Liceo: in attesa degli scavi, La Scala meno provvisoria

La strada tracciata è quella che prevede la costruzione del nuovo liceo a Fontevivo. Da qualche settimana, però, si rincorrono voci che parlano dell’ipotesi di un dietrofront, con la possibilità che l’ennesima sede provvisoria (stavolta quella de La Scala) possa diventare nuovamente una sede definitiva. “Niente è cambiato” assicura il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini, anche se le ultime indiscrezioni sembrano tracciare i contorni di una partita ancora in divenire. Una partita nella quale l’uso pubblico del palazzetto dello sport, di proprietà di Carismi, non sarebbe in discussione, a detta del primo cittadino, nonostante la decisione del Comune di stoppare l’acquisizione della struttura.

 

Il liceo a Fontevivo: servono le indagini archeologiche
“Quanto accaduto con il palazzetto non mette in discussione niente – risponde Gabbanini -. A giorni la Provincia farà partire le indagini archeologiche richieste dalla Soprintendenza. Si tratta di un intervento consistente”. Ma è proprio dal sottosuolo, però, che potrebbero arrivare gli ‘intoppi’ al progetto del liceo a Fontevivo, dato che l’area restituì all’inizio del Novecento alcune testimonianze di epoca etrusca riferibili probabilmente ad alcune sepolture. “È chiaro – dice il primo cittadino – che se dovesse saltar fuori qualcosa di interessante saremo costretti a cambiare direzione per trovare una collocazione diversa”. A prescindere dalla sorprese del sottosuolo, però, circolano da giorni voci che parlano del possibile interessamento dell’immobiliaria Polis a vendere la struttura de La Scala che da gennaio ospita il liceo Marconi. Voci che il sindaco Vittorio Gabbanini non smentisce, ribadendo comunque che Fontevivo resta la prima scelta, ma sottolineando anche che l’edificio de La Scala non è poi tanto male: “Anche il nuovo dirigente, dopo la sua visita – ricorda il primo cittadino – disse che la collocazione era più che dignitosa”. I prossimi mesi, probabilmente, diranno qualcosa di più e di più chiaro: intanto c’è da registrare che l’ipotesi di trasformare una sede provvisoria in definitiva non è ancora da escludere completamente.

Il palazzetto resta alla banca
Una partita parallela è quella che riguarda il palazzetto dello sport, di proprietà di Carismi, dopo che il Comune ha deciso di rinunciare all’acquisto alla luce del nuovo prezzo fissato dalla banca. L’istituto di credito, infatti, ha deciso di dare avvio ai lavori per l’adeguamento della struttura alle norme antincendio e per potenziare la capienza a 590 posti, innalzando il prezzo di vendita di 400mila euro. “Con questi lavori la struttura viene potenziata sottto l’aspetto del pubblico spettacolo – dice Gabbanini – con la possibilità, in futuro, di ospitarci anche concerti e spettacoli come quello dell’ultimo dell’anno. Detto questo, è chiaro che da parte nostra, di fronte alla comunicazione che il prezzo era aumentato di 400mila euro, abbiamo detto di no. Francamente mi stupisco di certe dichiarazioni che ho sentito ieri in consiglio, a cominciare dal consigliere Lupi che a gennaio aveva votato a favore di quella delibera”. Comunque sia, anche se il palazzetto resterà di proprietà della banca, a detta del sindaco non esisterebbe più il rischio (sollevato a gennaio) che l’edificio venga venduto ad un altro privato o addirittura chiuso. “Carismi ha un accordo con la Provincia per l’utilizzo da parte delle scuole al mattino – ricordo il sindaco -, mentre pochi giorni fa ho ricevuto rassicurazioni, da parte del presidente Bandini, sulla volontà dei futuri proprietari di mantenere le strutture della banca a servizio della collettività. Anche se il palazzetto diventerà di Cariparma resterà comunque a disposizione della collettività. È chiaro che le parole non sono contratti, ma credo e mi auguro che non ci saranno problemi”.

Il terreno del vivaio
Lo stop al palazzetto, tuttavia, implica giocoforza anche la rinuncia al terreno adiacente (sempre di proprietà della banca) che Carismi aveva offerto a suo tempo nel pacchetto di vendita al Comune. Su quel terreno, occupato in parte da un vivaio, l’amministrazione era intenzionata a progettare il futuro polo scolastico dove concentrare alcuni plessi del comprensivo Sacchetti. “Ci tengo a precisare – afferma Gabbanini – che contrariamente a quanto dichiato in consiglio, il nostro accordo prevedeva di acquistare il palazzetto e il terreno solo dopo che il vivaio fosse stato nelle condizioni di trasferirsi in una nuova collocazione. Noi non abbiamo chiesto di mandar via nessuno. È chiaro che per il futuro il terreno potrebbe interessarci ancora, ma prima vogliamo capire se il vivaio sarà in condizioni o meno di trasferirsi. L’amministrazione comunale non metterà mai in difficoltà un’azienda che lavora”.

Giacomo Pelfer

 

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