La storia di Oringa Menabuoi nelle origini di Santa Croce

3 gennaio 2017 | 18:34
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La storia di Oringa Menabuoi nelle origini di Santa Croce

Domani 4 gennaio viene celebrato come ogni anno in modo solenne la patrona di Santa Croce sull’Arno, Santa Cristiana un culto antico legato al complesso monastico tutelato dal ministero per il suo valore artistico, culturale e monumentale.

Un luogo che ha un profondo valore religioso e rappresenta un riferimento storico importante per la comunità di Santa Croce. Santa Cristiana, al secolo Oringa Menabuoi donna di cultura e spirito francescano, scompare il 4 gennaio 1310. Da qui nasce la devozione di Santa Croce sull’Arno. Domani questa tradizione religiosa si rinnoverà come ogni anno con celebrazioni che cominceranno dalle 6,30 del mattino ora della morte della santa. Il programma prevede prima il canto delle lodi e la santa messa del “transito” in Santa Cristiana. Alle 8,30 una messa in Santa Cristiana e alle 10,30 il canto dell’Ora Media in Collegiata e processione verso la Chiesa Santa Cristiana, qui seguirà la celebrazione eucaristica solenne presieduta dal vescovo della diocesi Andrea Migliavacca. Nel pomeriggio dalle 15,30 proseguiranno le celebrazioni religiose con la preghiera a santa Cristiana poi alle 16,30 la processione, celebrazione del trionfo della Santa, alle 17,30 il canto dei vespri e alle 18 la celebrazione di una nuova messa solenne.
Sarà una giornata intensa che rinnoverà un afflusso continuo di tantissime centinaia di fedeli e semplici cittadini non solo santacrocesi nella chiesa di Santa Cristiana per partecipare alle celebrazioni religiose, per rendere omaggio e pregare davanti al simulacro della Santa, per stringersi alle suore e apprezzare la bellezza del complesso monastico di piazza Santa Cristiana e Viucciola, fondato proprio dalla Santa su un terreno donato dal comune di Santa Croce sull’Arno. 

Nota storica
Riportiamo di seguito la nota storica le cui informazioni sono state tratte dalla relazione del ministero dei Beni culturali nel 2008, dove vengono ricordate le vicende dell’ordine di regola agostiniana e del monastero nel corso di quasi 800 anni di vita.
Il complesso monastico delle Agostiniane di Santa Cristiana in Santa Croce sull’Arno fu fondato il 14 novembre 1279. Oringa Menabuoi, meglio conosciuta con l’appellativo di Cristiana, ricevette dal Comune di Santa Croce sull’Arno una casa e un pezzo di terra nella contrada di San Niccolò nei pressi delle mura del borgo.
Lì la donna, insieme alle sue compagne, si ritirò, vestendo l’abito delle terziarie di San Francesco. Il 24 dicembre dello stesso anno il comune ufficializzò la donazione. Il 26 maggio 1283 Paganello da Porcari, Vescovo di Lucca, approva la costruzione di una chiesa per le necessità delle religiose. In un lasso di tempo imprecisato che va dal 18 gennaio 1290 al 16 aprile 1293 lo stesso vescovo pone le pie terziarie francescane sotto la regola di Sant’Agostino, fondando così canonicamente un monastero di suore agostiniane.
Fra il 1435 e il 1441 il monastero e l’attigua chiesa sono oggetto di ulteriori, radicali restauri, propugnati e benedetti da Papa Eugenio IV: Alla fine di tali restauri il 1 dicembre 1453, il vescovo di Lucca, Baldassarre Manni, procede alla consacrazione della chiesa del monastero, mai consacrata prima. Purtroppo il 20 agosto 1515 l’intero complesso monastico è quasi completamente distrutto da un pauroso incendio. Tuttavia, nel 1587, i lavori di restauro e di ristrutturazione dell’intero edificio possono dirsi conclusi. La chiesa attuale fu costruita a partire dal 12 aprile 1711 su progetto del milanese Carlo Zola. Fu consacrata il 1 settembre 1716 dal Vescovo di San Miniato, Giovanni Francesco Maria Poggi. Nel frattempo nel corso del diciassettesimo secolo San Miniato era diventato diocesi autonoma staccandosi da Lucca.
Nel secondo ventennio del ‘700 lo stesso vescovo chiamò il pittore fiorentino Anton Domenico Bamberini ad affrescare la volta del presbiterio. La chiesa viene terminata nel secolo diciannovesimo quando si completano gli ornati della volta dell’aula mentre il monastero viene soppresso dalle leggi napoleoniche. Le religiose vi torneranno solo nel 1816 dopo il congresso di Vienna e i processi di restaurazione post napoleonici.
Dal 1854 al 1856 il complesso monastico è oggetto di pesanti restauri che possono essere definiti una nuova edificazione. Viene infatti distrutta buona parte dell’antica fabbrica cinquecentesca e ne viene edificata una nuova, quella che possiamo vedere anche oggi. Il 10 novembre 1866 il monastero viene di nuovo soppresso dallo Stato italiano e tutti i suoi beni sono incamerati dal demanio pubblico, le monache, tuttavia, hanno la concessione di poter continuare a risiedevi. Purtroppo, però, nel 1887 lo Stato, che vuole vendere l’intero complesso, ingiunge alle religiose dia andarsene. Avviene così che, nel 1889, per una spesa di lire 20mila, tre benefattori acquistano il monastero dallo Stato e lo riconsegnano alle suore che ne ritornano così pienamente in possesso.

