Occhiali scuri per vederci chiaro, Articolo 1 a Santa Croce parla d’integrazione

2 giugno 2017 | 16:51
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Occhiali scuri per vederci chiaro, Articolo 1 a Santa Croce parla d’integrazione
Occhiali scuri per vederci chiaro, Articolo 1 a Santa Croce parla d’integrazione
Occhiali scuri per vederci chiaro, Articolo 1 a Santa Croce parla d’integrazione

“Teniamo gli occhiali. Occhiali scuri, per giudicare le persone non dal colore della pelle ma da altro. A voi di degrado a Santa Croce & Company ne consigliamo l’uso a dosi massicce”. E’ iniziata con questa piccola provocazione l’iniziativa su sicurezza e accoglienza organizzata da Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista a Santa Croce ieri sera, 1 giugno, nei locali dello storico circolo Arci Primavera, dove i relatori si sono presentati tutti muniti di occhiali da sole.

Se vi va bene che questa gente lavori nelle vostre concerie, vi deve andar bene anche che vivano liberi per il paese – ha dichiarato il portavoce di zona per Mdp Jonathan Rimicci. – Per il nostro movimento, appena nato, sarebbe stato molto più facile stare dalla parte di chi contesta, ma abbiamo scelto una strada diversa, la più difficile ma giusta. Noi nasciamo lì, fra coloro che non hanno più rappresentanza. Un tempo non eravamo soli a batterci, ma sembra che certi argomenti adesso siano sconvenienti”. La serata è poi cominciata con il susseguirsi di vari interventi, a cominciare da quelli dei relatori, fra i quali vi erano la segretaria Cgil di zona Tania Benvenuti, il presidente di Arci Zona Cuoio Sergio Coppola e l’onorevole Filippo Fossati, componente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati.
Una serata nata dalla volontà di scardinare l’asse che da tempo, a Santa Croce come altrove, si cerca di costruire fra tema dell’immigrazione e quello della sicurezza, con un chiaro riferimento alle manifestazioni organizzate nelle settimane scorse dalle varie anime della destra santacrocese, finite anche su alcune trasmissioni nazionali. “Un disegno politico chiaro, quello delle destre – ha esordito Tania Benvenuti – Dove pochi individui in pochi minuti hanno infangato il lavoro di coesione sociale e di integrazione di una intera comunità di anni. Quello stesso lavoro che trova continua linfa e vitalità in un tavolo, quello sull’immigrazione istituito da tempo a Santa Croce e al quale come Cgil partecipiamo, che funziona e rappresenta invece una realtà da esportare. Dimenticando quanto invece gli immigrati fanno per questo distretto, come a loro tempo fecero altri migranti, che dal nostro sud venivano a Santa Croce a cercare lavoro”.
Criminalità e percezione di sicurezza
Numerosi i riferimenti all’attualità locale e nazionale, a cominciare dagli ultimi eventi di criminalità da rileggere in un contesto, quello delle statistiche sul fenomeno, che fotografano una situazione tutt’altro che nera. Basti pensare come, dati del Ministero dell’Interno alla mano, gli omicidi in Italia siano passati dai 1901 del 1991 ai 614 del 2008, fino ai 469 del 2015, con furti e rapine che nel 2015, rispetto all’anno precedente, sono calati rispettivamente del 6,97% e 10,62%. Il tutto a fronte di una percezione di insicurezza che invece è in ascesa come non mai. “Frutto – ha dichiarato Sergio Coppola – di una sempre maggiore deriva tanto di un certo giornalismo quanto del proliferare delle bufale sul web. Falsità che rischiano di ‘farsi reali’ e spesso rischiano di nutrire l’immaginario delle generazioni più giovani”.
Molti, poi, i riferimenti polemici alle recenti leggi in materia di sicurezza e giustizia sul fronte immigrazione, a cominciare da quel decreto Minniti-Orlando passato pochi giorni fa alla camera che abolisce il secondo grado di giudizio per i richiedenti asilo che hanno fatto ricorso contro un diniego, annulla l’udienza ed estende la rete dei centri di detenzione per i migranti irregolari. “Leggi pericolose, che rappresentano un pericoloso precedente nelle limitazioni delle libertà – le definisce Tania Benvenuti. Una questione che si gioca anche tutta nell’agone della grande economia, secondo Filippo Fossati. “Con l’incremento di una cultura liberista feroce aumentano le difficoltà e le disuguaglianze e come sempre all’interno della società si tende a far scattare la caccia alle streghe. Ma gli immigrati non hanno il chip della cattiveria! – ha dichiarato. – Siamo di fronte ad una globalizzazione in difficoltà ed è proprio adesso che la sinistra deve riprendersi il campo. Potremmo bearci nel dire ai nostri interlocuotori ‘l’avevamo detto, avevamo ragione’. Ma la verità è che dobbiamo riprenderci le piazze e tornare a parlare con le persone. La destra sta regnando sulle paure mettendo gli ultimi contro gli ultimi e questo è inaccettabile“.

