Buonarroti, mancano maestre e Ata per il progetto frutta

Il progetto Frutta interrotto, le maestre e il personale Ata che mancano, le classi accorpate e i progetti che, a detta dei genitori, non partono. A scuola già iniziata da un mese, esatto oggi 17 ottobre. E’ una situazione difficile quella che sta vivendo la scuola dell’infanzia dell’istituto Buonarroti di Ponte a Egola secondo i genitori, che da giorni si incontrano con il dirigente reggente per esortare una soluzione. E’ una situazione difficile per tutte le scuole, spiega il dirigente Sandro Scapellato, che quelle soluzioni le sta cercando anche oggi, che è rimasto al lavoro insieme al personale di segreteria nel pomeriggio. Ma la Scuola è un meccanismo complicato, nel quale il bene dei bambini e la pazienza dei genitori si scontrano spesso con i tempi della burocrazia. 

Il primo problema che ha scaldato gli animi dei genitori è stato quello del progetto frutta, interrotto da quest’anno e solo in quella scuola. Da qualche giorno, a questo problema si è aggiunta la carenza di insegnanti aggravato dalla malattia di una di loro, che costringono le maestre in servizio a raggruppare i 140 bambini per assolvere almeno al primo compito, quello della sorveglianza. “Ieri il mio bimbo è tornato a casa – racconta una mamma -, gli ho chiesto cosa aveva fatto a scuola e mi ha detto che ha guardato un film. Non sapeva con che maestra, non la conosceva, ha detto”. Il programma didattico della materna non è troppo stringente, questo è vero, ma i genitori che scelgono di mandare un figlio lo fanno anche per garantirgli stimoli diversi, “non certo per tenerli a parcheggio”, raccontano e quindi questa situazione non li lascia stare tranquilli. Tanto più che questo è un disagio che si aggiunge ad altri. “Il primo è stato il progetto frutta – racconta un altro genitore -. Il progetto è stato introdotto al Sacchetti e al Buonarroti poiché i bambini mangiavano poca frutta all’ora di pranzo e questa spesso veniva buttata via. Allora si è pensato bene di trattenerla la mattina per darla ai bambini come spuntino di metà mattina. Una pratica che è stata interrotta e così alcuni genitori hanno iniziato a mettere una merenda nello zainetto dei figli che, in qualche occasione, è stata tolta ai bambini. Ora, da una settimana e dopo vari aggiustamenti, la merenda dall’esterno è ammessa”. “Ma noi continuiamo a pagare quella frutta che, dobbiamo dedurre, continuerà ad avanzare”, a meno che il progetto non abbia dato i suoi frutti e che tutti i bimbi mangino la loro razione dopo primo e secondo.
“Il progetto è stato introdotto dal Comune – precisa il dirigente – e richiede che il personale addetto allo sporzionamento della frutta sia provvisto di certificazione Haccp. Al momento nessuno la ha. Il Comune si è anche impegnato a formare a proprie spese il personale Ata ma il loro rappresentante sindacale non si è detto disponibile, neppure con un aumento di stipendio per aggravio del compito. Allora abbiamo chiesto alle insegnanti, ma con la stessa risposta. Io sono il dirigente, posso chiedere, pagare l’aggravio ma non certo ordinare”. In pratica in questo caso il bene del lavoratore è superiore a quello dei bambini, anche perché con questa carenza di personale, i lavoratori faranno di certo già qualche straordinario. Il risultato è che, se nessuno sporziona la frutta, la frutta ai bambini non si può dare. 

“Mentre sul progetto frutta possiamo in qualche modo lavorare – spiega il dirigente -, il problema delle supplenti è strutturale: tra infanzia e primaria, al momento mancano tre insegnati di sostegno e una di classe. Abbiamo già fatto 3 o 4 convocazioni ma non abbiamo trovato disponibilità. Ora, a partire da oggi stesso, stiamo iniziando le chiamate dirette per Mad” che, per i non addetti ai lavori, sono le messe a disposizione, una candidatura spontanea. “Ne sono arrivate circa 400 – spiega il preside -. Come prassi dovranno essere valutate e classificate, fino a stilare una graduatoria utile alle supplenze. Le graduatorie ordinarie le abbiamo seguite, ma non abbiamo trovato nessuno disponibile a presentarsi”. Perché succede che, a forza di riforme, in quelle gratuatorie entra gente che ha un lavoro, che per qualche giorno deve arrivare dalla Campania o dal Piemonte oppure che, essendo soltanto ottobre, aspetta e spera in un contratto fino a giugno, anziché di pochi giorni. “I primi posti che completeremo saranno i tre del sostegno – rassicura il dirigente -. Sono d’accordo con i genitori che mettono in evidenza questa mancanza, li comprendo e li rassicuro sul fatto che stiamo facendo il possibile ma questa carenza è un fatto di sistema e ci sono dei tempi di legge che dobbiamo rispettare”. 

Elisa Venturi

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