Bacino di Roffia, altri 2 milioni per chiudere gli espropri

Alla fine sono serviti 9 anni per completare l’esproprio del bacino di Roffia. Nove anni nei quali è successo praticamente di tutto, compresa la sentenza del Tribunale superiore delle acque che, nel 2012, aveva annullato una parte degli espropri eseguiti nel 2008, rigettando allo stesso tempo la richiesta risarcitoria da 30 milioni presentata dalla Draga Borgioli Spa. Adesso la Regione interviene a chiudere una volta per tutte la partita, mettendo sul piatto del Comune di San Miniato altri 2 milioni di euro per liquidare i proprietari non adeguatamente espropriati. È l’ultimo atto, quindi, approdato sui banchi del consiglio comunale di oggi (26 giugno) per trasformare l’area del lago di Roffia in uno spazio interamente demaniale. Un ultimo passaggio che “adesso – come annuncia il sindaco Vittorio Gabbanini – apre la strada al passo successivo per l’utilizzo dell’area”.

Dopo la sentenza del 2012, infatti, che aveva annullato una parte delle procedure espropriative decise dall’amministrazione nel 2007, il Comune di San Miniato è stato costretto a riattivarsi, gestendo la situazione per conto della Regione, chiamata in futuro a gestire un bacino che diventerà a tutti gli effetti area demaniale. Da qui l’apertura di un arbitrato chiamato a determinare l’indennità di esproprio per sanare la situazione. Indennità fissata in 1,5 milioni di euro per la Draga Borgioli, ai quali si aggiungono 535mila euro come indennità di occupazione più altri 46mila per la Saettino Spa.
“Il bacino di Roffia ha avuto un percorso travagliato e molto costoso – ha commentato Chiara Benvenuti del movimento Cinque Stelle -. La Regione ora diventa proprietaria di tutto questo, ma non possiamo non chiederci per farci cosa? Chi paga per quello che ci verrà fatto dopo?”
Secondo il capogruppo Pd Alessio Spadoni “i tantissimi soldi spesi sono serviti per completare – ha sottolineato – l’unica delle casse d’espansione, tra tutte quelle previste, che sia stata terminata. Un investimento importante ma finalizzato alla sicurezza idrogeologica”. Dubbi sulla convenienza dell’operazione, invece, sono stati espressi da Laura Cavallini (Immagina San Miniato): “Ci sono una serie di punti che per me rimangono oscuri, in particolare rispetto al rapporto con la Draga Borgioli e al primo esproprio. Adesso questa chiusura non mi convince molto”.
Secondo il sindaco Vittorio Gabbanini, invece, è giunta finalmente l’ora di progettare il futuro utilizzo del bacino anche per finalità sportive: “Una volta completato questo iter – ha annunciato – andrò a Roma dal presidente del Coni Malagò per chiedergli di investire su un’area che è finalmente pubblica”. “Nei primi anni in cui ero sindaco – ha rivelato il primo cittadino – avevo avuto un incontro a Roma con Malagò insieme ai presidenti delle società di Canoa e Canottaggio. In quell’occasione Malagò fu molto chiaro, spiegando che non avrebbe messo una lira in un’area che non era di proprietà pubblica. In caso contrario, disse che il Coni avrebbe potuto investire cifre molto importanti”. La chiusura dei conteziosi, quindi, segna secondo Gabbanini la svolta definitiva: “Innanzitutto perché abbiamo messo in sicurezza la zona, e secondo perché abbiamo chiuso il contenzioso. Per me è una vittoria aver concluso un’opera che è costata circa 15-16 milioni di euro, con un percorso lungo e complicato che ha visto anche il fallimento di due ditte. Adesso viene il passo successivo: torneremo a Roma e chiederemo al Coni cosa ha intenzione di fare”.

 

Giacomo Pelfer

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