Era agonizzante in strada, cane muore aspettando i soccorsi

5 dicembre 2016 | 16:34
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Era agonizzante in strada, cane muore aspettando i soccorsi

Stava tornando a casa poco dopo le 1 di notte. Quando, in via dei Mori a Fucecchio, qualche sera fa, ha visto un cane sulla strada che stava male, con la bava alla bocca, racconta una fucecchiese, L.C. le sue iniziali.

Con il cane, un meticcio marrone di piccola taglia, c’era già un uomo, anche lui passato lì per caso poco prima. Hanno deciso di non lasciare solo l’animale e hanno allertato immediatamente i vigili urbani, chiedendo aiuto: “Considerata l’ora – spiega la signora – c’era poco altro da fare. I vigili ci hanno detto che avrebbero allertato gli addetti, che sarebbero arrivati in 15 minuti. Alle 2, però, eravamo ancora lì da soli, così li ho richiamati. Mi hanno detto che stavano partendo da Pontedera e che sarebbero arrivati a momenti. Quando, alle 2,30, sono arrivati, però, il cagnolino ci era già morto tra le braccia. Non so se avremmo potuto salvare il cane che sicuramente apparteneva ad una famiglia (visto che era ben tenuto) ma di sicuro non abbiamo potuto fare niente perché i soccorsi, che poi soccorsi non erano, sono arrivati dopo oltre un’ora e mezzo dalla prima telefonata. I vigili hanno fatto quello che potevano, ma non è loro competenza intervenire in questi casi”. Spiega ancora L. C. “Quando sono arrivati i soccorsi in realtà erano due persone del canile di Lajatico addette al recupero dei cani randagi, che non avevano nessuna preparazione e nessuno strumento per aiutare un animale ferito, non per colpa loro, ma perché non sono le loro mansioni”.
Il protocollo e la convenzione in essere in questi casi, infatti prevedono, come hanno spiegato i vigili alla signora e successivamente anche l’ufficio ambiente del comune, che a fare il recupero vengano addetti del canile di Lajatico, che non sono dotati di un’ambulanza veterinaria e che per arrivare a Fucecchio partono quasi dalla Val di Cecina, per circa 42 chilometri e un relativo tempo di percorrenza che sicuramente non può essere inferiore all’ora, quando sul territorio del Comprensorio c’è l’associazione Geza, dotata di volontari che hanno una preparazione per operare in questi casi. “Ho chiesto a chi mi ha risposto se fosse il caso di allertare un’ambulanza veterinaria. Loro mi hanno spiegato che non ce n’erano e allora io mi sono offerta di chiamare i volontari di Geza Toscana, che sono preparati per l’emergenza e dotati degli strumenti necessari, ambulanza compresa. La risposta, però, è stata che la convenzione è stipulata con il canile di Lajatico e, quindi, devono essere loro a fare il recupero cani”. Insomma, la burocrazia questa volta potrebbe essere stata fatale, ma non c’è prova scientifica che lo confermi, al cane, ma di sicuro i soggetti forse più preparati, i volontari di Geza, non sono potuti intervenire.
L.C. dopo questo episodio ha avuto uno scambio epistolare con l’ufficio ambiente del comune di Fucecchio, che ha ribadito, secondo quanto riferito da L. C. le sue posizioni e che non si può fare niente per un animale ferito in strada, perché non è previsto un servizio di ambulanza come per gli umani. La signora, inorridendo per la freddezza della burocrazia di fronte a un animale, un essere vivente che muore, ha deciso di scrivere anche al sindaco Alessio Spinelli, che le ha risposto sostenendo che le sue obiezioni sono legittime. Geza al momento a Fucecchio può invece intervenire con gli animali selvatici, per i quali Geza interviene su tutto il territorio.
“Il cane – spiega ancora la signora – è stato portato nella clinica di Sovigliana per chiarire le cause del decesso, in virtù del sospetto avvelenamento, anche a tutela dei molti cani che ci sono in quella stessa zona. Il medico, però, ha accertato che la morte è stata in conseguenza a un urto, forse un incidente”. (E.ven- Ga.Mo.)