
Prima hanno reso il giusto omaggio a Italo Geloni. Poi, tanti ragazzi insieme ai consiglieri si sono ritrovati alla Casa Culturale di San Miniato Basso per il consiglio comunale aperto, presieduto da Simone Giglioli, con tutta la giunta Gabbanini al completo, il vescovo Migliavacca e i rappresentanti di Aned Pisa.
Questa mattina, 28 gennaio, studenti e cittadini si sono riuniti a San Miniato Basso per la deposizione di una corona di alloro alla pietra monumentale dedicata a Italo Geloni, deportato toscano venuto a mancare nel 2000. Con loro anche le autorità, compreso il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani. Un momento per riflettere sul significato profondo delle parole ‘mai più’ e sull’importanza di non dimenticare, proseguito poi nei locali della Casa Culturale con il coinvolgimento degli alunni delle classi terze che frequentano gli istituti comprensivi Sacchetti e Buonarroti. Per l’occasione ha presenziato anche Laura Geloni, figlia di Italo, che ogni anno insieme al fratello Paolo si impegna a divulgare la testimonianza del padre, accompagnando i ragazzi delle scuole nei pellegrinaggi ai campi di sterminio di Austria e Germania. “Ogni volta che parliamo di olocausto e deportazione la domanda che sorge spontanea è ‘perchè?’ – spiega commossa Laura Geloni -. Non esistono risposte logiche, ma subito giungono a scuoterci il senso di rabbia e di sgomento. Non ci è però permesso fermarci qui. Per oltrepassare il dolore dobbiamo svolgere al meglio quel compito di testimonianza a cui siamo chiamati, ponendo ogni giorno la dignità al centro di ogni scelta in una comunità democratica, affinché la memoria non sia solo quella di un giorno in un anno”. Il consiglio è proseguito sulle note della colonna sonora del film Schindler’s list, suonata con il flauto da un gruppo di studenti, oltre che con la proiezione di foto e filmati fatti durante i vari pellegrinaggi. In merito a quest’esperienza, è stata pure distribuita una raccolta di testimonianze degli alunni delle scuole secondare di primo grado del comune di San Miniato che hanno partecipato, intitolata 70 anni dopo l’apertura dei campi di concentramento. “Memoria non vuol dire solo ricordare, ma anche rivivere – ha detto il vescovo Andrea Migliavacca -. Questo lo possiamo fare soprattutto mettendo in primo piano la cultura: se non c’è conoscenza e ricerca della verità si rischia di dimenticare o di stravolgere gli eventi. I giovani, quindi, sono i primi a dover essere coinvolti in iniziative che, come i pellegrinaggi, aiutano a tener vivo ciò che fu. Credo inoltre che oggi un ruolo fondamentale lo debbano giocare pure le diverse religioni, responsabili di veicolare messaggi positivi di fratellanza, solidarietà e pace”.
Serena Di Paola