L’Armenia a San Miniato per la Festa del Teatro, da stasera

L’Armenia a San Miniato per la Festa del Teatro 2018 con i primi due tra gli appuntamenti di accompagnamento alla messa in scena del Dramma Popolare. Stasera 4 e domani 5 luglio alle 21,15 e alle 22,30, nel giardino de La Cisterna della Misericordia ci sarà lo spettacolo Narek, poema armeno con la regia di Vahan Badalyan e la coreografia di Angela Torriani Evangelisti.

Scritto negli ultimi anni della vita di Gregorio di Narek, é diventato un emblema per la forza e il potere delle sue preghiere, simbolo del grido di tutti gli Armeni, a tal punto da considerare “il Narek” un talismano da tenere sotto il cuscino degli infermi e dei malati. Si narra che al momento del terribile genocidio, ogni armeno tenesse in tasca un brano delle preghiere di Narek. La folgorazione della sua parola, la folgorazione per la terra e gente d’Armenia, i suoi colori, i suoi artisti (tra cui l’eclettico e poetico Parajanov), sono l’ispirazione per questo spettacolo tra teatro e danza che si snoda attraverso un percorso a quadri, attraverso stanze, scale, anfratti, luoghi del quotidiano dove il testo e la lingua armena, mescolati alla traduzione italiana, possano risuonare nel rapporto ancor più intimo tra umano e divino, nell’univoco sguardo di due culture rivolte al tema del dolore, della colpa, della spiritualità, della rinascita. Temi questi che sono il perfetto filo conduttore di una Festa del Teatro, organizzata dalla Fondazione guidata da Marzio Gabbanini.
Venerdì 6, inoltre, il critico cinematografico Gabriele Rizza intervisterà, alle 18 a Palazzo Grifoni, Michele Sinisi che metterà in scena dal 19 al 25 luglio La masseria delle allodole, il testo di Antonia Arslan che ha dato al cinema anche uno dei film più belli di Paolo e Vittorio Taviani. La serata sarà introdotta dal presidente della Fondazione Marzio Gabbanini e sarà coordinata dal direttore artistico del Festival Masolino D’Amico. Il romanzo, che diventerà quest’anno Dramma Popolare racconta uno degli eventi più drammatici del ‘900. Il genocidio degli Armeni da parte dei turchi, ritrova, nelle parole di Antonia Arslan, un frammento di questa vicenda, ricostruita dall’autrice sul filo dei ricordi familiari e consegnata alla memoria collettiva in un intreccio di storia e poesia, teso come un thriller e emozionante come una storia d’amore. Portando in scena questo testo nell’ambito del Festival di San Miniato, Michele Sinisi sfida la complessità dell’opera per raccontare la tragedia di un grande popolo “mite e fantasticante”, lanciando al tempo stesso un forte messaggio di pace.

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