Dal pubblico
Molti, poi, gli interventi dal pubblico, fra cui anche quelli di alcuni migranti e lavoratori del distretto. Operai e lavoratori come Abdul, sindacalista, che ha ricordato “i tanti affetti che molti lasciano nei paesi di origine”, una scelta “fatta sotto la costrizione della mancanza di lavoro, di pericolo per la vita, di mancanza di futuro”. Invitata a partecipare e a parlare anche la sindaca Giulia Deidda. “Il tema dell’accoglienza è centrale – ha dichiarato la prima cittadina. – C’è bisogno del sostegno e dell’appogio di tuti contro la cultura dell’odio che ultimamente ha deturpato l’immagine del nostro paese“. 

Mdp e l’immigrazione
L’evento è stato poi l’occasione per l’esposizione dei punti programmatici del Movimento sul tema dell’immigrazione:
1) NESSUNA CONFUSIONE TRA QUESTIONE DEI MIGRANTI E PROBLEMI DI ORDINE PUBBLICO. Il rispetto della legalità deve essere richiesto nello stesso modo a tutti: residenti e non residenti, cittadini e non cittadini, persone di origine italiana e persone di origine straniera. I flussi migratori sono un dato strutturale di lungo periodo, che nessuna misura amministrativa e nessuna politica di nessun governo nazionale potrebbe fermare. Un paese nella situazione demografica dell’Italia ha bisogno di apporti migratori per compensare la tendenza negativa del saldo demografico naturale e le tendenze al progressivo invecchiamento della popolazione. Solo in questo modo è possibile evitare un declino demografico che significherebbe recessione permanente e insostenibilità perfino degli attuali e insufficienti sistemi di previdenza e di sicurezza sociale. Diffondere la paura e l’idea che ci troviamo in una situazione eccezionale serve solo ad accentuare le difficoltà e i problemi, che possono invece essere risolti governando il fenomeno migratorio.
2) POLITICHE DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER PREVENIRE LE SITUAZIONI ECCEZIONALI CHE PROVOCANO IMPENNATE DEI FLUSSI MIGRATORI. Si stanno purtroppo affermando, a livello dei principali paesi dell’Occidente, dell’Unione Europea e di molti dei paesi membri politiche di chiusura, di costruzione di muri anziché di ponti, che non possono che accentuare le conflittualità e la sensazione di insicurezza. Bisogna invece puntare a un’Europa che si faccia solidalmente carico delle responsabilità che derivano dall’attuale situazione del mondo e in particolare del bacino del Mediterraneo. Una politica per la pace oggi vuol dire soprattutto avvio di iniziative di cooperazione internazionale e di superamento dei conflitti che evitino il sovrapporsi al normale flusso migratorio di emergenze come quelle determinate dai profughi in fuga da guerre ampiamente provocate e finanziate dai paesi del Nord del mondo. Purtroppo la riduzione delle risorse per i Comuni ha determinato il taglio anche di alcuni progetti di cooperazione che erano stati avviati anche localmente, e che dovrebbero essere ripresi.
3) RILANCIO DELLE POLITICHE DI INSERIMENTO E RIVENDICAZIONE DI RISORSE ADEGUATE PER IL FINANZIAMENTO DEI PROGETTI FINALIZZATI. Nel Valdarno Inferiore si è costruito un sistema di inserimento degli immigrati che può costituire un modello positivo: sono stati ideati e realizzati, senza che esistessero esperienze precedenti a cui fare riferimento, progetti che ormai hanno dimostrato la loro efficacia attraverso una verifica ventennale sull’inserimento lavorativo dei migranti, sull’insegnamento della lingua e della cultura italiana, sull’inserimento scolastico, sull’accompagnamento delle donne straniere verso il lavoro e verso l’accesso ai servizi sociali, sulla valorizzazione delle culture di provenienza. E’ stata favorita la presenza di luoghi di culto che consentono la pratica religiosa islamica in forme perfettamente compatibili col sistema costituzionale italiano. Per quanto riguarda l’accesso alla casa si è rifiutato ogni approccio discriminatorio, individuando procedure che consentono uguale possibilità di accesso alle graduatorie in presenza di dichiarazioni di responsabilità come previsto dalla legge italiana, e si dovrà continuare a farlo. Le strutture di prima accoglienza e il sistema SPRAR (Servizio per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati) hanno funzionato in modo diffuso, evitando di creare situazioni di concentrazione e di allarme sociale. Tutti questi interventi sono stati realizzati fino a oggi e ancora oggi faticosamente mantenuti, nonostante la restrizione delle risorse dei Comuni e nonostante le difficoltà economiche e occupazionali che hanno in qualche misura interessato anche la nostra zona, colpendo prima di tutto i lavoratori immigrati. Occorre fare del finanziamento di interventi di questo tipo una rivendicazione centrale, anche dal punto di vista del mantenimento di condizioni di civile convivenza.
