Torre abbraccia Simone Buti: una serata magica – Foto foto

Appena la figura di Simone sbuca da dietro il campanile l’accoglienza è di quelle che fanno venire la pelle d’oca. Centinaia di persone in piedi, migliaia di mani che applaudono e che lo cercano, per una stratta di mano o anche solo per una pacca sulla spalla, insieme ad un coro di voci che ripetono il suo nome. Come un grande, gigantesco abbraccio all’atleta, al campione, ma soprattutto al ragazzo della Torre. L’abbraccio collettivo di un paese, di Fucecchio e del comprensorio, ma idealmente di tutta l’Italia.

“Percorrere questi pochi metri è stata davvero tosta”, dice Simone Buti appena salito sul palco, ieri sera, per la festa organizzata in suo onore. Pochi gradini che certo non saranno quello del podio di Rio, ma che forse sono capaci di trasmettere un’emozione ancora più grande. A dirlo sono proprio gli occhi del campione. L’espressione commossa e serena di un’atleta che risponde all’accoglienza da rock star con la consueta naturalezza, firmando per tutta la sera centinaia di autografi e mettendosi in posa per altrettanti selfie. A tutti Simone non fa mancare il consueto sorriso e qualche battuta, come un vecchio amico che torna al circolo del paese dopo essere mancato per un po’. Perché Simone Buti è soprattutto questo: è il ragazzo della Torre, rimasto tale nonostante la brillante carriera nel volley che conta e una medaglia d’argento che brilla sotto le luci di piazza San Gregorio.

 

“Un ragazzo d’oro”
Una piazza che ieri sera ha vissuto le emozioni di una festa senza dubbio riuscita, voluta e organizzata dalla contrada, dalla Pro Loco e dall’Unione ciclistica insieme alla parrocchia e al circolo San Gregorio, rappresentati in apertura di serata dai presidenti Giancarlo Venieri, Roberto Pellegrini e Rino Testai insieme a padre Tommaso. Una serata di riconoscimenti e di ricordi, che ha ripercorso la carriera di Buti attraverso le persone che qui lo hanno visto crescere, a cominciare dai primi pomeriggi in palestra con la Folgore San Miniato. A ricordare quegli anni sono stati gli ex allenatori, Alessandro Lazzeroni, Gianluca Bastiani e Isaia Cervigni, “senza i quali oggi probabilmente non saremmo qui a festeggiare questa medaglia”, ha detto Simone, ricordando di aver iniziato la carriera da pallavolista in ritardo, ormai a 15 anni, ringraziando la Folgore San Miniato per avergli dato questa opportunità: “La Folgore avrà sempre una parte del mio cuore”.
Un legame forte quello con la società sanminiatese, testimoniato anche dalle parole di Mario Maltinti: “Non è solo un grandissimo giocatore ma è anche un ragazzo d’oro, il ragazzo che tutti i genitori vorrebbero avere”, ha detto Maltinti regalando parole di elogio anche per i genitori: “che tutti i giorni, senza mai lamentarsi, facevano in su e in giù tra la Torre e San Miniato”.

L’omaggio di Fucecchio e non solo
“Tra qualche anno, magari, se volesse vanire da noi, un posto per lui si trova sempre”, ha detto dal palco il presidente del Volley Fucecchio Luca Boldrini, che ha consegnato a Buti la nuova maglia della società bianconera, preceduto anche dalle giovani pallavoliste del New Volley Fucecchio.
Fra i tantissimi a complimentarsi con Simone c’è stata anche la telefonata in diretta di Alessandro Lambruschini, l’atleta fucecchiese, oggi residente a Modena, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atlanta del 1996. A salire sul palco, poi, è stato il vicedirettore di Sky Sport Lorenzo Dallari, che ha rivolto a Simone anche un paio di domande sul prossimo campionato con la Sir Safety Perugia, società che quest’anno sarà zeppa di nazionali, decisa più che mai a puntare al titolo italiano dopo due aver perso due finali scudetto. Fra i tavoli della Torre, infatto, c’era anche un gruppo di supporter, i “Sirmaniaci”, arrivati dal capoluogo umbro.
Parole al miele, ovviamente, anche da parte del sindaco Alessio Spinelli, salito sul palco insieme a sindaci e assessori arrivati dai vari comuni del comprensorio del Cuoio e della Valdinievole. Con tutti Simone non ha mai smesso di ringraziare, regalando con la propria esperienza l’immagine di uno sport come metafora della vita, dove impegno e dedizione sono ciò che può fare la differenza tra il giocatore e il campione (come sottolineato dai suoi ex allenatori).

Il cuore grande del campione
Ad aprire la serata, però, è stato il minuto di silenzio per le vittime del terremoto. Un dramma che ha accompagnato la festa, con la lotteria di ben 31 cimeli che Simone ha messo a disposizione per la lotteria: maglie, completi, borse e valige, tutto firmato Italvolley, il cui ricavato andrà alle popolazioni colpite dal sisma. Con lo stesso scopo è stata anche messa all’asta la divisa indossata da Simone nella partita con la Polonia che ha permesso alla nazionale azzurra di qualificarsi per le Olimpiadi: alla fine è stata la contrada ad aggiudicarsela, strappandola alla concorrenza per 610 euro. Intanto, da ieri mattina, Simone ha messo all’asta su ebay anche la divisa della finale, destinata ancora una volta alla solidarietà per le zone colpite dal terremoto.
“Ringrazio l’organizzazione perché è stato fatto un lavoro grandissimo” ha detto Simone prima dei fuochi d’artificio, seguiti subito dopo dall’incontenibile richiesta di scatti e di autografi. Simone, ancora una volta, non ha voluto deludere nessuno.

Testo e foto
Giacomo Pelfer


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