





Sono circa una ventina le persone che questa mattina, 8 ottobre, ombrelli alla mano hanno sfidato la pioggia a Ponticelli per partecipare alla manifestazione indetta da Progetto Repubblicano e Rifondazione Comunista. Il tutto per chiedere maggiori servizi per la frazione e, in primis, un progetto di messa in sicurezza dei ponti su Usciana, Antifosso e Collettore, oltre ad un mercato settimanale.
“Il tempo non ci ha aiutato” ha detto uno dei promotori Alberto Fausto Vanni “ma certo che considerando anche la pioggia non possiamo lamentarci. La partecipazione va oltre le aspettative. I motivi che ci portano in piazza sono molteplici e afferiscono a problemi che per troppo tempo sono stati lasciati in insoluti in quella che è la frazione più grande e commercialmente appetibile del comune. Chiunque, passando da via Usciana nelle ore della mattina, si può rendere conto che questa frazione è una congestione continua. Come è evidente che prima o poi qualcuno, andando a piedi attraverso uno dei ponti, magari con una busta della spesa di ritorno dalla Coop, farà qualche brutta esperienza passando per uno di quei marciapiedi larghi appena mezzo metro: serve un piano di sviluppo per i servizi e le infrastrutture di questa frazione”.
Il presidio, una volta riunitosi all’altezza della piazza di fronte all’hotel “Il Poeta”, scortato dai vigili ha attraversato tutta la frazione, fino a giungere al ponte che passa sopra l’Usciana. Fra le richieste dei manifestanti, anche la conclusione dei lavori per l’allacciamento (oggi incompleto) fra il quartiere residenziale delle scuole e della nuova chiesa e la via Francesca “che aiuterebbe a smaltire il traffico nelle ore di punta”, ma anche nuove pensiline alle fermate del bus, che ogni mattina sono prese d’assalto dagli studenti e nuovi servizi decentrati, come l’ufficio postale. “Questo è solo l’inizio” assicura Massimo Cavallini, di Rifondazione. “Questa frazione è stata lasciata a sè stessa troppo a lungo e abbiamo intenzione di ribadire le nostre proposte e farci ascoltare da chi di dovere”.
Nilo Di Modica