L’ex sindaco Vellone: ‘Il monumento resti al centro’

“Togliere centralità al monumento significa tradire lo spirito per il quale venne realizzato”. Parola dell’ex sindaco di Santa Maria a Monte Bernardo Vellone, che interviene nel dibattito sulla collocazione del monumento ai caduti in piazza della Vittoria, dopo l’intervento di ieri (30 dicembre) a firma di Franco Donà, nel quale in sostanza si condivideva il progetto dell’amministrazione (leggi qui Piazza Vittoria, ‘Ricordarsi del cippo ogni giorno’). Vellone, al contrario, sostiene che “relegare il monumento ai margini della piazza significhi snaturarne il valore simbolico e depotenziarne le funzioni di memoria storica”.

Al termine della “grande guerra” in tutti Paesi belligeranti si generò una spinta animata dai reduci e dai familiari dei Caduti volta fare vivere il ricordo delle vittime di quella che Papa Benedetto XV ebbe a definire “l’inutile strage”, ossia quella carneficina, in Italia, voluta da una minoranza di intellettuali e da spregiudicati portatori di interessi economici e finanziari e guidata da vertici militari nella quasi totalità inadeguati al compito. A Santa Maria a Monte oltre cento uomini fra quanti vennero richiamati alle armi non fecero ritorno a casa. Quando nel 1926 venne inaugurato il monumento del capoluogo, in contemporanea al Campo della Rimembranza, a Montecalvoli e San Donato erano già stati erette opere commemorative, grazie anche al contributo della popolazione. Nel nostro caso fu l’Associazione nazionale Combattenti e Reduci, presieduta da un ex combattente, il segretario comunale dottor Cacciapaglia a farsi promotrice di una sottoscrizione pubblica per la raccolta di fondi da destinarsi alla realizzazione dell’opera in bronzo e travertino realizzata dallo scultore Frattini, subentrato nel lavoro ad un collega scomparso ed al quale alcuni studiosi continuano, erroneamente, ad attribuire la paternità del “bombarolo”. Dunque l’opera realizzata con le offerte del popolo venne ad essere collocata in uno spazio centrale per la vita sociale, acquistato dal Comune che ne fece progettare e realizzare la sistemazione; lo spazio pubblico creato doveva essere incentrato sulla rappresentazione plastica (ai nostri occhi forse retorica) del ricordo dei caduti che nella vulgata allora vigente erano tutti giovani e forti.
Togliere centralità al monumento significa tradire lo spirito per il quale venne realizzato e, nel secondo dopoguerra, deputato a ricordare pure i caduti del periodo 1940-1945. Nessuno discute la necessità di riqualificare la piazza, esigenza per molto tempo inserita nell’ambito di un progetto di finanza poi naufragato; tuttavia sta emergendo forte e diffusa l’opinione, priva di connotati ideologici, che relegare la collocazione del monumento ai margini della piazza significhi sia snaturarne il valore simbolico che depotenziarne le funzioni di memoria storica della comunità. Aspetto non secondario è poi costituito da un quadro normativo di riferimento prodotto dal legislatore al fine di tutelare il patrimonio storico-culturale legato alla “grande guerra” nella chiara prospettiva di salvaguardia e valorizzazione di quest’ultimo. Collocare ai margini di uno spazio definito qualcosa o qualcuno significa perseguire l’esatto contrario della valorizzazione. Sono stati mossi passi ufficiali nelle sedi preposte per scongiurare lo spostamento del monumento, altri ne seguiranno. Condivido in pieno la battaglia intrapresa dal comitato, senza ideologismi ma con attenzione alla salvaguardia ed alla valorizzazione, quella reale, del nostro patrimonio storico. Del resto è grazie ad una giunta di centro-sinistra che è stata restaurata la Cappella votiva dei Caduti di Montecalvoli, riqualificato il Parco della Rimembranza del Capoluogo e perimetrato il monumento di San Donato. Sempre senza ideologismi.

 

Dott. Bernardo Vellone
Ex Sindaco di S. Maria a Monte

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.