Folla commossa, ultimo saluto a Raghi ‘il sognatore’ – Foto foto

La voce di don Udoji si è interrotta di colpo, come bloccata, sopraffatta dalla commozione di un dolore troppo grande. Il parroco e amico si è fermato, con gli occhi rivolti ai fedeli, cercando la forza per riprendere fiato. Un momento di silenzio che più di ogni parola ha caratterizzato l’omelia per ricordare Raghi Cioni, il 20enne di Ponte a Egola investito e ucciso nel pomeriggio di giovedì.

Una cerimonia commossa, celebrata tra le mura del santuario di Cigoli dove il parroco di Galleno e Querce ha voluto leggere il testo di una canzone scritta proprio con Raghi, pochissimi giorni fa. Un testo di protesta e di speranza, dove il giovane appassionato di rap annuncia l’avvento di un cambiamento, “seguendo l’esempio delle grandi anime e dei grandi eroi”, contro “una società dominata da pochi e schiava dei soldi”. Un testo nel quale Raghi, secondo don Udoji, esprime tutto il proprio bisogno di Dio e della verità: “Perché l’esperienza ci insegna che non siamo e che non saremo soli. E questo lui lo aveva capito molto bene”. Un bisogno di verità che proprio attraverso la musica trovava la sua espressione: “Perché Raghi è sempre stato un sognatore”, ha detto il padre Alberto prendendo la parola dall’altare.
Poche parole che hanno commosso la chiesa affollata di amici e conoscenti, arrivati in massa per dare l’ultimo saluto al ragazzo investito e ucciso sulla via Maremmana, a La Serra, da qualcuno che ha preferito fuggire piuttosto che provare a soccorrerlo. Tante le persone che sono arrivate prima della cerimonia per salutare a abbracciare i genitori Alberto e Giuseppina Romeo, che con dignità e forza d’animo hanno trovato una parola e un saluto per tutti. Tra gli abbracci più sentiti quello dell’ex sindaco di San Miniato Alfonso Lippi, da sempre legatissimo ad Alberto, ma anche quello del sindaco Giulia Deidda, degli assessori e dei colleghi del Comune di Santa Croce di cui Alberto e Giuseppina sono due stimati e conosciuti dipendenti. Con loro, in chiesa, anche tanti altri amministratori, a cominciare dal sindaco Vittorio Gabbanini e dagli assessori di San Miniato, fino ai primi cittadini Gabriele Toti di Castelfranco e Giovanni Capecchi di Montopoli. E poi, ovviamente, i tanti amici e conoscenti, di Raghi e della sua famiglia: dai senegalesi dell’associazione Cossan fino agli amici della filarmonica Verdi di San Miniato.
Una folla commossa, che ha atteso l’uscita della bara bianca per liberare un lungo e fragoroso applauso, prima dell’ultimo viaggio di Raghi fino al cimitero di Stibbio. Dopo il riconoscimento del corpo e la rapida ricognizione del medico legale, avvenuta nel tardo pomeriggio di ieri, tutti adesso sperano che il responsabile possa essere individuato, oppure che sia lui stesso a costituirsi, come chiesto ieri dal fratello Adriano in un lungo e commovente post sulla propria pagina Facebook: “È una vergogna. Chi l’ha investito ha fermato la vita di una persona, di un ragazzo giovane assieme alla sua famiglia. Grazie a tutti per esserci vicini”. (g.p.)

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