Liceo a Fontevivo: protesta davanti al Comune – Foto

28 marzo 2017 | 16:14
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Liceo a Fontevivo: protesta davanti al Comune – Foto
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“Votatevela da voi”. Così, i capigruppo di opposizione di San Miniato Alessandro Niccoli, Carlo Corsi, Chiara Benvenuti e Laura Cavallini si sono alzati prima della lettura della mozione del liceo Marconi, uno dei punti in discussione nella seduta di oggi, 28 marzo. Nel frattempo, sulle scale della chiesa del Santissimo Crocifisso, proprio di fronte alle finestre del municipio, un gruppo di cittadini ha srotolato due striscioni contro la demolizione del vecchio Marconi e per dire “basta agli sprechi”.

È questa la protesta organizzata durante una seduta di consiglio che, di fatto, ha messo un punto fermo sul futuro del Marconi, chiudendo idealmente la partita dell’ubicazione e dando il via libera allo studio di fattibilità della Provincia, in attesa ovviamente di trovare le risorse per la progettazione. A differenza degli altri consiglieri di minoranza, è rimasto in aula, annunciando il proprio voto contrario, l’ex segretario Pd Francesco Lupi che, proprio oggi, esordiva in consiglio come rappresentante del movimento Articolo 1. Non ha seguito il capogruppo Corsi, invece, il vicepresidente del consiglio Michele Altini che ha partecipato alla discussione ma senza prendere parte alla votazione, esprimendo comunque una posizione ben diversa rispetto al collega di partito: “Perché non sono contrario alla scelta del liceo a Fontevivo – ha spiegato – ma non condivido il metodo, perché questa mozione sembra un atto di forza”.
La mozione, infatti, impegna il sindaco e la giunta a comunicare alla provincia la scelta di Fontevivo, indicata come decisione condivisa da tutti e quatto i sindaci del Cuoio. “Il percorso condiviso con i sindaci del comprensorio – ha letto la consigliera Letizia Martinelli – ha espresso la volontà di individuare una localizzazione sul territorio di San Miniato, ritenendo che l’area più idonea sia quella di Fontevivo, come indicato con chiarezza dello studio commissionato alla Archea Associati”. Il documento sottolinea come l’area di Fontevivo “risulta avere le migliori attitudini per la collocazione del nuovo plesso, con la possibilità di sviluppare un’area dedicata allo studio e alle attività collaterali dello sport e del tempo post scuola”, in virtù della dotazione di strutture pubbliche che possono creare un polo scolastico e sportivo. Per questo, la mozione impegna il sindaco a comunicare la preferenza per Fontevivo, chiedendo alla Provincia anche di mettere l’area del vecchio Marconi in via Catena a servizio del Cattaneo.
“Molto dispiaciuto” si è detto il presidente del consiglio comunale Vittorio Gasparri per l’abbandono della sala che non è stato preceduto “da alcuna richiesta che poteva essere fatta. Invito pertanto tutti a non avere atteggiamenti analoghi”. All’esterno, intanto, il consigliere Niccoli (San Miniato Possibile) ha letto una non fanno che rispecchiare gli impegni elettorali dell’amministrazione Gabbanini. Non c’è stata alcuna partecipazione su questa scelta”. “Siamo usciti non perché abbiamo paura del confronto – ha detto Laura Cavallini (Immagina San Miniato), ma perché in tutto questo tempo la provincia non ha detto cosa vuol fare dei due immobili di San Miniato e dell’interporto. Due edifici che ai cittadini sono costati un sacco di soldi ma sui quali non c’è neppure un progetto. Noi non accettiamo di discutere in un’aula consiliare dove la maggioranza dice di costruire a Fontevivo senza avere i soldi per farlo e senza sapere cosa fare degli altri edifici esistenti”
“Alla fine, l’unica cosa certa – ha aggiunto Benvenuti (Cinque Stelle) – è la demolizione del vecchio Marconi, senza che ci sia neanche uno studio di fattibilità per il completamento del Cattaneo”. “Il liceo – secondo Corsi (Forza Italia) – era uno degli ultimi pezzi che San Miniato aveva. L’amministrazione non sa che farne di questa città: l’ospedale non c’è più, le scuole neppure, mentre la città turistica ancora non si vede. Il liceo è l’ultimo tassello di quello che è successo in 40 anni di politica sanminiatese”.
“Credo che le opposizioni – ha stigmatizzato il capogruppo Pd Alessio Spadoni – avrebbero fatto meglio ad esprimere la propria posizione in quest’aula anziché gridarla in piazza. Penso che la nostra mozione sia propositiva, proprio per non sottrarci al dibattito”. Un invito a fare i conti con la realtà, invece, quello del collega Giacomo Pannocchia: “Il Cattaneo dove lo facciamo sviluppare? E la palestra, dove la costruiamo? Avrei voluto chiedere queste cose ai consiglieri che se ne sono andati. E dove si vuole fare il liceo a San Miniato? Non c’è nessuna area: quella di via Catena è stata inserita nel programma elettorale del 2014, ma nel 2015 il Pit regionale ha previsto la salvaguardia delle aree collinari. Lo stabilisce la legge”.
In risposta all’ex compagno Lupi, che ha sottolineato il tradimento del programma elettorale, Simone Giglioli ha ricordato che “il programma del 2014 non proponeva affatto quello che è scritto fuori nello striscione: il liceo era previsto nell’area Benvenuti, mentre loro chiedono il recupero del vecchio Marconi. Noi ci fidiamo della tecnica e della scienza, ma sulla sicurezza non possiamo scherzare. L’area del vecchio liceo ci hanno detto tutti che non è recuperabile. L’area va riutilizzata ma non per il liceo, perché la scienza ci ha detto che non c’entra: la vocazione di quell’area è a completamento dell’Itc. Questa a me sembra programmazione”.
A chiusura del dibattito, il sindaco Vittorio Gabbanini ha sottolineato che “degli errori in passato ci sono stati, ma desso bisogna temere di conto della sicurezza. Noi a malincuore dobbiamo prendere atto di quello che tutti i tecnici e tutti gli studi ci hanno detto. Però ricordiamoci che anche il comincia ad avere dei problemi. Allora vogliamo insistere? Abbattiamo piuttosto questo campanilismo: a Fontevivo ci sono 200 metri dal cartello di San Miniato. Io francamente li toglierei quei cartelli: per me da La Scala a La Catena è tutta San Miniato, senza distinzioni. Per progettare il nuovo liceo ci vogliono almeno 6-700mila euro: noi ci stiamo impegnando per trovarli. Se la politica lavora bene, anche con l’aiuto delle opposizioni, forse tra 2019 e 2020 possiamo ottenere ottiene qualcosa. Ma se si continua ad attaccarsi su certe posizioni non so quando la vedremo questa scuola: rischiamo che i ragazzi restino a La Scala.