4) LEGGE SULLO IUS SOLI. La politica di rincorsa delle paure securitarie alimentate dalla destra ha avuto tra i suoi effetti più negativi l’avvio in Parlamento su di un binario morto della legge sulla concessione della cittadinanza italiana ai bambini nati in Italia da genitori stranieri, che fu sostenuta da una proposta di legge di iniziativa popolare promossa da un amplissimo arco di forze politiche, culturali, sociali, religiose e di volontariato e anche da moltissime amministrazioni comunali e dall’allora presidente dell’ANCI Graziano Delrio (“L’Italia sono anch’io”) ed era uno dei punti più caratterizzanti del programma de “L’Italia bene comune”, sulla base del quale è stata eletta la parte determinante dell’attuale maggioranza di governo. Sarebbe urgente rilanciare la pressione politica per ottenere un risultato su questo punto prima della fine dell’attuale legislatura
5) ABROGAZIONE DELLA BOSSI-FINI E DEL REATO DI CLANDESTINITA’. Ci impegniamo a sostenere l’iniziativa promossa da Emma Bonino in collaborazione con il sindaco di Catania Enzo Bianco e con ampi settori del mondo sindacale, della cooperazione e del terzo settore di avviare la raccolta di firme per superare con una legge di iniziativa popolare la legge Bossi Fini, prevedendo tra l’altro: di puntare di più sull’accoglienza capillare sul territorio, rafforzando il sistema Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati); di aumentare l’efficacia dei Centri per l’impiego, creando sportelli specializzati rivolti a richiedenti asilo e rifugiati; di introdurre la possibilità di trasformare il permesso di soggiorno per richiesta di asilo in permesso per lavoro (anche per chi l’asilo se lo vede negare) e il ritorno del sistema dello sponsor, che era previsto dalla legge Turco-Napolitano
6) REVISIONE DEL DECRETO MINNITI-ORLANDO E DELLA LEGISLAZIONE “SECURITARIA”. Un altro effetto della rincorsa delle politiche sicuritarie della destra è stata l’approvazione del decreto Minniti-Orlando, che, tra l’altro, crea per i richiedenti asilo un sistema processuale specifico che prevede minori garanzie (due soli gradi di giudizio anziché tre), incorrendo in evidenti vizi di incostituzionalità, senza minimamente intervenire sulle vere cause della lunghezza dei procedimenti di richiesta d’asilo. Rincorrendo la destra nell’alimentazione di paure che nascono da una situazione di percezione dell’insicurezza e da un reale disagio sociale, come si è fatto col decreto Minniti-Orlando e con la tragicomica vicenda della legge sulla legittima difesa, si rafforza solamente la destra.
7) ATTIVITA’ DI SOSTEGNO AL DIALOGO INTERCULTURALE. E’ necessario promuovere iniziative che favoriscano la conoscenza delle rispettive tradizioni culturali e religiose e che cerchino di superare il rischio di una società multiculturale in cui però le singole comunità che convivono su un territorio sviluppano relazioni solo al loro interno e non anche tra di loro. Occorre insomma favorire una sana contaminazione.
8) POLITICHE DI RIQUALIFICAZIONE URBANISTICA E POLITICHE DELLA CASA CHE PREVENGANO IL FORMARSI DI ZONE “GHETTO” ETNICAMENTE OMOGENEE. Occorre incrementare le risorse pubbliche e mobilitare, accanto alle risorse pubbliche anche quelle private (di singoli cittadini, fondazioni e imprese) per realizzare operazioni di rigenerazione urbana e di rafforzamento della qualità della socialità e della vivibilità in alcune aree del nostro comprensorio, con l’attenzione a evitare il formarsi di “quartieri riservati” a una sola etnia e a una sola condizione sociale.
9) ADEGUAMENTO DELLA PRESENZA DELLE FORZE DELL?ORDINE SUL TERRITORIO AL FINE DI PREVENIRE E DISINNESCARE LE SITUAZIONI CRITICHE. L’attività e la presenza delle forze dell’ordine è stata finora capillare ed adeguata. Ciò non toglie che, prima che possano innescarsi situazioni di criticità, si debba lavorare per un adeguamento degli organici e una migliore distribuzione della loro presenza sul territorio.
10) COSTRUZIONE DI STRUMENTI ADEGUATI PER IL MONITORAGGIO E DIFFUSIONE DI CORRETTE INFORMAZIONI SUI FENOMENI DI CRIMINALITA’. Arrivando finalmente a costituire un’aggregazione sovracomunale istituzionalmente definita il Comprensorio del Valdarno Inferiore si dovrebbe dotare, in questo come in molti altri campi, di un idoneo strumento di monitoraggio, studio, rilevazione e diffusione dati sull’andamento dei reati, in collaborazione con i soggetti che hanno competenze in materia di pubblica sicurezza. I dati fin qui presenti parlano di un’incidenza straordinariamente bassa dei reati contro la persona e abbastanza bassa dei reati contro il patrimonio, e non giustificano perciò in nessun modo forme di allarme sociale, tanto più se strumentalmente collegate al tema dell’immigrazione.

 Nilo Di Modica