Riabilitazione negata a Volterra per un’anziana di Montopoli perché pisana

È stato il medico di famiglia, alla fine, a doversi spendere per dimostrare che la propria paziente, in quanto cittadina del comune di Montopoli, è sì residente in provincia di Pisa ma a livello sanitario è servita dalla nuova Asl fiorentina. Era questa, infatti, la condizione necessaria per ricoverare la donna al centro di riabilitazione Auxilium Vitae di Volterra: “Se la paziente è servita dall’Asl fiorentina può essere ricoverata, se è dell’Asl pisana no”. È la risposta che il medico si è sentito dare da un collega, in una struttura ubicata proprio all’interno della nuova Asl Nord-Ovest cui fa capo anche la vecchia Asl 5 pisana.

“Una situazione assurda” la definisce Massimo Tesi, medico di famiglia di Montopoli, che racconta l’accaduto in una nota per sottolineare le difficoltà, da un lato, di un territorio di confine come quello montopolese, e dall’altro per reclamare spiegazioni rispetto a questa disparità di trattamento.
“La mia paziente, di 75 anni – racconta Tesi – è stata operata ai primi di novembre a Firenze per una doppia sostituzione valvolare cardiaca mitro-aortica. Dopo i canonici giorni di rianimazione è stata trasferita all’ospedale di competenza territoriale di Empoli e dimessa a domicilio sabato 19 novembre. Visitandola a casa il lunedì successivo, ho trovato la paziente in condizioni cliniche accettabili, ma con respiro affannato e facilmente stancabile anche per sforzi minimi sforzi: è bene ricordare che fino a qualche mese prima dell’intervento, nonostante l’età, la donna lavorava ancora la terra”. Da qui la decisione del medico di avviare la paziente ad un percorso di riabilitazione “Considerato che non era stato fatto a Firenze, come da prassi, e che l’ex Asl 11 di ne è sprovvista, ho deciso autonomamente di avviarla ad un percorso di riabilitazione cardiocircolatoria nel centro di eccellenza dell’Auxilium Vitae di Volterra”.
Una struttura all’avanguardia quella volterrana, convenzionata con il servizio sanitario regionale. “Tuttavia, contattando la struttura – riprende Tesi – in 5 giorni i familiari non sono riusciti a ricoverarla per motivi burocratici. Così, sabato scorso ho telefonato direttamente ad un collega di reparto che mi ha detto testualmente: ‘Se la paziente è dell’Asl fiorentina può ricoverarsi, se invece è dell’Asl pisana non può’. Non sono riuscito a fargli capire che la signora, pur essendo del comune di Montopoli, provincia di Pisa, è assistita dalla mega Asl Centro di Firenze. Ho dovuto inviare un fax con tessera sanitaria della donna, le mie credenziali di medico convenzionato per l’Asl fiorentina e quant’altro testimoniasse quanto io sostenevo. Ieri, finalmente, la paziente ha iniziato il suo percorso riabilitativo”.
Nonostante il lieto fine, però, i dubbi restano tutti: “Mi viene da considerare, per prima cosa – dice Tesi – quanti altri medici di famiglia avrebbero insistito oppure, per inesperienza o quieto vivere, avrebbero desistito a scapito dell’interesse dei propri assistiti”. Ma a lasciare interdetto il medico è soprattutto la disparità di trattamento: “Trovo ancor più grave subordinare l’accesso ad un centro di eccellenza, come quello di Volterra, tra i migliori in, ad un semplice criterio geografico. Tutti i centri di questo tipo dovrebbero essere fruibili almeno da tutti i toscani. Spero che qualche addetto ai lavori mi voglia dare una risposta plausibile”.

 

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