Bòtti in calo, commercianti a sindaci: “Chiederemo danni”

“Ormai aspetto domani sera, dopodiché tirerò una riga e insieme agli altri commercianti chiederemo i danni ai comuni”. A parlare è Cecilia Pistolesi, titolare del negozio “Magia di luci” di Castelfranco, il punto vendita di fuochi d’artificio e giochi pirici in via dei Tavi, che commenta così le ordinanze di alcuni comuni, soprattutto nella vicina Valdera, contro i cosiddetti botti di capodanno.

Ordinanze di divieto, emanate ad esempio dalle amministrazioni di Pontedera, Cascina e Volterra, che in alcuni casi hanno anche fissato sanzioni pecuniarie per chiunque utilizzi petardi e giochi d’artificio in piazze e luoghi pubblici. Diversa, invece, la posizione dei sindaci del Valdarno che, in una nota condivisa, si sono limitati ad invitare i cittadini al buon senso e quindi a non esagerare. “Quando ho visto che i nostri sindaci non hanno emesso l’ordinanza li ho voluti ringraziare”, dice Pistolesi, che sottolinea invece come le recenti ordinanze, unite ad una certa dose di “demonizzazione”, stanno mettendo in seria difficoltà l’intero settore.
“Io non vendo botti – precisa la donna – ma vendo fontane, bengala e fuochi d’artificio, tutti omologati e certificati, controllati regolarmente dalla Questura. Proprio ieri sera ho avuto l’ennesimo controllo, come avviene tutti gli anni, e anche il personale delle Questura è rimasto sorpreso nel vedere il negozio semideserto”.
Oltre alla legittimità delle ordinanze, quindi, è naturale chiedersi anche la reale efficacia di queste contromisure, dal momento che i “botti” certificati e omologati sono legalmente vendibili e altrettanto legalmente acquistabili. “Voglio proprio vedere cosa faranno questi comuni – dice Pistolesi – perché finché viene trovato un petardo non artigianale e non omologato è un conto, ma quando è tutto nelle regole non ci sono i presupposti per emettere una sanzione. Alla fine, credo che più probabilmente non ci sarà alcun tipo di controllo”. “Vorremmo capire, però, cos’è che vogliono questi comuni – rincara la donna -. Io lavoro in un’azienda che fabbrica fuochi d’artificio e che domani sera sarà impegnata nei festeggiamenti di fine anno finanziati dagli stessi comuni. Io sarò a Peccioli, ma altri miei colleghi saranno a Piombino e a Volterra, uno dei comuni che ha emesso l’ordinanza”. Un linea “incoerente”, insomma, secondo gli operatori del settore, alla prese con un ridimensionamento del giro d’affari: “Io con questo lavoro ci devo mangiare – aggiunge la donna -, non si può pensare che da un momento all’atro possa iniziare a vendere qualcos’altro”.
Una campagna di demonizzazione contro i botti che, a detta di Pistolesi, si aggiunge anche ad una concorrenza definita “sleale” da parte di alcuni operatori del settore. “Proprio in questi giorni – racconta Pistolesi – sta circolando in zona un grande pannello pubblicitario di un negozio di fuochi d’artificio della Valdera che, senza citare il proprio nome, annuncia di essersi trasferito. Nella giornata di ieri l’insegna era in via Francesca Nord, a pochi metri dal mio negozio. E’ chiaro che, senza indicare il nome dell’attività, in tanti possono aver pensato che ci siamo trasferiti in un altro comune, invece non siamo noi. E’ una forma di concorrenza assolutamente sleale. Ne chiederò conto all’agenzia pubblicitaria”.

 

Giacomo Pelfer

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