Il Rave è finito: organizzatori radunano i rifiuti – Foto foto

Alla fine la festa è finita, dopo oltre 48 ore di musica no stop e centinaia di persone arrivate da ogni dove. Si è concluso solo nella mattinata di stamani, 2 dicembre, il rave party organizzato nel grande capannone vuoto all’interporto di San Donato (leggi qui Invasione a San Donato: da tutta Italia per il rave party). Una chiusura “pacifica”, con gli organizzatori che, prima di andarsene, hanno provveduto quanto meno a raccogliere i rifiuti in una serie di sacchi d’immondizia rimasti appoggiati alle colonne. All’esterno, invece, restano la distesa di bottiglie e di cartacce gettate ai bordi delle strade, insieme a qualche danneggiamento. Ma soprattutto restano gli interrogativi su un’area che ancora stenta a trovare una destinazione certa e decorosa.

“Diciamo che alla fine è andata bene”, commenta il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini, che adesso può liberarsi della tensione degli ultimi due giorni: “Per fortuna non è successo nulla di grave – dice – e questa è la cosa più importante. Dobbiamo ringraziare la Prefettura e la Questura che stamani, oltre a presidiare e scoraggiare l’accesso, hanno anche inviato dei rinforzi sul posto. Alla fine, però, non c’è stato bisogno di alcun intervento: le persone che erano ancora dentro se ne sono andate raccogliendo anche i rifiuti nei sacchi”.
Quel che è certo è che non si è trattato di una festa improvvisata, ma di rave in piena regola con tutte le attrezzature del caso, a cominciare dai generatori e degli impianti acustici che per due giorni hanno riempito l’aria di musica techno. “È evidente che c’è qualcuno ben organizzato che ha anche un tornaconto economico da certe iniziative – dice il sindaco -. Ad ogni modo è strano che abbiamo scelto l’interporto, forse c’è stato il suggerimento di qualcuno del posto”.
Già a partire da sabato mattina, comunque, i carabinieri hanno identificato molti dei ragazzi che arrivavano o uscivano dall’interporto. Adesso si tratta di capire quali potranno essere le conseguenze, soprattutto in relazione all’occupazione di un immobile privato la cui responsabilità è nelle mani di un curatore fallimentare. Per accedere alla struttura, infatti, è stato divelto e abbattuto un pezzo della recinzione lungo la strada, oltre ad aprire il cancello retrostante per far entrare mezzi e roulotte. Nel bilancio del post rave, però, ci sono anche le cabine elettriche che risultano aperte e danneggiate, insieme ad altre recinzioni sganciate e divelte per aggirare il “blocco” delle forze dell’ordine. Il tutto accompagnato dai rifiuti rimasti ai bordi delle strade, soprattutto nel parcheggio infondo al capannone ma anche nelle strade adiacenti alla stazione di servizio Beyfin.
Un problema che adesso investe il cosiddetto “supercondominio” dell’interporto, che riunisce tutti i proprietari dell’area e che è competente per la manutenzione e la pulizia degli spazi comuni. Ed è proprio al supercondominio che Gabbanini ricorda l’impegno, assunto pochi mesi fa, di installare una sbarra all’ingresso dell’interporto per controllarne l’accesso. “Ovviamente sarebbero entrati anche con la sbarra – dice il primo cittadino – però l’area avrebbe dato quanto meno un impatto diverso. Da questo punto di vista il supercondominio si deve attrezzare”. (g.p.)

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