Pd San Miniato, niente primarie per candidato sindaco

L’orizzonte temporale è fissato a novembre, possibilmente nei primi giorni del mese. È in questo periodo che il Pd sanminiatese conta di poter annunciare ufficialmente il proprio candidato sindaco per le elezioni del 2019. Un appuntamento che mai come stavolta spaventa i democratici di San Miniato, alla ricerca di un candidato di continuità che sia in grado di imporsi al primo turno evitando la ‘lotteria’ del ballottaggio.

Una scelta, quella del candidato sindaco, che di certo non passerà dalle primarie. Il ricordo e gli strascichi del duro scontro di 9 anni fa, quello che incoronò Vittorio Gabbanini, sono ancora forti nella testa dei democratici sanminiatesi, tanto che nessuno dei dirigenti del partito sembra spingere in questa direzione. A maggior ragione stavolta, in cui il ruolo di candidato a sindaco non ha trovato finora grandi adesioni. È risaputo, del resto, che la componente forte del partito (quella che fa capo all’attuale sindaco) è alla ricerca di un nome che si ponga in continuità con l’attuale amministrazione. La prima scelta era caduta come noto sull’assessore Gianluca Bertini, ma il rifiuto di quest’ultimo ha rimescolato le carte in tavola. Al suo posto sono circolati negli ultimi mesi i nomi di Chiara Rossi e David Spalletti, anche se ultime voci parlano di una rinuncia di entrambi, decisi a quanto pare a chiudere la propria esperienza istituzionale. Una prospettiva che, se confermata, lascerebbe campo libero al segretario Simone Giglioli, anche se da qui a novembre non sono da escludere sorprese e colpi di scena.
Quel che è certo è che il Pd della Rocca è solo all’inizio del percorso politico in vista delle elezioni, con l’obiettivo di sfruttare il mese di ottobre per definire il programma, individuare il candidato e ovviamente valutare le possibili alleanze. Di certo non ci sarà alcun margine di trattativa con il comitato civico CambiaMenti promosso dall’ex assessore Manola Guazzini, decisa (lei sì) ad offrire la propria candidatura per conquistare lo scranno più alto del Comune. A dispetto di una minoranza del partito che chiede di allacciare comunque un dialogo, per “evitare una nuova divisione a sinistra” (come scritto da Carlo Giglioli di Isola in una mail indirizzata alla stessa Guazzini), la gran parte dei democratici sanminiatesi considera CambiaMenti come una realtà nata fin da subito in antitesi al Pd e con l’obiettivo dichiarato di costringere i democratici al ballottaggio. Non solo: a detta di molti il comitato CambiaMenti è già considerato l’antagonista principale delle prossime consultazioni, il principale rivale con il quale il Pd sarà chiamato a confrontarsi. Una sfida che si giocherà proprio sulle alleanze, con l’obiettivo di indebolire la forza ‘centripeta’ di Guazzini sulle altre forze politiche, a cominciare ovviamente da Liberi e Uguali con cui i democratici, al contrario, sono decisi ad avviare subito un confronto.
Il quadro, ad ogni modo, sarà più chiaro nelle prossime settimane, anche alla luce del congresso nazionale e regionale che, salvo sorprese, sarà chiamato a riconfermare la linea renziana alla guida del partito.

 

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