Ponte sull’Elsa, serve un proprietario

La vicenda del ponte sull’Elsa a Isola di San Miniato sembra ancora lontana dal trovare una soluzione. Questa mattina 11 settembre, negli uffici della Provincia di Pisa, i tecnici dei vari enti coinvolti si sono incontrati per fare il punto sulla situazione e capire quali sono le tappe da percorrere.

Ne sono usciti pareri diversi. Per la Provincia, infatti, è stato un incontro fondamentale per stabilire come procedere: secondo i tecnici dell’ente di secondo livello, le azioni da mettere in campo rapidamente sono due. Il primo passo è commissionare uno studio a un soggetto terzo, un professionista in grado di indagare le condizioni del ponte e riferire con una relazione scritta sullo stato di salute delle strutture per capire cosa fare dal punto di vista tecnico. L’altra tappa, poi, secondo la Provincia, da portare avanti in parallelo alla ricognizione tecnica, è di natura politica, perché qualunque sia il responso degli ingegneri, sarà fondamentale capire chi ha la responsabilità legale su quel ponte, che al momento sembra non essere di nessuno, se non del comune di San Miniato per il solo fatto che nel 1967 quando fu costruito, il municipio della Rocca era la stazione appaltante dei lavori. In pratica i tecnici della Provincia dicono: “Assodato che il ponte venne costruito con i soldi messi a disposizione dal comune di Empoli, da quello di San Miniato e dalla provincia di Pisa, da ora in poi bisogna capire chi avrà la titolarità di firmare i documenti relativi a quel ponte, qualunque cosa si decida di fare. E questo può essere deciso solo in un tavolo politico, altrimenti mancherà il soggetto che possa assumersi la responsabilità delle decisioni che prenderemo”. In sostanza, quindi, al momento siamo in una sorta di impasse, fino a quando la politica non deciderà chi è responsabile per quel ponte. Un passaggio che i tecnici sperano sia fatto a breve, per poter poi cominciare a lavorare. Nel frattempo però gli ingegneri dovranno fare le proprie valutazioni e riferire quanto scopriranno. Anche su questo punto non è stato stabilito, secondo quanto si apprende, come procedere. Certo è che come è stato ribadito a fine riunione dagli ingegneri della Provincia: “Per ora è ancora presto parlare di tempi, prima serve lo studio di un ingegnere sulla base del quale saranno decisi gli interventi da fare”.
Intanto il comune di San Miniato, che è quello che sta seguendo con maggiore attenzione la vicenda anche perché quel ponte è utilizzato da molti cittadini samminiatesi, nel pomeriggio di oggi 11 settembre, aveva già inviato i propri tecnici a fare un nuovo sopralluogo sulla situazione del ponte per analizzare le condizioni dell’impalcato (il piano su cui poggia la strada), che risulta essere più danneggiato dalla parte della sponda empolese e sulle condizioni delle colonne di calcestruzzo. Proprio i tecnici del comune di San Miniato invece si sono sbilanciati dopo la riunione con la Provincia e hanno ipotizzato che il ponte potrebbe essere riaperto a breve, in quanto le condizioni non sono gravi come era sembrato in un primo momento. Si parla di ipotesi ovviamente, che farebbero ben sperare, il condizionale è d’obbligo. Addirittura secondo i tecnici samminiatesi, si potrebbe anche ipotizzare la riapertura del ponte entro tre mesi, perché nell’immediato non sembra essere danneggiato come si è pensato in un primo momento. Tutte ipotesi che ora dovranno essere confermate da un soggetto terzo, ma di cui a San Miniato sembrano essere abbastanza sicuri tanto che ad un certo punto scappa detto: “Questo ponte non è da demolire, almeno non nell’immediato e si dovrebbe poterlo riparare. Certo bisognerà capire poi in che modo eventualmente riaprirlo”.
Due posizioni distanti quelle riferite da Provincia e Comune, ma che comunque puntano allo stesso risultato: restituire alla collettività un’opera che nel corso dei decenni era diventata fondamentale per chi vive a Isola e Roffia e vuole raggiungere Empoli.
Forse sull’intera vicenda si capirà di più il prossimo 13 settembre, quando gli amministratori locali di San Miniato dovrebbero riferire ai cittadini nell’ambito della consulta di zona, convocata al circolo Arci. Per quella data è difficile pensare che il comune di San Miniato abbia già uno studio tecnico in mano, ma non escluso.

Gabriele Mori

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