Miasmi depuratore, Toti minaccia ordinanza contro la Waste foto

Anche ora mentre ultimiamo questo servizio (sono le 17 di sabato 5 dicembre) nei pressi del depurtore si sentono odori nauseabondi di un’intesità difficile da descrivere. Il nostro fotografo che è andato scattare qualche immagine esterna dell’impianto è dovuto fuggire a rischio di sentirsi male per i miasmi che arrivano dalle vasche fumanti del depuratore. Cinque minuti appena per fare qualche clic e poi via di corsa trattenendo il fiato.

Una situazione che non poteva andare avanti così, a rompere gli indugi è stato il sidanco Toti con una lettera a tutti gli enti coinvolti in cui non è andato per il sottile inviata nel primo pomeriggio di sabato appena da parte di Arpat c’è stata la certezza che l’origine delle maleodoranze fossero le vasche del depuratore. Si parla di ordinanze, di sospensione delle concessioni insomma atti pesanti ipotizzati per ora, ma che a livello politico lasciano poco all’immaginazione e con cui il primo cittadino di Castelfranco in pratica ha detto “così non va, io devo tutelare i cittadini”. Un atto apprezzato subito nei primi munuti della pubblicazione del documento dai cittadini di Castelfranco che hanno commentato dicendo semplicemente “Era l’ora che qualcuno prendesse una posizione”.  Ma ripercorriamo un attimo la cronologia degli eventi. Dal 3 dicembre nella zona i cittadini lamentato miasmi insopportabili. Viene allertata Arpat che tra il il 3 e il 4 dicembre fa dei sopralluoghi. Nel pomeriggio del 4 noi stessi abbiamo contattato Arpat chiedendo conto della situazione e ci è stato risposto che c’erano ancora accertamenti in corso. Nella mattianta del 5 dicembre (oggi) è arrivata la nota di Arpat con cui si mette in relazione le maleodoranze con l’attività del depuratore (leggi qui). Con la nota di Arpat questa mattina (sabato 5 dicembre) ha confermato i sospetti dei giorni scorsi e ha indicato nell’ex-depuratore comunale in gestione alla Waste Recycling l’origine dei miasmi. Nel primo pomeriggio di sabato 5 il sindaco Gabriele Toti ha chiesto una riunione urgente ai vertici dell’azienda e a tutti i soggetti interessati al fine di individuare soluzioni e tempi certi, riunione che Toti non intende rimandare oltre 7 giorni da oggi. Sul tavolo anche la prospettiva di un’ordinanza urgente del comune per contenere il disagio, con annessa minaccia di chiedere alla provinca di ritirare all’azienda le autorizzazioni a procedere con la sua attività. Questa dunque la durissima risposta dell’amministrazione di Castelfranco. “Con un comunicato emesso in data odierna, Arpat ha rilevato che la fonte delle maleodoranze, che interessano Castelfranco in questi giorni, è stata individuata anche questa volta nell’ex depuratore gestito dall’azienda Waste Recycling Spa” scrive Toti in una lettera inviata a Provincia di Pisa, Asl 11, Arpat, Consorzio depuratore di Santa Croce sull’Arno e assessorato all’ambiente della regione Toscana. “Dispiace constatare e registrare che, nonostante l’alta attenzione verso queste problematiche – continua Il primo cittadino di Castelfranco – negli ultimi anni ed i lavori effettuati per risolvere tale problematica, persistano ancora episodi del genere che provocano gravi e pesanti disagi nelle popolazione in maniera periodica. Rilevo, purtroppo, che a fronte di un impegno dell’azienda a promuovere legittimamente il proprio operato in Italia e nel Mondo sul rispetto ambientale, il riciclo, il recupero di materia nella più ampia sostenibilità ambientale, permangano ripetuti e gravi disagi, alla popolazione del territorio nel quale l’azienda è insediata, derivanti da problemi gestionali. Sono consapevole delle affermazioni ma non è ormai più tollerabile una situazione del genere, anche a fronte dei lavori che dovranno essere ultimati a breve presso la Waste Recycling per limitare tali problematiche. Questa amministrazione sarà sempre garante del più ampio “diritto all’impresa” – precisa Toti nella nota –  ma nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute del territorio anche per rispetto dei tanti imprenditori ed aziende del nostro distretto che ogni giorno si impegnano nel rispettare il principio di ‘Produrre, senza inquinare’, assunto sul quale poggia la storia del nostro Distretto”.
A mandare tutte le furie il sindaco anche la prospettiva, delineata da Arpat nel suo intervento che i disagi di questi giorni si possano protrarre anche oltre. “Nella nota Arpat, risulta altresì un elemento grave – continua il primo cittadino – quando si afferma che tale insopportabile ed indescrivibile situazione possa continuare per ulteriori giorni,  ovvero fino al termine del processo che interessa i reflui presenti nell’impianto. Ritengo che il livello di sopportazione delle persone abbia raggiunto il suo culmine e pertanto vada affrontata in termini decisivi ed in tempi rapidissimi. Pertanto sono a richiedere un incontro urgente entro 7 giorni da oggi tra i soggetti interessati al fine di individuare soluzioni e tempi certi che vanno al di la delle prescrizioni impartite all’azienda in tutti questi anni. In assenza di immediati garanzie ed interventi, questa amministrazione comunale chiede alla Provincia di Pisa di valutare la sospensione della autorizzazione in corso rilasciato al soggetto gestore dell’impianto. Se dovesse perdurare ancora il fenomeno delle maleodoranze, ascrivibili al cattivo funzionamento dell’impianto di depurazione e delle vasche del biologico, ed in assenza di interventi sarà il Comune di Castelfranco di Sotto a valutare un’ordinanza contingibile ed urgente avvalendomi dei poteri conferiti dalla normativa vigente in materia ambientale e sanitaria, assumendomi la piena responsabilità nel pieno diritto alla liberta d’impresa nel rispetto dell’ambiente e della salute e sicurezza dei miei concittadini.”
Parole decisamente poco interpretabili, che hanno come sfondo una lunga storia di simili disagi. Proprio il depuratore, infatti, era stato già a febbraio al centro delle attenzioni dell’Arpat a seguito di maleodoranze. Nell’aprile scorso, inoltre, a seguito di una conferenza dei servizi si erano elencate numerose direttive rivolte all’azienda per eliminare il problema, fra cui nuovi serbatoi, una torre di raffreddamento, nuovi impianti di evaporazione e di osmosi e sostituzione dell’attuale rete di distribuzione dell’aria con nuove tubazioni e nuovi diffusori. Lavori che ancora oggi risultano non terminati.

 

Nilo Di Modica
Gabriele Mori

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