Bufera piscina, la Uisp attacca il comune di Castelfranco

I toni fino ad ora sono stati pacati, ma c’è già chi parla di una guerra delle piscine fra comune di Castelfranco e Uisp Zona Cuoio.

Un pensiero che se pur latente, si è fatto sempre più avanti dal momento in cui l’Unione Italiana Sport per tutti, risultata esclusa dal bando di gara per la gestione della piscina comunale, ha annunciato di aver trovato un accordo per aprire, da giugno, la piscina de Le Barbate a Montopoli (leggi anche: Uisp Zona Cuoio, estate in piscina a Le Barbate). Apertura, peraltro, che potrebbe avvenire persino prima di quella castelfranchese, rallentata dalle necessarie pratiche di presa in gestione della struttura da parte dell’unione temporanea di aziende vincitrice. Pare infatti che il cambio della guardia stia prendendo più tempo del previsto, nel progressivo inasprirsi, al contempo, dei rapporti fra la vecchia gestione ed il comune. “Dovevamo chiudere tutte le pratiche ed avevamo fatto richiesta per cambiare le volture delle utenze, ma ancora le bollette arrivano a noi. Adesso faremo piombare i contatori” è lo sfogo del presidente di Uisp Zona Cuoio Alessandro Bessi. “E in tutto questo ciò che mi sorprende di più è l’atteggiamento del comune”. Il riferimento è alle parole espresse dal assessore delegato allo sport di Castelfranco Antonio Bertoncini, che alcuni giorni fa aveva accollato alla Uisp la responsabilità di non aver trovato un accordo al fine di dare continuità alla gestione della piscina (leggi anche: Lavori alla piscina di Castelfranco, in acqua a giugno). Due mesi di stop che, come è evidente, comporteranno dei rischi in termini di recupero della clientela e del continuum dei corsi di nuoto, la garanzia più redditizia per esercizi come quello.
“La trattativa di cui parla Bertoncini c’è stata e noi eravamo anche possibilisti – continua Bessi. – Dovevamo però tutelarci: tenere aperta la piscina altri due mesi in attesa che la nuova gestione si facesse avanti ci sarebbe costato svariate migliaia di euro in utenze, avevamo fatto una proposta al comune perchè almeno quelle le pagassero loro: niente da fare, a quel punto abbiamo rinunciato”. La chiusura delle attività, dunque, è avvenuta il 29 marzo. “Considerando i tempi del bando, avremmo potuto andarcene anche prima – spiega Bessi – ma ai primi di gennaio gli ultimi corsi di nuoto erano iniziati e quindi decidemmo di arrivare ai primi di marzo. A quel punto, poi, considerando che c’erano da recuperare alcune date, venimmo incontro alle richieste del comune almeno fino alla fine del mese”.
E intanto il passaggio di consegne passa anche per la decisione sul cosa fare delle strutture mobili, quelle di proprietà di Uisp. “Abbiamo raggiunto un accordo per vendere ai nuovi gestori parte delle sedie a sdraio e degli ombrelloni, e gli abbiamo persino ceduto qualcosa a titolo gratuito, ma molte altre cose restano nostre e le dobbiamo recuperare, tra cui l’altra parte delle sedie a sdraio e degli ombrelloni, attrezzature per i corsi e per le pulizie della vasca e via dicendo” continua il presidente Uisp. “La domanda – aggiunge Bessi – che mi verrebbe da porre all’amministrazione è: che fine ha fatto la nuova gestione? Quando si faranno vivi? I tempi di presa in consegna delle strutture sono fissati per legge, ma trascorsi i 35 giorni canonici ancora tutto sembra in alto mare e noi non riusciamo a chiudere la pratica. Dal comune non ci fanno sapere niente sui tempi e nel frattempo hanno cominciato a risponderci per raccomandate con ricevuta di ritorno, certo non un bel segnale. Nei prossimi giorni tutto quello che è rimasto di nostro dentro la piscina, salvo il venduto, ce lo verremo a riprendere. Il resto lo gestiranno i nostri avvocati”.

 

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