La donazione
Di seguito il testo della donazione, il rogito (reso in italiano corrente) con cui il comune di Santa Croce donava nel 1278 i terreni dove poi sorgerà il monastero rinvenuto nel 2009 tra i documenti dell’Archivio Arcidiocesano di Pisa (Segnatura n. 152 pubblicato con il n. 69 in carte dell’Archivio Arcivescovile di Pisa, Fondo Luoghi Vari 2 1251-1280). Si tratta di un atto di donazione fatto da Bonaiuto del fu Bartalone, sindaco del comune di Santa Croce, a Oringa del fu Menabuoi, per sé e per alcune donne, di una casa posta in Santa Croce nella contrada di San Nicola, con un “sedio” nella parte anteriore, sul quale deve essere costruito un chiostro. L’atto è stato rogato dal notaio Bartolomeo di Santa Croce, in data 24 dicembre 1278.

L’agiografia
Origa Menabuoi, consacrata poi con il nome di Santa Cristiana da Santa Croce, nacque nel borgo del Valdarno intorno al 1240. Molto giovane perse i genitori e i fratelli decisero di maritarla, ma lei volendosi sottrarre al matrimonio, fuggì di casa e per cinque anni visse a  Lucca a servizio. Nella città del Volto Santo probabilmente venne in contatto con una spiritualità religiosa legata alla devozione per l’effige linnea del cristo. Ebbe una vita devota e da Lucca si trasferì a al santuario di San Michele al Gargano per poi raggiungere Roma. Qui rimarrà per un periodo a servizi nella casa di una nobildonna con la quale intraprenderà un pellegrinaggio ad Assisi dove respirò lo spirito francescano e della terziarie. A Castelfiorentino venne in contatto con il culto della beata Verdiana. Nel suo pellegrinaggio compaiono tappe importanti per la religiosità basso medievale che si snodava in parte lungo la via Fracigena tra cui Santiago, Roma e altre tappe che la segneranno nel suo sentimento religioso.
Rientrata a Santa Croce nel 1277 dove si ritirerà con un gruppo di donne a vita religiosa, secondo lo spirito cenobitico della francescane terziarie. A dare a questo gruppo di donne una regola di impronta Agostiniana saranno negli ultimi dieci anni del ‘200 il vescovo di Lucca Paganello da Porcari e poi l’influente frate minore Enrico Del Carretto.