Boggia: “Se assente mi scuso, facile parlare alla pancia”

“Per senso di responsabilità nei confronti dei miei concittadini ai quali sei anni fa ho chiesto il voto come candidato sindaco, sento di dover chiarire la mia posizione”. Inizia così la lettera che Cinzia Boggia, dipendente comunale a Santa Maria a Monte e già candidata sindaco alla penultima tornata amministrativa, ha scritto pubblicamente dopo il caso delle pause caffè non “timbrate” in comune, al centro di un indagine della procura conclusasi con l’archiviazione (leggi).

Una lettera accorata quella della dipendente dell’ufficio anagrafe, in equilibrio fra le scuse ed il racconto di una storia, quella del suo ufficio, costellata anche di eccellenze ritenute non riconosciute. Al centro di tutto i 12 minuti netti che nell’aprile 2017 l’inchiesta gli imputa come assenza non timbrata, per prendere un caffè. Ma anche la decisione, paventata da molti dei dipendenti coinvolti ma non confermata né smentita dal comune, di voler impugnare la decisione della Procura di archiviare (leggi).

“Ammetto di essere uno dei destinatari dell’avvio del procedimento disciplinare di cui si parlava in quegli articoli in quanto, nelle tre settimane della primavera 2017 in cui la Procura della Repubblica di Pisa ci ha filmati con telecamere nascoste, sembra che sabato 1 aprile 2017 mi sia assentata dall’ufficio per 12 minuti senza timbrare, cosa che onestamente non ricordo di aver fatto – scrive Boggia nella sua lettera. – Se io l’avessi fatto ovviamente non sarebbe stato un comportamento corretto, e me ne scuso a prescindere, però ritengo che sui piatti di una bilancia occorra sempre mettere sia i pro sia i contro e poi stabilire qual è il piatto più pesante. L’anagrafe di Santa Maria a Monte è aperta 5 ore al giorno dal lunedì al sabato e da circa 6 anni lamentiamo di avere un
organico insufficiente a coprire il servizio. Credo che sia l’unica anagrafe in Italia che “serve” oltre 13mila abitanti con due dipendenti a tempo pieno e uno a tempo ridotto, occupandosi di anagrafe, stato civile, elettorale, statistica, toponomastica, gestione cittadini europei, emissione cie , certificazioni, ecc. ecc. Il Governo Italiano, inoltre, da un paio di anni ha avviato la creazione di una banca dati nazionale delle anagrafi (ANPR) che sarà in grado, una volta a regime, di consentire a chiunque di avere certificati e carte di identità in qualunque comune d’Italia. Ovviamente è un grande progetto, impegnativo e complesso, che prevede che tutte le banche dati dei singoli comuni siano “bonificate” e uniformate alla nuova anagrafe nazionale”.

“Nonostante i problemi di organico che lamentiamo da qualche anno – continua – e grazie all’impegno dell’ufficio, il comune di Santa Maria a Monte il 4 aprile scorso è stato il primo della provincia di Pisa a migrare con successo in ANPR, il quarto della regione Toscana e il novantanovesimo in tutta Italia (su circa 8000 comuni). Ad oggi sono migrati meno di 1000 comuni. Anche per l’emissione delle carte di identità elettroniche siamo stati il secondo comune della provincia di Pisa, ben 8 anni fa, ad emettere quelle provvisorie, e tra i primi in assoluto della provincia, nel luglio 2016, ad emettere le nuove CIE. Oltre a sbrigare le pratiche nel momento stesso in cui il cittadino le chiede, (divorzi, separazioni, cittadinanze, ecc.) non diamo appuntamenti né per l’emissione delle cie né per le pratiche di cambio di residenza né per alcunché (pratica invece molto in uso nella maggior parte dei comuni della provincia). Inoltre siamo diventati un punto di riferimento per molti altri comuni italiani che utilizzano il nostro stesso programma informatico, che ci contattano giornalmente per avere informazioni sul nuovo modo di lavorare dopo la migrazione in ANPR, e anche per diversi comuni della nostra zona che ci chiamano e che sono venuti o contano di venire nel nostro ufficio per vedere “dal vivo” come funzionano le nuove procedure. Direi senza tema di smentita che da anni siamo un ufficio servizi demografici al passo, se non addirittura all’avanguardia, con tutti i radicali cambiamenti che stanno investendo il nostro lavoro per arrivare a una sempre maggiore semplificazione ed efficienza delle procedure burocratiche per i cittadini italiani”.

Di qui l’appunto al comune e alla sindaca, autrice con la maggioranza lo scorso 2 ottobre di una delibera additata dai dipendenti, oltre che dalle opposizioni, come un atto preparatorio ad un ricorso contro la decisone della Procura. Il Comune ha infatti conferito incarico ai legali per lo svolgimento di attività di “pre-contenzioso eventualmente conseguente”. La scelta di ricorrere non è presa, in pratica, ma il Comune ha voluto con quest’atto mettere la mani avanti. Quanto basta, comunque, per far infuriare le rappresentanze sindacali, con la Cgil che dall’inizio della vicenda segue la vertenza e ha incaricato un legale di seguire i dipendenti coinvolti, che sono stati chiamati nei di novembre in audizione dal segretario comunale.

“Credo che nell’ottica della cosiddetta ‘meritocrazia’ tanto sbandierata ma mai davvero applicata negli enti pubblici, bisognerebbe che i nostri dirigenti e i nostri amministratori sapessero innanzi tutto quello che i loro uffici realmente fanno e capissero che lavorando in maniera strutturata e organizzata, in 5 ore e 48 minuti di lavoro (o anche meno) si può produrre più lavoro di quanto uffici meno organizzati riescano a fare anche in 12 ore – è l’affondo di Boggia. – Che l’amministrazione possa aver pensato, poi, di fare opposizione alla proposta della Procura di Pisa di archiviazione del procedimento penale aperto nei nostri confronti, lascia a dir poco basiti e fa riflettere su quanto sia insensato darsi tanto da fare quando si lavora in un ente pubblico, e su come sia facile “parlare alla pancia” della gente per ottenere un po’ di facile consenso anche quando si utilizzano argomenti del tutto infondati. Vorrei chiudere questo mio sfogo facendo presente ai cittadini che probabilmente la cattiva fama dei dipendenti pubblici è dovuta proprio a questa assoluta mancanza di qualunque gratificazione, economica o morale, nemmeno quando il tuo lavoro è palesemente ben fatto e i risultati sono oggettivamente incontestabili, nemmeno in una realtà piccola come la nostra”.

Nilo Di Modica

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