiegato Baldassarri – Cabine del telefono, fonti, un verde che immerso nel cemento come un’isola, quasi fosse una reliquia. Problemi che in generale hanno a che fare con una piazza la cui funzione oggi è molteplice”. Questione poi posta anche da Rota. “In realtà piccole come la vostra spesso la soluzione sta nel semplificare. Il problema forse sta proprio tutto li. In una grande città si ha a che fare con una gran quantità di persone che hanno lo stesso problema da risolvere, qui invece si ha un piccolo spazio da gestire. Togliere elementi quindi e porsi anche delle domande: quante cose deve rappresentare questa piazza? Quanto vi costerebbe parcheggiare la macchina a 200 metri dal centro? – è stata la provocazione.  – Il vostro è un comune incorniciato da zone industriali, con una storia artigianale alle spalle. Forse la soluzione sta nel ripensare tutto a partire da questi punti fermi, magari col coraggio di dare una risposta a questa produzione industriale attraverso un centro storico che la salvi dall’anonimato delle fabbriche. Essere alti e  avere l’aria più buona non basta. Ci vuole un modo nuovo di ripensare lo spazio ed un’idea su quali microimmaginari si vogliono evocare per il futuro di un centro storico di piccoli ambienti come il vostro”. Solo alla fine si è potuto capire che un progetto definitivo ancora non c’è, seppure alcuni rendering hanno cercato di mettere dei punti fermi da cui ripartire, con il contributo importante di tutti coloro che vorranno partecipare.  Sparisce, ovviamente, il contestato piano interrato. Spicca nel lato della piazza interessato dalla terrazza, con il monumento ai caduti, una grande area verde. La parte di accesso al paese, seppure pensata per il passaggio delle auto è invece completamente ripiastrellata a pietra con nuovi lampioni ed un disegno “a righe bianche” sul pavimento, quasi ad accennare ad uno spazio pedonalizzato. Via II Giugno, infine, recuperata in una visione che ne farebbe una parte integrante della piazza e spazio, rispetto ad oggi, maggiormente dedito alla socialità, con strutture “apribili” a comparsa dalle mura e atte alla realizzazione del mercato settimanale.

La storia
Tre lustri attraversati da polemiche, modifiche e colpi di scena. Anni novanta. Nasce la questione del rifacimento del centro storico e viene organizzato un concorso di idee. Fra le richieste dell’amministrazione la valutazione di un progetto che contenga anche un parcheggio interrato: vince l’architetto Italo Rota. 2001. Il progetto per il centro storico comprende una serie di opere, tra cui un piano interrato. 2003. Si parla di un interesse da parte del Consorzio Etruria; il progetto, da attuare con project financing, prevede un investimento di 12 milioni (di cui 1,5 pubblici). 2005. Viene richiesta una revisione del progetto. Nasce l’ipotesi “a costo zero”. 2006. Con la concessione al soggetto promotore delle ex scuole di San Sebastiano, si delinea nei dettagli il progetto a “costo zero”. 2008. A gennaio le ex scuole, soggette ad un referendum per la creazione di un centro per anziani, escono dal project financing malgrado il non raggiungimento del quorum. In febbraio viene votata la pubblica utilità per le aree interessate il project: 21 milioni di euro di investimenti; spesa per il Comune: 3,3 milioni da pagare in rate da 500mila euro per 6 anni. Cinque gli interventi che lo compongono: un parcheggio multipiano interrato al di sotto di piazza della Vittoria e la pavimentazione con l’aggiunta di arredi urbani della stessa; la riqualificazione dell’area ex macelli pubblici con un edificio a 5 piani, da adibire a servizi, uffici e centro diurno: recupero del palazzo ubicato nel centro storico in via dell’Orologio, da trasformare in alloggi pubblici; completamento del Peep in località “La Fonte” con l’edificazione di 75 alloggi. In aprile vince per la seconda volta le elezioni Davide Turini ma subito la maggioranza comincia a vacillare: i Comunisti Italiani entrano in rotta con la maggioranza; nasce nel frattempo il “Comitato per la salvaguardia del centro storico”, forte di 1.200 firme. Si organizzano presidi, volantinaggi e proteste. 2009. Filippo Betti (Comitato delle Colline), Francesco Lazzeri (Comunisti Italiani) e Simone Grossi (Rifondazione Comunista) votano un documento alternativo. Di li a poco usciranno tutti definitivamente dalla maggiornaza, lasciando un consiglio spaccato a metà, con sindaco determinante. In novembre la conferenza dei servizi da il via libera al progetto. Si prevede la gara d’appalto nel giro di due anni. Proprio nel 2011 però si ha una nuova svolta: a seguito dei problemi economici che coinvolgono il Consorzio Etruria l’interesse del colosso toscano delle costruzioni cade ed il progetto naufraga. 
Nilo Di Modica