
E’ morto a 56 anni, dopo una vita trascorsa a Corazzano, dove lascia la madre e i parenti. Stefano Renieri, poeta e pittore, è morto oggi 14 gennaio.
“Renieri era un grande artista – dice Andrea Mancini, amico ed estimatore -, autore di libri importanti e opere esposte in alcune mostre, l’ultima a Corazzano, voluta dall’intero paese, che come per una premonizione, lo ha voluto omaggiare appena due mesi fa. Renieri è tra l’altro presente anche fuori dall’Italia, nelle collezioni di grandi scrittori, come Fernando Arrabal, o di grandi registi, come l’argentino Sergio Aguirre”.
Renieri, in un’altra mostra allestita nel 2002 al Teatro di Quaranthana, sempre a Corazzano, rappresentava il proprio padre e tradizioni e costumi che si vanno perdendo, di un modo di vivere delle persone di quei luoghi.
“Avevamo in preparazione, per il 16 febbraio – dice ancora Mancini – una mostra al Teatro Il Momento di Empoli e sarà senza Stefano. Ne faremo un’occasione per ricordarlo. I quadri degli ultimi anni dimostrano la grande maturità acquisita. Molti di questi rappresentano una specie di Pietà: sono Madonne che tengono sulle ginocchia il corpo di Cristo, sembrano riprodurre le icone della chiesta orientale, ma in realtà riescono a realizzare straordinari elementi di novità, momenti originali, che hanno saputo interessare anche le persone semplici che li hanno visti nell’ultima mostra che ho curato per Renieri, quella appunto a Corazzano”.
Di Renieri bisogna anche ricordare un altro libro, cioè “Cecco Rivolta”, pubblicato nel 2002 da Titivillus. Si tratta di una narrazione autobiografica, a volte drammatica, perché l’eroe della storia, il poeta Francesco Maria Istivan Rivolta, viene regolarmente bastonato, in un rapporto con il mondo e con l’altro sesso tutt’altro che tranquillo, ma che comunque esiste. “Le donne che lo bastonano – dice ancora Mancini -, lo lapidano, lo riempiono di cenere e di lapilli, comunque non sono indifferenti, e c’è sempre una di loro che torna indietro a sistemargli la cravatta, perché appunto tutto si ricompone ‘davanti a Dio e al provvido creato’. Insomma, una tragedia buffa, lo scherzo e il tragico, Pulcinella e Arlecchino, ancora personaggi, anzi amici di Cecco Rivolta”.