Chiesa di San Giorgio, ogni cittadino comprerà un pezzo per ripararla foto

Chiamata “alle armi” e gara di solidarietà a Santa Maria a Monte, dove la parrocchia di Montecalvoli chiede aiuto per riparare il tetto dell’antica chiesetta di San Giorgio, attraverso una raccolta fondi molto particolare. Da oltre trent’anni sconsacrata, quella che fu la prima chiesa di Montecalvoli è uno spazio che in tempi recenti è stato utilizzato dalla popolazione per eventi laici e culturali, fino a quando una recente infiltrazione non ha gravemente danneggiato il tetto.

“La copertura dell’oratorio versa in condizioni precarie – dice il parroco don Raimondo. – Un intervento non è più rimandabile, proprio per questo ci siamo rivolti alla popolazione. La chiesa di San Giorgio è un piccolo gioiello della nostra comunità, con una storia molto particolare. E’ importante e prezioso il sostegno di tutti”. Di qui la raccolta fondi organizzata per “adozioni”. C’è chi adotta un tegolo o più. Chi, invece, un travicello od una trave, secondo le disponibilità. L’obbiettivo è quello di arrivare a raccogliere quanto serve, circa 80mila euro. Per ogni donazione verrà rilasciata una ricevuta per conservarne memoria anche nell’archivio storico. Storia dalle radici lontane, quella della chiesa di San Giorgio, oggi anche urbanisticamente quasi in disparte eppure, un tempo, prima chiesa della comunità di Montecalvoli.

La storia
Se dell’antico castello si hanno notizie a partire dal 1004, della chiesa di San Giorgio, invece, ci sono testimonianze risalenti a tre secoli prima, al 738, al tempo dei re longobardi Liutprando e Ildebrando. E’ nell’arco di questi secoli che sul colle si trasferì l’insediamento abitativo per volontà dell’Abate di Sesto, alleato di Lucca, che volle costruire una fortificazione per osteggiare la potenza di Pisa nel Valdarno. Si dedicò quindi una chiesa al martire S. Giorgio nella località Noctuno, che col trascorrere del tempo però cominciò a subire l’influenza dell’altra chiesa, più recente e dedicata a San Jacopo, attualmente utilizzata dalla frazione e dotata di campanile. Basti pensare che nell’estimo della diocesi di Lucca del 1260 la chiesa di S. Giorgio a Montecalvoli (la sola dedicata a questo santo nel comune) era accreditata di una rendita di 60 lire, mentre l’altra chiesa aveva una rendita di 100 lire. Nel tredicesimo secolo la chiesa di San Giorgio apparteneva al monastero benedettino di S. Salvatore di Sesto (sul lago omonimo, poi lago di Bientina) e i rettori facevano giuramento di obbedienza nelle mani dell’abate. Al suo interno erano soliti riunirsi gli uomini del castello per l’elezione del podestà. Nel settembre del 1460 Montecalvoli fu visitata dal domenicano Matteo da Pontremoli, suffraganeo del vescovo di Lucca Stefano Trenta. Dalla sua relazione sappiamo che vi erano tre chiese: S. Jacopo di Montecalvoli, San Giorgio del castello e S. Michele fuori e presso le mura. San Giorgio fu trovata in rovina, invasa dal legname e dalla sporcizia così come l’attigua canonica. Non era più utilizzata per officiare e le sue rendite erano state unite a quelle della chiesa di S. Jacopo. Proprio di quel secolo è la prima testimonianza (il Lami) circa l’esistenza ormai di una sola parrocchia a Montecalvoli. Lunga la rovina della chiesa, che nel 1684 viene definita da Carlo Cortigiani, vescovo di San Miniato, “jam diruta” ma recentemente ricostruita per opera del pievano Ristori, mentre San Jacopo era ormai elevata a dignità di pieve. Consacrata, dotata di cimitero, utilizzata regolarmente perle unzioni religiose con messa settimanale e festa del titolare, la piccola chiesa era ormai una cappella della pieve di S. Jacopo.
Il restauro
L’o
perazione, quella di restauro, al quale potrebbe prendere parte anche il comune. La rimessa in sesto dello stabile negli anni ’80 ad opera della giunta Diomelli fu infatti legata ad un contratto trentennale di comodato gratuito, che ha garantito al comune un utilizzo “laico” degli spazi negli ultimi decenni. Scaduto il contratto, sarebbe proprio di questi ultimi mesi il tentativo da parte del comune di rinnovarlo. “Abbiamo dato la nostra disponibilità – dice la sindaca Parrella. – Crediamo infatti che si tratti uno spazio molto importante per la comunità, anche in un’ottica, già avviata, di rilancio proprio del centro storico”. E chissà che proprio sotto quel tetto da sistemare, chiesa e comune non si trovino ancora d’accordo.

Nilo Di Modica

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.