Shalom, in Burkina “formare una nuova classe dirigente” foto

“Ho trovato un Paese fiero, ma fortemente scosso dal clima di instabilità dovuto ai jihadisti che stanno mettendo in crisi la convivenza di uno dei popoli più pacifici dell’Africa”. Lo ha detto don Andrea Cristiani, fondatore di Shalom da poco rientrato dal Burkina Faso.

“I progetti di Shalom – continua don Andrea – sono tutti in ottimo stato e la nostra presenza è palpabile e ha segnato profondamente la vita del paese”. In 31 anni di presenza di Shalom nel Paese africano, sono oltre 20mila i bambini che, attraverso le adozioni a distanza, hanno potuto crescere andare a scuola essere curati. Sono migliaia i bambini, ragazzi e giovani che sono stati formati in tutte le scuole di ogni ordine e grado attive nel Paese, dalle materne all’Università, dove “stiamo cercando di formare una nuova classe dirigente. Non contiamo, poi, le case famiglia, gli orfanotrofi, le centinaia di pozzi realizzati… i 101 bambini burkinabé che hanno trovato una famiglia in Italia con le adozioni internazionali… insomma un’opera imponente anche se non sufficiente per garantire un pieno sviluppo a uno dei Paesi più poveri del mondo, grande quanto l’Italia e con 18 milioni di abitanti”.
“Siamo fortemente preoccupati – aggiunge Luca Gemignani, direttore di Shalom – perché il Burkina era il Paese della convivenza e della fraternità. E’ diventato purtroppo in alcune aree del nord e dell’est un territorio pericoloso e instabile dove ci sono all’ordine del giorno attentati, rappresaglie, rapimenti. Non ultimo anche quello di un italiano, Luca Tacchetto e della sua compagna”.
Il clima di instabilità è cresciuto negli ultimi 9 anni, in coincidenza con la scoperta di grossi giacimenti di oro e altri minerali e il conseguente arrivo in zona di grosse aziende e multinazionali che si occupano di estrazione mineraria. “Non abbiamo prove sicure, ma la coincidenza di questi due fenomeni – dichiara Vieri Martini presidente di Shalom – è a dir poco sospetta”.
Come Shalom abbiamo alcune proposte concrete da sottoporre alla comunità internazionale: “Che si preveda una giusta ricaduta sul popolo dei lauti proventi delle miniere d’oro e di manganese, garantire ai giovani sedotti dal fondamentalismo lavoro e istruzione, intensificare il dialogo interreligioso informando che un ‘Dio mostro’, che manda ad uccidere in suo nome non c’è proprio, non esiste è una bestemmia, migliorare con gli strumenti che la tecnologia permette i servizi di intelligence per prevenire attentati e scorribande, instaurare un severo controllo delle frontiere (soprattutto al nord e all’est) da cui provengono i reclutatori e i jihadisti. “Come mai – continua don Andrea – quando andiamo in Burkina noi, i nostri passaporti vengono controllati molte volte e accuratamente con tanto di impronte digitali, mentre intere bande entrano e escono dal paese senza controllo?”. L’incursione di jihadisti stranieri, fa sospettare qualche complicità di una parte dell’esercito fuori controllo. Il Movimento Shalom, da parte sua, non intende abbandonare il Paese, anzi è intenzionato a rafforzare la propria azione dando il primato alla formazione dei giovani. “E’ necessaria una rivoluzione culturale ed educativa. In un Paese dove più di tre quarti della popolazione ha meno di 30 anni, l’urgenza formativa è prioritaria ed educare ai valori dei quali Shalom è portatore è fondamentale: la pace, la convivenza, il dialogo, la fraternità. Facciamo un appello a tutti i nostri sostenitori, alle altre ong e associazioni che operano in Burkina, alle istituzioni regionali e nazionali, insomma a tutti coloro che credono che in un mondo globalizzato non possiamo occuparci solo del nostro orticello perché presto o tardi i problemi dell’Africa verranno a bussarci alle nostre porte, cosa peraltro ormai palese. Allora mi sta bene aiutarli nei loro Paesi, ma facciamolo davvero e invito soprattutto i governanti, senza polemica di carattere politico, a farlo davvero, non a parole o nelle dichiarazioni televisive ma con impegni concreti, risorse, programmi, progetti. Noi Shalom ci siamo, uniamoci insieme”. 

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.