
Le sue ultime fotografie sono quelle di una gita spensierata, scherzando con gli amici nel paese da cui proveniva, quel Marocco da cui Radouan El Hadri, ragazzo di 28 anni che abitava a Montecalvoli, molto noto anche a Pontedera dove aveva frequentato l’Istituto Pacinotti, non tornerà mai più.
A tradirlo, in un malore, quel cuore per il quale lui e tutta la sua famiglia avevano lottato, e che gli era stato dato dopo un difficile intervento. Un ragazzo che era abituato a lottare, di una tempra che oggi viene ricordata dai molti che gli rivolgono un tributo sulla sua pagina facebook e dalle tante foto del pugile Mohammed Alì, suo idolo. Sentitosi male nel paese africano, era stato ricoverato in una clinica, dalla quale gli amici si erano mobilitati, insieme alla famiglia qui in Italia, per portarlo d’urgenza a casa e permettergli di essere visitato nella dai medici che avevano seguito il suo percorso dopo il trapianto. Ieri mattina poi tutte le speranze sono cadute, quando il ragazzo è deceduto. Molto noto nella comunità musulmana che frequenta la moschea a La Bianca di Pontedera, oggi è pianto anche dai tanti ragazzi di Santa Maria a Monte che lo conoscevano bene. Fra questi anche Jhonatan Canini, regista del film “Oh quanta fila c’era”, che in un commovente ricordo dell’amico sul social lo saluta. “Mi raccontasti la tua storia e la voglia di farla conoscere. Radouan ha subito un trapianto di cuore e ogni giorno ringraziava chi gli ha permesso di tornare a vivere (il cuore era di un italiano)” scrive. “Una volta che saresti tornato dal Marocco avremmo dovuto raccontare la tua storia con un film-documentario. Volevi trasmettere questo messaggio: le religioni che ‘dividono’ i popoli, sono insignificanti di fronte alla vita”.