Un lago a ‘compensare’ le fabbriche, la rabbia dei cittadini

16 luglio 2016 | 16:00
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Un lago a ‘compensare’ le fabbriche, la rabbia dei cittadini
Un lago a ‘compensare’ le fabbriche, la rabbia dei cittadini
Un lago a ‘compensare’ le fabbriche, la rabbia dei cittadini
Un lago a ‘compensare’ le fabbriche, la rabbia dei cittadini
Un lago a ‘compensare’ le fabbriche, la rabbia dei cittadini
Un lago a ‘compensare’ le fabbriche, la rabbia dei cittadini

Storia di nutrie, biacchi e zanzare vicino alle case: lo vuole la legge, laghetto compreso. E’ questa la percezione che da qualche tempo imperversa fa agricoltori e residenti di via Quarterona e via di Petriolo a Castelfranco, dove sono attesi proprio in questo periodo i lavori per l’escavazione per una nuova cassa di compensazione.

Un’enorme buca, fonda poco meno di un metro ma che insisterà su di una superficie di quasi 2 ettari, che presto potrebbe essere realizzata in via di Petriolo, nell’area compresa fra la strada l’argine. Lavori, come scrivevamo, già previsti da tempo e legati alle leggi regionali e non solo, che prevedono per le zone alluvionali classificate in un certo modo, come quella in questione, l’escavazione di una buca di tot metri cubi in relazione ad ogni costruzione che si effettui nella medesima area. In altre parole, tanti metri quadri si costruiscono, tanti ne dovranno essere previsti per la cassa d’esondazione, che ha la funzione specifica di prevenire o alleggerire eventuali allagamenti dell’area in caso di esondazione del fiume abbattendo il cosittetto “battente idaulico”, vale a dire l’impatto che in quella specifica zona potrebbe avere la suddetta esondazione in termini di livello d’acqua.

Via Quarterona. Questioni tecniche, certo, ma che rischiano di avere grosse ripercussioni sulla vita dei residenti. Proprio in questi giorni, infatti, sono in molti ad agitarsi e a promettere anche una raccolta firme per le condizioni in cui versa la cassa di compensazione già esistente a pochi metri da via Petriolo, in via Quarterona, all’angolo con la strada provinciale, dove la fossa scavata anni fa si è col tempo trasformata in un vero e proprio laghetto, canneti e fauna compresi. “Non è possibile andare avanti così, siamo alla mercé di zanzare, topi e serpenti che popolano il quartiere da quando è stata scavata la cassa” racconta l’agricoltore e residente della strata Marco Frangioni, presente alcuni giorni fa insieme ad altri ad un incontro con i rappresentanti dell’amministrazione comunale. “La cassa di via Quarterona venne scavata per compensare la zona residenziale poco distante e poi è stata abbandonata a se stessa”. Ed in effetti le condizioni non sono delle migliori: la fossa, infatti, è letteralmente invasa dalle canne e dall’erba alta, ed anche in questo periodo di siccità, con la pioggia che non si vede da molto tempo, è parzialmente invasa dall’acqua. “Quando poi comincia a piovere diventa un vero e proprio lago a ridosso delle case, richiamando animali di ogni genere” continua “ci sono persino delle nutrie che stazionano nello specchio d’acqua. Qualcuno dovrebbe tenerla pulita, ma evidentemente non lo fa. Cosa succederà adesso che le casse diventeranno due?”.

Via di Petriolo. Proprio l’imminente escavazione della seconda cassa preoccupa non poco alcuni dei residenti. Prevista in via di Petriolo, servirà per compensare l’area artigianale del Macrolotto. “E’ dal 2003 che sento parlare di questi lavori di compensazione collegati alla nuova area industriale, e dal comune hanno cambiato più volte versione su cosa avrebbe dovuto nascere qui vicino a casa” racconta Claudio Pistolesi, vecchio proprietario dei terreni che adesso dovranno ospitare la cassa. “Prima me li bloccarono, impedendomi di farci alcunché tranne lavorarla, poi inserirono l’area in questa operazione del Macrolotto e mi offrirono in cambio uno spazio nella nuova zona industriale: optai per la vendita. Dovevano farci il parco fluviale, dicevano. Poi invece si parlò di un’area adibita alle feste e sagre di paese, attrezzata per gli eventi. Infine saltò fuori che avrebbero dovuto scavare e a quel punto sono emerse tutte le preoccupazioni. Già abbiamo a che fare con un lago al di là della strada, adesso me lo ritroverò intorno a casa? Chi si occuperà della pulizia e della manutenzione? Non sarebbe stato meglio trovare un’unica area lontana dal centro, senza che un quartiere debba pagare con i disagi i lavori della zona industriale?”.

Nilo Di Modica