Caso Guazzini: retroscena dell’addio, le ipotesi possibili

A mente fredda scatta l’ora dei bilanci e delle riflessioni, in un clima di sussurri e contatti frenetici, in attesa della segreteria comunale Pd che si ritroverà domani sera, al netto di eventuali ed improvvisi rinvii e in attesa anche che Gabbanini faccia il prossimo passo. È una calma apparente quella che si respira a San Miniato dopo che il sindaco ha liquidato l’assessore ai lavori pubblici Manola Guazzini.

Una scelta che il primo cittadino covava da tempo, alla luce di una difficoltà di rapporti che fin da subito aveva creato un solco fra l’assessore e il resto della giunta sanminiatese. Difficoltà alla quale certo non ha giovato la volontà dichiarata di Guazzini di voler aspirare, un giorno, a correre per la poltrona di sindaco. Volontà che sembra aver infastidito il primo cittadino e che forse è stata percepita come un potenziale ostacolo all’elezione di un eventuale favorito: un futuro “delfino” al quale lasciare le redini del comune, che molte voci in questi giorni individuano nell’assessore Bertini.
Ad ogni modo, che siano politici, elettorali o caratteriali, i motivi della scelta di Gabbanini continuano ad essere di fatto un punto interrogativo, visto che nessuno dei due protagonisti della vicenda intende per adesso parlarne. Senza dubbio il passaggio in segreteria rappresenta comunque un atto dovuto, in particolare dopo che il segretario Francesco Lupi ha ribadito la sua contrarietà alla scelta fatta dal sindaco. Adesso, infatti, sarà interessante capire quale potrà essere la reazione della segreteria Pd che al momento, almeno nei numeri (ma la politica non si fa solo con i numeri), sembrerebbe garantire in maggioranza il proprio appoggio a Gabbanini.
A questo si aggiunge poi la questione della surroga. Superfluo dire che a San Miniato si è già aperto il toto assessore, a caccia della persona chiamata a rimpiazzare Guazzini. Una scelta non di poco conto, considerando che in ballo ci sono deleghe pesanti come quelle ai lavori pubblici e all’ambiente. Da qui la necessità di individuare una figura dotata di determinate competenze e possibilmente una donna, per non squilibrare troppo al maschile una giunta già in maggioranza composta da uomini. Restando tra i banchi del  comunale, il primo identikit secondo alcuni indicherebbe come favorita la consigliera Marzia Fattori, architetto che potrebbe avere i requisiti per gestire i lavori pubblici, almeno che Gabbanini oltre che ad inserire una nuova figura non decida anche un rimspasto di deleghe e allora potrebbero venire fuori nuove ipotesi. In quel caso si dovrebbe scorrere l’elenco dei non eletti per rimpiazzare il buco nel gruppo consiliare (il primo nome è quello di Letizia Martinelli), ma non è da escludere che Gabbanini possa tirar fuori anche una figura del tutto estranea alle candidature del 2014.
Infine resta sul tavolo il problema di cosa accadrà nel territorio e nei circoli. Manola Guazzini, con le sue quasi cinquecento preferenze, raccolte alle amministrative, seconda solo a Chiara Rossi, aveva dimostrato un radicamento non indifferente, soprattutto in certe frazioni, a cominciare da Ponte a Egola. Adesso, quindi, se da un lato si attendono le scelte del sindaco per ridisegnare l’assetto della propria squadra, dall’altro è indispensabile comprendere quali saranno le scelte di Guazzini, che ha già annunciato la volontà di restare all’interno degli organi di partito, continuando a guidare anche il circolo Pd de La Serra.
Dal punto di vista lavorativo, superati alcuni naturali giorni di interregno, Guazzini riprenderà automaticamente il proprio posto all’interno della cooperativa Agape dove ha lavorato fino alla nomina da assessore.
Intanto, attraverso i commenti Facebook e le note politiche delle ultime 24 ore, a Guazzini sono arrivati diversi attestati di stima e di solidarietà: da capire se si tratta di atti formali o di prese di posizione che rappresentano un malcontento per la scelta fatta dal sindaco. Certo è che Gabbanini ha eliminato dalla sua giunta uno degli assessori più esuberanti quanto brillante e alle volte forse anche politicamente prorompente, senza dubbio difficile da gestire in termini di disciplina politica e che forse non è mai stata a pieno titolo allineata con il “partito” della giunta, rappresentando spesso un pensiero utile e lucido ma divergente. Pensieri e azioni concrete che alle volte possono avere creato anche qualche imbarazzo al sindaco.

Giacomo Pelfer

Gabriele Mori

 

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