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A un certo punto, tutto quel dolore deve cominciare a uscire. A Orentano, il dolore per la morte di Paolino Andreotti è iniziato a sgorgare tutto insieme. Un applauso forte e le lacrime di un paese intero, di una comunità intera, sono scrosciati dopo l’omelia di don Sergio e poi ancora, al termine della santa messa per il funerale, oggi 12 aprile nella chiesa di Orentano.
Lo choc che aveva tenuto attonita la grande famiglia orentanese si è rotto quando don Sergio ha detto che “Piepaolo non torna più da noi. Noi però lo andremo a trovare. Ora bisogna impegnarci a portare avanti i suoi progetti, questo dico alla sua famiglia. E’ questo che lui vuole”. Vuole, perché Paolino è ancora negli occhi e nel cuore dei due figli e degli amici di una vita, passata tra queste case e strade. Anche se Pierpaolo non c’è più, ha raggiunto in Cielo il padre e la sorella. In quel momento esatto, forse, tutti lo hanno realizzato. Ad accompagnare Pierpaolo nel suo ultimo viaggio e ad abbracciare tutta la sua famiglia, oggi c’era tutto Orentano. Gli amici di sempre hanno caricato a spalla la bara e l’hanno portata fino al cimitero, davanti a un corteo che pareva non finire mai.
“Oggi Orentano si è fermato – ha sottolineato don Sergio – e si è stretto intorno a Pierpaolo, un punto di riferimento per tutto il paese. Ci ha lasciato troppo presto, è stato un fulmine a ciel sereno. Un grande figlio prima e padre dopo, marito fedele: ha sempre cercato il bene della sua famiglia. Un esempio per tutti. Ora ha lasciato la mamma, la moglie e i figli. Da lassù dice ai suoi cari rimasti: crescete al meglio i miei figli”. Poi i ricordi: “Pierpaolo era una persona intelligente e scaltra, chissà se non ha convinto ieri il Padre eterno a fagli guardare la partita della Juve. E chissà se non si è arrabbiato per il risultato. Lui, juventino sfegatato”. Ricordi che Orentano si porterà sempre nel cuore, consapevole che senza Pierpaolo non sarà più quella di prima.