Don Andrea è vescovo, il primo grazie ai genitori foto

Una celebrazione partecipata e commossa. Come succede per molti inizi, perché quello che oggi 9 dicembre le diocesi di Pavia e San Miniato hanno celebrato insieme non può che essere un nuovo inizio per don Andrea, da oggi vescovo Migliavacca.

Vescovo che ha già messo piede nella sua nuova diocesi, dove tornerà per restare il 20 dicembre, che la sua nuova diocesi l’ha già incontrata a Pavia e che, oggi, se l’è trovata lì. La celebrazione è stata officiata da monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia fino a poche settimane fa e attuale amministratore apostolico, con il quale don Andrea ha collaborato per anni. Presenti i familiari di don Andrea, i suoi seminaristi, i giovani preti accompagnati all’ordinazione, gli amici, i ragazzi dell’Azione Cattolica e della Pastorale Giovanile, gli scout e altri 17 vescovi e cardinali provenienti da altrettante diocesi italiane, compresi monsignor Fausto Tardelli, precedente vescovo di San Miniato e attuale vescovo di Pistoia, insieme al samminiatese Carlo Ciattini vescovo di Massa Marittima e Piombino e a Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze. Nella rappresentanza samminiatese e toscana c’erano anche don Armando Zappolini che da Milano, dove era per un altro impegno, ha raggiunto la delegazione e una rappresentanza dell’Opera SpathaCrux Onlus. Migliavacca ha ricevuto l’ordinazione episcopale dalle mani del vescovo di Giudici, affiancato da monsignor Magnani vescovo emerito di Treviso e da monsignor Fausto Tardelli. Nella sua omelia, Migliavacca ha fatto riferimento all’apertura dell’anno giubilare da parte di Papa Francesco, con l’apertura simbolica della porta santa richiamata in più passaggi del nuovo vescovo sanminiatese. Le prime parole di Migliavacca sono state prima di tutto per i genitori, “che mi hanno aperto la “porta” della vita – ha detto – e mi hanno da sempre accompagnato con discrezione, affetto e cura”. Ripercorrendo i momenti principali della sua esperienza pastorale, il neo vescovo ha ricordato le “tante porte aperte che ho incontrato nella mia esperienza da ragazzo e giovane a Binasco, in oratorio, in parrocchia… Lì è maturata la fede – ha aggiunto – e la scoperta di sperimentarsi nel vivere il dono e l’avventura dell’amicizia”. Un percorso che adesso approda a San Miniato, definita come “una porta inedita”. “Quando arriverò in diocesi il prossimo 20 dicembre – ha detto – aprirò la porta santa, che simbolicamente sarà anche il segno di un cammino che inizia insieme e che intraprendo con fiducia e con gratitudine. Ringrazio l’amministratore diocesano monsignor Morello Morelli che per un anno ha guidato sapientemente la diocesi e tutti i preti, i religiosi e le religiose e tanti fedeli laici. Grazie della bella accoglienza che da subito mi avete dato e grazie della vostra presenza oggi a questa celebrazione”.
Monsignor Giudici ha ricordato che “la chiamata all’episcopato significa l’incardinazione definitiva in quella comunità, strutturalmente configurata come diocesi, che il Signore ha voluto per il servizio del suo popolo. E oggi – ha aggiunto rivolgendosi a Migliavacca – diventi il rappresentante della comunità e suo servitore. È grande il mistero di Dio che si compie con la tua consacrazione episcopale, perché alla comunità cristiana di cui sarai pastore, è affidato il compito di testimoniare il Signore sacrificato e vivente. Con la tua Chiesa, e non solo con la tua vita, ti è affidata la missione di testimoniare al mondo la salvezza di Dio. Le chiamate del Signore ci aprono strade inattese, perché  sempre aperte a nuovi incontri, a inaspettati orizzonti. Nel tuo motto episcopale risuona l’invito alla missione. Dove abiti, Maestro? Il Signore ci ha assicurato che la sua casa è dovunque. All’uomo che chiedeva di poterlo seguire: “Maestro, ti seguirò dovunque tu vada”.  Gesù risponde: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”.
In tutto, tra le mura del duomo di Pavia, si sono contati circa 200 partecipanti.

 

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