





Un mondo intero, quello conciario, si è fermato. E un paese intero, Santa Croce sull’Arno, ha sospeso le vacanze e si è ritrovato davanti alla chiesa collegiata gremita di persone per accompagnare Luca nel suo ultimo viaggio (Luca torna a Santa Croce sull’Arno, l’Iban per donare). E per stringersi intorno alla moglie Alessandra e a tutta la famiglia. Un affetto, quello per il 48enne, dimostrato con una presenza massiccia e una stima testimoniata dal lungo applauso che ha salutato il feretro.
A celebrare il funerale è stato il parroco don Romano che, ricordando la resurrezione di Lazzaro ha detto: “Vorrei che l’immagine di Maria che corre incontro a Gesú sia la nostra. Le richieste di Marta a Gesú, vorrei che fossero le nostre. Io credo che dentro di noi c’è lo stesso grido: se tu fossi stato qui, Luca non sarebbe morto”. Ci sono, invece, le domande, quelle sul perché ma anche sulla malattia. “La moglie e gli amici hanno voluto che si cercasse una risposta con la scienza”, come è stato detto, ma non tutto la scienza può anche se la moglie Alessandra è profondamentte convinta nel dare vita alla Fondazione per aiutare gli scienziati a capire qualcosa di più sulla malattia rarissima che ha stroncato Luca, una malattia terribile e impietosa per la quale oggi non c’è cura.
Il funerale di Luca composto e misurato nell’omelia, nella partecipazione dei tanti amici e parenti nel dolore dei familairi, prime tra tutti la madre e la moglie di Luca. Un dolore difficile da descrivere anche per chi si è trovato davanti ai volti tristi e agli occhi rossi di pianto e che forse è stato reso al meglio non dalle parole, ma dall’organista che ha voluto salutare il feretro a fine cerimona con le note della triste Sarabanda in re minore di Georg Friedrich Händel. Un modo per salutare una persona cara a un’intera comunità, che ancora non si capacità del perché questa malattia abbia colpito proprio Luca e perché non vi sia cura e che forse in attesa che la scienza faccia i suoi passi, magari aiutata anche dalla Fodnazione che nascerà da questa esperienza, troverà se vorrà conforto nella parole del parroco don Romano. Ora dopo le esequie infatti è il tempo del dolore, della solitudine per chi rimane e più che mai sarà preziosa la vicinanza di tutti. Al funerale erano presenti tra i tanti che hanno affollato la chiesa di San Lorenzo anche rappresentanti delle amministrazioni comunali di Santa Croce sull’Arno e di Santa Maria a Monte. (E.ven.)