Acqua di recupero per il lavoro in conceria, il progetto

5 febbraio 2018 | 17:41
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Acqua di recupero per il lavoro in conceria, il progetto

Usare acque reflue civili per il processo di lavorazione delle concerie. Depurare e affinare acqua già usata, quindi, per ridurre al minimo, fino allo 0, gli emungimenti. Il progetto è Acqua 360: dall’ultimo trimestre del 2016 e per tutto il 2018 sta sperimentando uno dei risultati del tubone, il nuovo sistema di riassetto idrico di ben 42 Comuni della Toscana, che avrà il suo fulcro nel depuratore Aquarno di Santa Croce sull’Arno e che sarà a pieno regime entro i prossimi 4 anni.

Proprio il depuratore Aquarno è tra i partner del progetto Acqua 360, insieme a Poteco, Laboratori Archa, DeltAcque, Conceria San Lorenzo, Conceria Settebello e Conceria Victoria, per un monitoraggio completo dell’attività di riuso dei reflui civili nel processo conciario, che seppur ancora sperimentale ed estesa alle sole concerie coinvolte nel progetto, sta dando già indicazioni importanti.
Nell’ambito del progetto, finanziato nel quadro del POR FESR Toscana 2014-2020, è stato realizzato un impianto pilota di depurazione e affinamento delle acque reflue civili, con l’obiettivo di produrre una quantità sufficiente di acqua di processo che viene fornita alle 3 concerie coinvolte nel progetto. Grazie ai test delle concerie si sta procedendo a validare il processo depurativo dell’acqua e la fattibilità del riutilizzo. 
“Il riscontro più significativo – spiega il direttore Aquarno Nicola Andreanini – sarà quello delle aziende produttive, che sono i nostri partner in questa iniziativa, come anche il feedback del Poteco e riguarderà la bontà commerciale del prodotto finito. L’acqua di recupero dovrà infatti essere in grado di sostituire, senza alcun pregiudizio dell’articolistica aziendale, le acque attualmente emunte dal sottosuolo”.
Fondamentali le indicazioni che si stanno ricavando rispetto alla fase di completa operatività del tubone. “Le indicazioni – continua – saranno sicuramente di grande aiuto in quanto il progetto attuale replica, seppure con qualche lieve integrazione, quanto fu testato su piccola scala qualche anno indietro. Come quella prima prova è stata utile per definire le modifiche da implementare in questa fase, allo stesso tempo tutto quanto scaturirà da Acqua 360 sarà utilizzato per confermare o per ottimizzare la configurazione finale della futura impiantistica”.
Sulla possibilità di coinvolgere altre aziende conciarie, Andreanini aggiunge “L’impianto in funzione riesce a produrre fino a 100 m3/giorno di acqua ‘affinata’. Questo quantitativo è ampiamente sufficiente sia per le aziende che volessero iniziare a sviluppare le prime prove, sia per chi volesse replicare prove già effettuate negli anni scorsi o organizzarsi per qualche test su scala più ampia”.