‘L’amico ritrovato’ per una promessa, la Memoria lega le famiglie

18 novembre 2016 | 14:35
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‘L’amico ritrovato’ per una promessa, la Memoria lega le famiglie
‘L’amico ritrovato’ per una promessa, la Memoria lega le famiglie
‘L’amico ritrovato’ per una promessa, la Memoria lega le famiglie
‘L’amico ritrovato’ per una promessa, la Memoria lega le famiglie
‘L’amico ritrovato’ per una promessa, la Memoria lega le famiglie

Tutto era cominciato con il ritrovamento di una lettera ingiallita negli archivio storico del comune di San Miniato. Una lettera che parlava degli anni della guerra e di una promessa fatta da Giuseppe Lelli, originario di Isola nel Valdarno e Tolmino Carmignani che invece era nato nell’alta Val di Lima sul versante pistoiese.

Due toscani che dopo l’8 settembre ’43 si trovarono a condividere la prigionia nel campo di lavoro di Bockeweitz, nella Germania che poi rimarrà occupata fino al 1989. Una storia di cui ilcuoioindiretta.it e luccaindiretta.it (leggi qui) avevano già raccontato, quando Ilaria Nieri, pronipote di Giuseppe Lelli cominciò le ricerche storiche per rintracciare quell’uomo, quell’amico di suo zio, di cui la famiglia aveva perso le tracce. Lelli non tornò mai a San Miniato e finì i suoi giorni nel campo ucciso a bastonate, Carmignani invece sopravvisse al langer e conclusa la Guerra dopo essere tornato in Toscana onorò la promessa fatta all’amico prima che venisse ucciso, portando il suo orologio alla madre che viveva a Isola di San Miniato.
Le due famiglie oggi (18 novembre) si sono incontrate, dopo più di 70 anni da quella vicenda che ha unito Tolmino e Giuseppe e la memoria dei loro discendenti. Le famiglie dei due amici si sono incontrate nel municipio di Lucca nella sala degli Specchi coinvolgendo anche di due sindaci Vittorio Gabbanini per San Miniato e Alessandro Tambellini per Lucca. Tante emozioni ma anche grande orgoglio di aver conosciuto quelle persone, e anche se il nipote di Giuseppe, Virgilio Lelli, oggi riesce a raccontare con fatica quel poco che ricorda non servono parole per comprendere i suoi stati d’animo.
Una storia toccante sul piano umano ed emozionante dal punto di vista storico. Una ricostruzione della memoria personale che si interseca con quella collettiva delle deportazioni nei lager nazisti, che dopo oltre 70 anni si è compiuta quando i familiari di Lelli hanno incontrato Giacomo il figlio di Tomino Carmignani al comune di Lucca nella sala degli Specchi.
“Non le nascondo che è già del tempo che sono tornato, avrei dovuto scrivere subito, ma non ne ho avuto il coraggio”.
Questa è una frase tratta dalla lettera datata 19 novembre 1945, lettera grazie alla quale si è potuta ricostruire la storia di Giuseppe Lelli e Tolmino Carmignani.
La lettera era riaffiorata, come spiega la pronipote di Lelli, Ilaria Nieri, durante una ricerca nell’archivio comunale nella quale cercava storie di partigiani. Quando si è trovata tra le mani quel foglio ingiallito con scritto il nome di suo zio di cui da anni cercava notizie, è stata un’emozione forte.
Così Ilaria, si è messa subito alla ricerca di quel nome scritto in fondo alla lettera, prima interessando i comuni di Piteglio e San Marcello Pistoiese, senza però ricevere nessuna risposta. Poi dando il materiale ai due quotidiani on line. Dopo gli utenti di facebook hanno fatto il resto, postato l’articolo della scoperta della lettera sul gruppo “Sei di San Marcello se…”. Una lettrice, Michela Teodori – oggi residente a Ponte a Moriano – leggendo il nome di Tolmino, un amico di famiglia tanto caro, ha subito contattato Nieri.
“Quando ho trovato quella lettera ho avuto un tuffo al cuore – spiega Ilaria – quando poi ho letto il commento della signora Michela e poco dopo ho sentito il telefono squillare, ho provato una sensazione davvero strana da poter descrivere”.
Un’amicizia quella tra Tomino e Giuseppe suggellata non solo da grande affetto ma da una promessa: “Se uscirai vivo da qui – disse Giuseppe all’amico – ti prego di portare a mamma il mio orologio”. E così, quando finalmente la Germania fu lontana e Tolmino tornò a casa, in val di Lima, andò, in sella alla sua bicicletta fino a Poggio a Isola, nel comune di San Miniato, per mantenere la promessa fatta a quel amico che la prigionia nazista si era portato via.
Le ricerche prima di oggi
Già in passato, alla fine degli anni ’80, la famiglia di Giuseppe Lelli aveva cercato di avere notizie almeno del suo corpo, credendolo sepolto nel cimitero ‘dei soldati’ di Gemeindefrienhof Kleinleipish e cercando di avviare le procedure per lo spostamento della salma qui, in Italia. Solo grazie alla lettera del signor Tolmino, che adesso giace nel cimitero di Mulerna, vicino a Ponte a Moriano nel comune di lucca dove si era trasferito con la famiglia dopo la guerra, si sa che purtroppo Giuseppe è finito, come molti prigionieri, in una fossa comune.
I familiari avrebbero tanto voluto portare fiori e preghiere alla sua tomba, ma da oggi pomeriggio almeno potranno onorare la memoria del suo amico che a costo di percorrere decine di chilometri in bicicletta tenne fede alla promessa fatta. Un cerchio che finalmente si chiude, una famiglia che finalmente è riuscita a far pace con la storia ma, soprattutto, un’amicizia che vive ancora, nonostante gli anni e le atrocità della guerra che porta via ogni cosa, ma non la verità.