Oliveri ribatte ai senegalesi: ‘Nessun pregiudizio razziale’

“Una difesa d’ufficio a suon di querele minacciate”. Così Enzo Oliveri definisce la presa di posizione dell’associazione Cossan, in merito alla clamorosa vicenda di via Carducci a Santa Croce. Nel suo intervento di ieri, infatti, la Comunità senegalese, oltre a condannare fermamente l’episodio e dare la massima disponibilità per fare piena luce, invitava anche ad evitare conclusioni affrettate o illazioni contro la propria comunità, minacciando in caso contrario di portare la questione “nelle opportune sedi” (leggi qui I senegalesi su via Carducci: ‘No a conclusioni affrettate’). Da qui la replica di Enzo Oliveri, che rispedisce al mittente la polemica rimproverando alla stessa Cossan “di soffiare sul vento di un presento razzismo” e invitandola a partecipare alla manifestazione contro il degrado che si terrà il 6 maggio.

“L’associazione Cossan – scrive Oliveri in una nota – attraverso un comunicato stampa entra nel merito ai ripetuti episodi di lanci di pacchi di feci, contenuti dentro giornali pubblicitari, contro una parete del teatro Verdi, sopra un casotto all’interno della scuola Carducci, su una macchina, su una buona parte del manto stradale e marciapiedi di via Carducci, non ricordando però che per poco uno dei pacchi ha sfiorato la testa di una signora senegalese con in braccio un bimbo che camminava per la strada. Si deve registrare come, ogni qualvolta che si verifica qualcosa dove ci sono persone senegalesi coinvolte, Cossan ventila l’ipotesi che ci possa essere qualcuno che “soffia sul vento dell’odio”.
“Va messa subito in chiaro una cosa fondamentale – dice l’ex vigile – cioè che a Santa Croce il razzismo non ha mai attecchito, come dimostra la storia economica di questo paese, e che i santacrocesi non hanno mai avuto niente in contrario agli stranieri da qualsiasi paese essi provenissero ed in particolar modo contro le comunità presenti sul territorio, ma solo con quelle determinate persone che si permettono di non rispettare le leggi italiane e non si comportano da persone civili. E tutto questo vale, a maggior ragione, se questi fossero italiani, non importa se santacrocesi o provenienti da paesi e regioni diverse. Fa piacere che la comunità senegalese, seppure con molto ritardo, esprima il suo profondo dolore nel condannare certi episodi e li definisca vicende barbare e fatti gravissimi contrari ai loro canoni di civiltà. Ma i toni usati nel comunicato stampa sono inaccettabili e inappropriati, perché danno per scontato l’esistenza di un pregiudizio razziale anacronistico e del tutto inesistente”.
Da qui la replica all’associazione: “Più che inviti alla prudenza, le parole del Cossan appaiono purtroppo una difesa d’ufficio giocata in attacco. Perché il Cossan, se ha timore che la vicenda possa rivelarsi un danno per la comunitá senegalese, non si pone come garante e suggerisce ai propri rappresentati di prestare la massima collaborazione alle autoritá, magari sottoponendosi spontaneamente ad una comparazione tra il Dna dei segnalati e la composizione delle feci in modo da sgombrare il campo alle facili illazioni. Invece di prodigarsi in minacce spauracchio, che tuttavia non intimidiscono nessuno nel percorso della strada della chiarezza (tanto meno i santacrocesi che chiedono il rispetto della loro comunità civile), perché Cossan non pretende per primo di volere la massima chiarezza e si attiva con le istituzioni per fare presto e subito in modo che la credibilità dei propri rappresentati sia preservata. Visto che, come dice Cossan, ad oggi non si saprebbe chi ha lanciato le feci, questa difesa d’ufficio a suon di querele minacciate sembra eccessiva, fuori luogo e per niente rispettosa di Santa Croce e del convivere civile. Si guardi ai fatti non alle parole. Si dia dimostrazione di correttezza e pacatezza anche nelle parole usate (quelle usate dalla comunità senegalese sono le prime a dividere) e non si soffi sul fuoco di una presunta alea di razzismo, facendo un ricorso abusato a intimidazioni che rischiano di aprire una ferita grave nella società santacrocese. Si ricorda inoltre che se tali lanci li avessero effettuati alcuni italiani li avremmo condannati fermamente alla stessa maniera, come condanniamo i soli residenti dell’appartamento di via Carducci da dove venivano lanciati i “noti pacchi”, definizione usata dal nostro sindaco Giulia Deidda. Invitiamo quindi i nostri concittadini riuniti nella comunità senegalese a partecipare alla manifestazione che si terrà il 6 di maggio prossimo tra le vie cittadine del centro storico, facendo sentire la loro voce se veramente ci tengono così tanto, contro uno dei punti che saranno affrontati nell’occasione: il degrado presente a Santa Croce”.

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