



C’è una nuova preoccupazione igenica e sanitaria che rischia di coinvolgere anche il comprensorio del Cuoio secondo l’associazione un Territorio in comune, quella delle coltivazioni condotte da cittadini stranieri in particolare di origine cinese. La questione è semplice, nel comprensori secondo un Territorio in comune sempre più spesso si assiste alla nascita di orti in zone soggette a inquinamento o potenzialmente inquinate.
Nel processo di coltivazione è noto che ciò che è disciolto nel terreno o nell’aria finisce poi nei vegetali attraverso l’assorbimento di acqua e sali e quindi nel piatto di chi li mangia. Sostanze nocive, potenzialmente potrebbero entrare nella catena alimentare e arrivare fino sulle nostre tavole secondo quanto sostenuto dagli esponenti dell’assocaizione che spiegano: “Da qualche tempo gli orti orientali hanno fatto il loro ingresso anche nel distretto industriale della pelle con l’aggravante, rispetto ad altre realtà, che tali orti sovente sorgono su terreni limitrofi alle concerie. Come se ciò non bastasse non è difficile imbattersi in vasti appezzamenti di terra agricola ubicati a ridosso di opifici con produzioni inquinanti o campi destinati all’agricoltura lambiti da maleodoranti canali di acque putride.” non solo i membri dell’associazione sottolineano anche che il problema riguarda anche la zootecnica “Pascolo di armenti – dicono da un Territorio in comune – su terreni a suo tempo utilizzati quali discariche, spandimento di fanghi provenienti da depuratori come fossero concime, orti ubicati in zone a rischio inquinamento, terreni agricoli che confinano con immense discariche e con canali di scolo di acque putride, questo è ciò che vediamo quotidianamente. Prima che la situazione degeneri e diventi pericolosa è necessario per la tutela della salute dei cittadini che le competenti Autorità vigilino sulle varie specie di attività agricole le quali tutte devono garantire il rispetto delle elementari regole igieniche e sanitarie”.
Un problema con cui alcune zone della Toscana come la provincia di prato dove la com unità straniera di origine cinese p molto numerosa hanno già dovuto fare i conti problema tnto che gli esponenti dell’associazione samminiatese dicono: “In alcune zone della Toscana si sta assistendo ad una progressiva colonizzazione delle campagne da parte di cittadini di origine asiatica. Le loro serre sono sempre più numerose e gli orti fai da te spuntano come funghi. Poiché non è improbabile che parte della produzione di tali coltivazioni finisca su banchi dei mercati, è legittimo domandarsi se le sementi, i concimi e gli antiparassitari utilizzati sono del tipo consentito e se le severe norme igienico-sanitarie vigenti in materia sono rispettate”.