Sei nuovi negozi nel centro storico di S.Maria a Monte

Si chiamano Claudio Carli, Simona Valori, Ilaria Gambogi, Stefano Cerri, Serena e Cesare Nuti. Sono loro i “magnifici sei” da cui il centro storico di Santa Maria a Monte cercherà di risorgere dalle sue ceneri. Sei storie che a partire dai prossimi 8 e 10 dicembre si intrecceranno, in certi casi per la prima volta, in altri per quello che potremmo definire un “ritorno di fiamma”, con la sorte dell’antica via Renaio, il Corso Carducci nel quale sorgeranno i nuovi negozi.

Un risultato per certi versi storico, seppure ancora in fase sperimentale, dei bandi per il rilancio del centro di “Smam, il borgo che vorrei”, lanciati dall’amministrazione appena sei mesi fa. Una serie di incentivi, sia per chi apre una nuova attività, sia per chi mette a disposizione i fondi, che hanno convinto i vari imprenditori, in gran parte provenienti da Ponticelli, a scommettere ancora una volta sul centro storico in cima alla collina. Una rete di sostengno che in qualche modo va ad ovviare al grande problema di tutti i centri storici a rischio spopolamento che si vorrebbero recuperare: far riaprire più attività nello stesso momento, tutte insieme, in modo che si creino le condizioni ed il circolo virtuoso del commercio. Ed è così che a partire da dicembre, con un’inaugurazione collettiva che partirà in occasione della due giorni, il 10 ed 11, dei mercatini natalizi in piazza organizzati in collaborazione con la Pro Loco, lungo via Carducci riapriranno sei imprese commerciali. Ecco quali:

Renaio.11. Questo il nome scelto da Claudio Carli, già titolare del Bar Centro Storico, per un negozio di articoli da regalo. “La presa in gestione del bar, tempo fa, sembrava una piccola follia – racconta – invece si sta dimostrando la prova che quando c’è la volontà di investire e di mettersi in gioco per il bene del centro storico i risultati poi arrivano”.

The Dream (il sogno). Un nome che è anche un manifesto d’intenti quello di Simona Valori, già titolare di un atelier di sartoria su misura che porterà su, all’ombra della rocca, un negozio di capi lavorati a mano, ricamo e oggettistica, come i cappelli. Oltre che una piccola scuola di sartoria.

Il coccio e la tela. Storico negozio di Bientina gestito da Ilaria Gambogi, si sposterà definitivamente nel centro santamariammontese. “Sto a Santa Maria a Monte dal 1980, e vedere morire il centro storico è stata un’esperienza orribile – racconta. – Anche per questo appena c’è stata questa occasione ho deciso di mettermi in gioco”.

Feba Italia. Giovanissima ma agguerrita start up nata nel 2014 a Ponticelli, produce oggettistica d’arte in ceramica e può già vantare la presenza sul mercato americano e la partecipazione ad importanti esposizioni a Miami e New York. “Da tempo volevamo mettere su uno showroom tutto nostro, dove esporre alcune delle nostre creazioni artigianali – racconta uno dei titolari Stefano Cendi – dovendo fare questo importante passo, non potevamo che pensare a quel centro storico dove sono cresciuto, con la speranza che altre aziende del territorio vogliano investire in questo bel centro storico, che sembra uscito dalla tavolozza di un pittore”.

Il Mercatino di Ragazzi d’Italia. Storico negozio di Santa Maria a Monte e Ponticelli legato alla famiglia Nuti, che dal 1980 iniziò la vendita di abbigliamento per bambini e ragazzi, aprirà una succursale nel centro storico con alcuni prodotti più particolari, legati ad offerte e promozioni, sotto la guida della storica commerciante Serena. Il padre Cesare poi, falegname, sarà il titolare dell’altro negozio legato all’antiquariato e ai mobili antichi.

Un grande passo per il paese, del quale non possiamo che essere soddisfatte – dicono la sindaca Ilaria Parrella e la vicesindaca e assessore al centro storico Manuela Del Grande. – In un moneto così critico per la nostra economia trovare qualcuno che abbia voglia di investire nel futuro del centro storico è molto difficile, avere questa risposta collettiva è il segno che qualcosa anche a Santa Maria a Monte si muove, che aspettava solo il giusto sostegno da parte dell’amministrazione. Crediamo sia fondamentale, adesso, che altri seguano l’esempio, perchè solo così sarà possibile ricreare quanto la crisi e lo spopolamento hanno impoverito. Con questa sperimentazione gettiamo le basi anche per questo”.

Nilo Di Modica

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