Marconi a La Scala, comodato di 2 anni e lavori in 35 giorni foto

L’accordo prevede quasi due anni di comodato gratuito, fino all’agosto 2018, oltre i quali scatterà un’indennità progressiva per ogni ulteriore periodo di utilizzo. Nel frattempo, la Provincia si è già mossa per affidare a stretto giro i lavori, con l’obiettivo di iniziare già dalla prossima settimana. Lavori che avranno comunque un periodo contrattuale di 35 giorni, attraverso i quali, salvo clamorose accelerate, i ragazzi del liceo Marconi potranno entrare a La Scala non prima del 7 di gennaio, al termine della pausa natalizia.

Si è finalmente sbloccata, infatti, la trattiva per l’utilizzo degli ex uffici Carismi di via Trento, grazie all’ok arrivato questo pomeriggio, 15 novembre, dal Cda della società Polis, gestore della struttura de La Scala. Un edificio, quindi, che secondo il cronoprogramma fissato dalla Provincia, sarà chiamato ad ospitare il Marconi per il resto dell’anno scolastico in corso e anche per il prossimo, permettendo di lavorare contemporaneamente su due fronti: capire quale sarà il futuro dell’immobile all’interporto di San Donato, e insieme cominciare a progettare la sede definitiva del nuovo liceo.

Il comodato
Ma veniamo ai dettagli. Il passaggio di oggi nel consiglio di amministrazione di Polis, in pratica, ha ratificato l’accordo già raggiunto lo scorso martedì nel vertice che si era tenuto a Milano, seguito negli ultimi giorni da nuovi colloqui telefonici per “limare” alcuni aspetti del contratto. “La formula è quella del comodato gratuito fino all’agosto 2018, dopo il quale è prevista un’indennità di occupazione il cui importo varia in base alla durata”, ha spiegato Giovanni Viale, dirigente della Provincia, nell’incontro con i genitori, gli studenti e il personale del Marconi ospitato lunedì pomeriggio in sala consiliare a San Miniato.

Chi eseguirà i lavori
Come spiegato proprio da Viale, ad eseguire gli interventi sarà la stessa Provincia, nonostante in un primo momento fosse stata ipotizzata la strada di affidare i lavori al gestore privato, ovviamente in cambio di un indennizzo, in modo da garantire tempi più celeri. “Tuttavia – ha rassicurato Viale – per accelerare i tempi, abbiamo fatto scrivere nel comodato che, appena ci sarebbe stata la firma, loro avrebbero subito concesso, automaticamente, anche la disponibilità del bene e l’autorizzazione ai lavori”.

L’affidamento
In questo modo, la Provincia ha avuto la possibilità di muoversi subito per l’affidamento, con un iter ad hoc già approvato dal presidente Marco Filippeschi. La formula, in pratica, è quella della “procedura negoziata”, vale a dire dell’invito diretto ad un numero limitato di soggetti considerati adeguati e affidabili per gli interventi previsti. Sette le imprese già contattate dalla Provincia, che sono state invitate a presentare la propria offerta entro le 12 di questo venerdì, quando scatterà automaticamente l’apertura delle buste e l’affidamento alla ditta vincitrice. I lavori, in teoria, potranno quindi iniziare già da lunedì 21, quando scatteranno i 35 giorni di tempo previsti dal contratto. “Si intendono 35 giorni naturali e consecutivi – ha precisato l’ingegnere Genoveffa Carluccio della Provincia -. Le imprese che abbiamo invitato sono tutte ditte di grandi dimensioni, dotate del personale e delle attrezzature necessarie per eseguire i lavori entro i tempi fissati. Sono imprese del territorio con le quali abbiamo già lavorato e che per noi rappresentano una garanzia”.

I tempi
A determinare i tempi, fissati in 35 giorni, è soprattutto la discriminante relativa ai materiali, che in molti casi dovranno essere ordinati su misura. “È questo – ha spiegato Carluccio – che allungherà le tempistiche rispetto alle 3 settimane di cui avevamo parlato inizialmente”. Ad ogni modo, l’ingresso a La Scala è stato assicurato per il 7 di gennaio, anche se i genitori avevano chiesto la disponibilità di poter far entrare già a dicembre almeno le classi quinte. “È un obiettivo che ci poniamo ma sul quale per adesso non possiamo rispondere – ha detto Viale – perché dobbiamo anche garantire alla ditta di lavorare in sicurezza all’interno dell’edificio”.

Le indagini a San Donato
Nel frattempo, proseguiranno le indagini della Provincia nell’immobile di San Donato dichiarato inagibile nel mese di ottobre. In attesa di capire quali decisioni assumerà la Procura, l’obiettivo della Provincia è capire cosa e quanto servirà per mettere in sicurezza l’edificio, per poi capire se e come potrà essere riutilizzato in futuro. L’ipotesi di un ritorno a San Donato dal settembre 2018, al momento, non viene esclusa del tutto, anche se come sede temporanea in attesa del trasferimento nel nuovo liceo.

La sfida del nuovo liceo
Su questo si dovrà aprire una terza partita ancora tutta da giocare. Il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini ha garantito di avere un terreno a diposizione, a quanto pare nell’area del Fontevivo, con tanto di stima di massima che si aggira intorno agli 11 milioni di investimento. “Per prima cosa occorre individuare l’area – ha sottolineato l’ingegnere Carluccio – dopodiché noi ci impegniamo a fare un studio di fattibilità in tempi brevi”. La stessa Provincia, però, sembra escludere l’ipotesi di un ritorno nella vecchia sede di via Catena, principalmente per un problema di spazio. “Per una scuola servono 10 metri quadri a ragazzo – ha spiegato Carluccio -: se pensiamo ad un liceo da 800 ragazzi servono 8mila metri quadri coperti”.
Su questo, il sindaco ha anche ricordato l’impegno dalla Regione e dal Governo nell’incontro di venerdì con il sottosegretario Luca Lotti. “La Regione – ha detto il sindaco – ha dato la propria disponibilità a finanziare la progettazione esecutiva, mentre il sottosegretario Lotti si è impegnato a stanziare le risorse per la realizzazione del liceo, ammesso che l’attuale Governo sia ancora in carica quando verrà il momento”.

Le incognite sulle iscrizioni
Da parte di genitori e insegnanti, la richiesta è quella di fornire al più presto indicazioni certe sul futuro, a cominciare dalla localizzazione del nuovo liceo. Il tutto pensando anche alle prossime iscrizioni, nelle quali la scuola teme un calo di iscritti che rischierebbe di far perdere l’autonomia del Marconi. Anche la Provincia, da questo punto di vista, non ha fatto mistero della propria preoccupazione, ribadendo la necessità di salvaguardare e mantenere il liceo a San Miniato, anche per evitare un ulteriore aggravio di ragazzi sul polo scolastico di Pontedera.

Giacomo Pelfer

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