“Fai gol con gli angeli”, l’applauso saluta Federico foto

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Le parole di accoglienza del vescovo di San Miniato Andrea Migliavacca, le lettere affettuose del fratello Lorenzo, del babbo Maurizio, della zia Isabella, degli amici che con lui hanno condiviso vittorie e sconfitte sul campo da calcio e negli spogliatoi. Quella parola per tutti, l’affetto per la famiglia, l’associazione Un pallone per il sorriso oggi 2 giugno a Balconevisi raccontano un altro Federico. Non l’assassino di Elisa che si è poi tolto la vita, ma il ragazzo spavaldo, affettuoso, gioioso e felice che a San Miniato tutti ricordano.

Il drammatico errore resta lì, ma oggi è un po’ più in disparte, per lasciare un ricordo felice a chi con Federico Zini ha condiviso qualcosa. Impossibile, però, anche il vescovo don Andrea – che ha concelebrato il funerale su richiesta della famiglia, insieme a don Francesco – dimenticare Elisa. “Lo sguardo di Gesù su di noi – ha detto nell’omelia – é lo sguardo della Misericordia su di noi. É lo sguardo che accoglie oggi la vita di Elisa a cui tragicamente é stata tolta. Immaginiamo che quello sguardo, il Signore lo rivolga anche ai familiari di Elisa”. E a Federico, “diventato causa di tanto male prima verso Elisa e poi verso se stesso. Lo sguardo di Gesù oggi abbraccia anche Federico. Con lo stesso sguardo di chi ama, Gesù guarda ai genitori, al fratello, ai compagni di squadra e li ama”. 
Prima di entrare in chiesa, all’arrivo del feretro, il padre di Federico, Maurizio Zini, ha chiesto 5 minuti di raccoglimento. Come a cancellare, anche solo per un po’, la cronaca e lasciare la faccia e la storia di un ragazzo di 25 anni mai compiuti: si è ucciso il giorno prima. Sulla bara, le maglie delle squadre nelle quali ha giocato e un lungo applauso a ogni lettera, segno che Federico, qui, era anche altro.  E che, almeno in punto di morte e solo per un giorno, anche la peggiore delle tragedie può essere lasciata sospesa per un attimo. La sua passione per il calcio è ricorrente nelle lettere lette al termine della funzione, prima di accompagnare Federico nel suo ultimo viaggio. Un funerale nella sua parte più intima, forse reso fin troppo spettacolare dal dolore che questa volta ha trovato questa forma. Un funelare che l’imperfezione della lingua forse ha faticato a rendere nella sua difficoltà, tanto per chi ha celebrato, quanto per chi ha partecipato per dare l’estremo saluto a Federico, responsabile della morte di Elisa, ma allo stesso tempo anche vittima della sua stessa esistenza.
“Ovunque tu sia – si augura la zia – speriamo che tu abbia trovato la serenitá”. “Spero – dicono gli amici – che un giorno ci ritroveremo. Ci manchi, mi mancano le tue improvvisate, i tuoi ‘ti voglio bene’ prima delle partite. Ti ricordo come uno dei ragazzi che animava lo spogliatoio anche nei momenti difficili”. Un sorriso sempre. Che non cancellava però le fragilità, ma che le metteva lì, una sull’altra. E che ha dato a Federico, forse, un’identità non sua, dentro alla quale cercava di stare per non dispiacere nessuno.
“Caro Chicco – dice il padre -, noi sappiamo che eri un ragazzo veramente perbene e solare, perché avevi un dono speciale dentro di te. Chi ti ha conosciuto e frequentato, in tutti questi anni, sa quali valori portavi nel cuore. Eri un ragazzo per tanti aspetti, fuori dagli standard attuali.
Caro Fede, sei stato un ragazzo dedicato e orientato ai veri valori della famiglia, al rispetto altrui e di grande e piacevole compagnia”. Poi l’infortunio nelle Filippine e l’impegno per tornare a giocare contro tutte le previsioni. “Una cosa però Fede, non avresti dovuto fare: compiere questo tragico gesto, che sta sconvolgendo la vita di due famiglie e delle nostre comunità, e che noi condanniamo fortemente e per il quale chiediamo nuovamente perdono, anche e soprattutto a tuo nome, e vicini al dolore dell’altra famiglia. Un gesto che d’ora in poi ci lascia con un vuoto immenso, e ci priverà della tua dolce visione e dei calorosi abbracci verso tutti noi, ma specialmente alla tua principessa, la tua amata cuginetta Giulia”. “Vai Fede – è l’ultimo saluto -, ora vola più in alto che puoi e segna tanti gol insieme agli Angeli. Rimarrai per sempre nei nostri cuori”.
“Sarai sempre il mio fratellone – ha detto Lorenzo -. Abbiamo condiviso tutto. Spero che sarai vicino a me in una forma diversa. Mi mancherai tanto, mi mancherai”.
Il funerale di Elisa
Mentre la bara con Federico entrava in chiesa, quella di Elisa usciva. Anche per lei, a celebrare il funerale c’era il vescovo, quello di Prato don Franco Agostinelli. L’atmosfera, lì, è diversa: c’è la musica, ci sono i palloncini e i volontari, della Pubblica Assistenza L’Avvenire, con la quale prestava servizio come volontaria. Al funerale anche le donne dell’associazione di via San Jacopo, contro la violenza di genere. Elisa portata come esempio di amore che dona – come nel volontariato – nell’omelia del vescovo, che ha invitato a un amore altruista, perché se è egoista non è amore. 

 

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