Una consulta a Isola sul ponte chiuso, ipotesi alternative

29 agosto 2018 | 13:55
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Una consulta a Isola sul ponte chiuso, ipotesi alternative

Per l’11 settembre sarà convocata una consulta con il ponte di Isola all’ordine del giorno. Anche se quel ponte oggi, somiglia a un malato terminale, almeno leggendo le carte prodotte dai tecnici della Provincia di Pisa che parlano di una struttura non sicura neppure per portare il suo stesso peso e per questo interdetta anche ai pedoni. Una struttura fragile a causa, scrivono i tecnici, di “distacchi corticali” del cemento e “snervamento dei ferri dell’armatura” e che forse risente anche un po’ dell’abbassamento del livello dell’acqua, ormai ben al di sotto delle piattaforme ai piedi dei piloni.

Un ponte sotto stretta osservazione ormai da settimane e per la terza volta in questo lasso di tempo oggetto di provvedimenti: dapprima con una limitazione della velocità, poi con una limitazione ai mezzi e ora con la chiusura totale. Per approfondimenti ulteriori, certo, ma di un ente, la Provincia, al momento in difficoltà nel fare programmazione e bilanci a lungo termine per la riforma che abbiamo ben imparato a conoscere. Se ponte sarà, dunque, almeno nel medio periodo, potrebbe essere un altro ponte – forse una passerella ciclopedonale. Mentre c’è chi ipotizza un ritorno alla vecchia chiatta, una suggestione, forse ma al momento nulla si esclude a priori.
Nonostante il verbale dei tecnici lasci comunque qualche spiraglio, nel senso che parla di un ponte chiuso per “ulteriori indagini in vista di possibili interventi straordinari” che, però, dovrebbero comunque fare i conti con i budget: a un ponte non si dà una mano di intonaco. Un ponte verso il niente, a guardarlo da fuori. Ma che per quella manciata di centinaia di cittadini è verso il tutto, abituati ormai da anni di spopolamento e svuotamento di servizi a girarsi verso quel ponte, sicuri che dall’altra parte c’è tutto. Di certo, così non possono utilizzarlo. E anche se interventi dovessero esserci, non saranno in tempi brevi. La consulta proverà a dare qualche risposta, ma probabilmente quelle più grosse saranno il frutto dell’adattamento, strumento principe di ogni trasformazione. D’altra parte, per i tecnici, non c’era altra scelta possibile. Non tanto e non solo dopo Genova: il monitoraggio dei ponti di una provincia che corre ai lati dell’Arno è infatti costante, tanto che dal 2017 è stata avviata una collaborazione con l’università di Pisa che ha già portato alla verifica di qualcosa come 70 ponti, ai quali si aggiungono quelli la cui osservazione è stata affidata a studi di consulenti. 
Al momento, comunque, siamo nel campo delle ipotesi. Le uniche cose certe sono le indagini e la consulta. I cittadini, infatti, stamattina 29 agosto sono rimasti a bocca aperta a guardare chiudere la strada (“Isola di nome e di fatto: siamo in galera”, la rabbia dei residenti e la paura di non rivedere il ponte. “Qui neppure una bottega”). E poi hanno iniziato a parlare e a chiedersi come mai, dicono, ogni volta che in questi anni hanno chiesto rassicurazioni su quel ponte, le hanno ricevute. Come se l’idea che quel ponte potesse aver bisogno di manutenzione fosse solo loro. 

Elisa Venturi