Fondazione Lotti gestirà casa museo. Carismi non ci sta

La Fondazione Dilvo Lotti si farà e gestirà la casa museo al numero 22 di via Paolo Maioli. Anche se, forse, il Comune di San Miniato potrebbe esserne socio unico. Nella seduta di oggi 30 giugno, il consiglio comunale ha votato la presa d’atto del legato testamentario disposto da Giuseppina Gazzarrini, vedova di Dilvo Lotti.

Prima di morire, con questa particolare disposizione testamentaria, la signora Lotti aveva attribuito la casa e tutto ciò che continene a Carismi, Fondazione Cassa, Diocesi e Comune con l’esplicita volontà di farne una casa museo. Un regalo, insomma, suo e del defunto marito, alla città nel senso più ampio, costruita su questi quattro pilastri, del quale potessero godere tutti. Un lascito impegnativo, da far diventare patrimonio di San Miniato e pezzo prezioso della cultura della città. Un lascito per il quale Carismi e Fondazione hanno già dichiarato la non accettazione. Stessa intenzione, ha detto la segretaria relazionando in consiglio, manifestata anche dal vescovado. Che, in realtà, starebbe facendo alcune valutazioni e non avrebbe ancora chiara la posizione da prendere. Per questo, in attesa di una decisione definitiva della diocesi, il consiglio comunale ha votato il testo con una modifica, dichiarando di accettare le disposizioni testamentarie qualunque siano le intenzioni degli altri. Un’assunzione di responsabilità importante, votata da 14 consiglieri (11 favorevoli e 3 astenuti) dei 16 presenti alla seduta odierna: Laura Cavallini e Vittorio Gasparri sono usciti.
Le posizioni
“Siamo in grado di gestirla?”, si è chiesta la consigliera Cavallini. “Uscirò – ha spiegato nelle intenzioni di voto – perché avrei voluto discutere di come gestire la casa museo, non della volontà di farlo o no. Chiedermi se posso e non se voglio. Non possiamo sperare nell’Art Bonus o nelle sponsorizzazioni: il museo della memoria è ancora fermo. A mio giudizio, questo atto è ininfluente, perché non so se potrò gestire la casa museo”. Stesso genere di dubbi quelli sollevati dal consigliere Carlo Corsi, che dice “mi fa strano che Carismi e Fondazione si siano ritirate. La vita di Lotti e quella della Banca sono andate di pari passo. Si vede che la gente della banca è cambiata e anche la banca stessa”.
“In commissione, mentre si discuteva come procedere sul lascito – ha spiegato il consigliere Alessio Spadoni – ho notato un po’ di amarezza tra i colleghi delle varie forze politiche perché gli altri soggetti hanno rinunciato. Certo, probabilmente rendere fruibili questi spazi e queste opere richiederà un po’ di impegno anche economico, ma non è giusto sottrarci. D’altra parte, alla fine, avremo un museo in più da visitare, che, mi piace ricordarlo, è sulla via Francigena”. (E.ven)

 

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