
Il contratto d’affitto è per un anno. Perché l’obiettivo “vero” è quello a medio e lungo periodo: rendere di nuovo autonomo chi, per varie e diverse ragioni, si è trovato ad avere un’emergenza casa. Abitare solidale cresce e diventa condominio: mercoledì 1 giugno, a Castelfranco sarà benedetta dal vescovo don Andrea Migliavacca e poi inaugurata A casa di Cosetta, esperienza pilota di condomio solidale del comprensorio, ma anche di tutta la Toscana, se si considera che il giorno prima Firenze taglierà il nastro del suo primo condominio.
Quattro appartamenti, tre dei quali hanno ciascuno due camere e uno che diventerà spazio comune, sono pronti a ospitare 6 persone, due donne e due uomini già individuati e altri due da selezionare nell’ambito del progetto di Abitare solidale (leggi anche Abitare Solidale, il progetto contro l’emergenza casa). Per ora, gli inquilini sono tutti italiani, ma La Pietra d’Angolo, capofila del progetto fatto in collaborazione con Società della Salute, Lo Spigolo, Fondazione Pisa, Cesvot, Domus Sociale e Auser gestisce anche 150 profughi. “Aiutiamo chi ha bisogno – ci tengono a sottolineare -. Il resto non ci importa”.
I quattro appartamenti nel centro di Castelfranco di Sotto sono di proprietà della diocesi di Livorno, che li ha concessi a prezzo calmierato rispetto a quello di mercato e le persone che andranno ad abitarli si trovano sì in difficoltà, ma possono comunque permettersi di pagare canone di locazione e utenze. Persone che non si trovano a vivere insieme, ma che lo scelgono, al termine di un lungo percorso di conoscenza e comprensione, visto che poi gli appartamenti hanno spazi a comune. Il primo appartamento è stato affidato a gennaio a due donne, a febbraio il secondo a due uomini. Persone che hanno deciso di condividere un percorso, come hanno fatto le associazioni. “Siamo partiti da un bisogno – spiegano dalla Pietra d’Angolo – e ci abbiamo costruito un progetto. Ci siamo riusciti facendo rete, mettendo ciascuno ciò che poteva e sapeva fare. La rete è la nostra forza” che diventa anche la forza della gente che alle singole associazioni si rivolge e che, da quella rete, si lascia salvare, per ricominciare, più forte di prima. “Noi – proseguono -, ci siamo occupati della ristrutturazione e ci occuperemo della manutenzione, continuando a seguire queste persone in attesa che tornino del tutto autonome. Quel che più ci gratifica, è che questo importante risultato è frutto di un tavolo al quale siedono pubblico e privato con la grande responsabilità di dare risposte a bisogni vitali. Cercando di far incontrare domanda e offerta”.
L’inaugurazione del civico 20 di via Cavour, mercoledì è alle 17. Oltre al vescovo di San Miniato, tra gli altri, ci saranno i referenti delle associazioni coinvolte, il sindaco di Castelfranco Gabriele Toti e il parroco don Ernesto Testi, il direttore della Caritas diocesana don Romano Maltini. (E.ven)