Depuratore Castelfranco, per Arpat: “Odori diminuiti foto

“Le modifiche, realizzate nel corso di 5 anni, anche se molto impegnative per la società da un punto di vista economico, hanno reso estremamente performante la piattaforma nel trattamento di qualsiasi tipologia di rifiuto liquido, fangoso”. Tanto che “Nel corso del 2018, all’Urp di Arpat, è stato registrato un numero di esposti per maleodoranze nella zona di Castelfranco di Sotto nettamente inferiore rispetto al passato e, spesso, non riconducibili all’installazione Waste Recycling di Via Malpasso”. Per Arpat, quindi, dopo le modifiche dell’impianto richieste, sono “Diminuiti i cattivi odori dal depuratore di Castelfranco di Sotto”.

Arpat spiega infatti che si sono conclusi gli interventi di adeguamento richiesti dalla Regione Toscana, su indicazione di Arpat, per ridurre i cattivi odori provenienti dallo stabilimento di trattamento di rifiuti liquidi e fangosi, pericolosi e non pericolosi, gestito dalla Waste Recycling SpA (acquisita dai primi mesi del 2017 dal Gruppo Herambiente) e situato parte a Castelfranco di Sotto (in particolare la zona dedicata al trattamento chimico fisico biologico dei rifiuti liquidi) e parte a Santa Croce sull’Arno (in particolare la maggior parte della zona dedicata allo stoccaggio provvisorio e trattamento di rifiuti solidi).
Nello stabilimento sono anche presenti altri impianti di selezione, trattamento e stoccaggio di rifiuti solidi pericolosi e non pericolosi, il pirogassificatore praticamente mai entrato in funzione e in fase di dismissione, un’officina meccanica gestita dalla Waste Recycling.
I lavori
Nell’area, i lavori terminati alla fine di novembre scorso hanno revisto “l’installazione di un nuovo impianto di evaporazione a supporto della colonna di distillazione e di un serbatoio per lo stoccaggio del concentrato. La fase acqua e solventi ottenuta sarà alimentata in fase vapore alla colonna di distillazione mentre il residuo di fondo, costituito da tutti i composti estranei presenti, sarà conferito a impianti autorizzati allo smaltimento finale (termodistruzione). Ciò ha la finalità di migliorare la funzionalità della colonna di distillazione, con aumento del quantitativo di solventi recuperati. Installati, inoltre, il dosaggio di ossigeno liquido su una delle 2 linee dell’impianto biologico, che viene alimentato dall’uscita della sezione chimico-fisica e 2 nuove linee di trattamento chimico fisico in continuo, con funzionamento in parallelo, che saranno usate come trattamento finale, prima dell’invio al comparto biologico. La finalità di tale intervento è quella di potenziare la resa di depurazione del comparto chimico fisico rispetto ai parametri metalli, idrocarburi, solventi. Infatti viene utilizzata calce addizionata di carbone attivo. Aggiunto, poi, un filtro a carboni attivi zeoliti sulla linea dell’impianto di abbattimento dell’emissione E3 (da impianto biologico), per minimizzare l’impatto ambientale odorigeno dell’attività all’esterno. Sono state installate anche una terza linea MBR (Membrane Biological Reactor) in aggiunta a quelle esistenti di tipo tradizionale e una nuova torre di raffreddamento, vista l’installazione del nuovo evaporatore e in previsione dell’installazione di un ulteriore nuovo evaporatore”.
La storia
Sin dall’inizio della sua attività nel 2009, la piattaforma di trattamento aveva provocato cattivi odori di varia natura. A ottobre del 2013, in particolare, Arpat “aveva evidenziato numerose criticità, tra cui il funzionamento discontinuo delle varie sezioni, che compongono l’impianto chimico fisico (concentratore a triplice effetto), a seconda delle tipologie di rifiuti liquidi e fangosi trattati, che non consentiva di assicurare un trattamento adeguato dei reflui acquosi contenenti idrocarburi, solventi volatili o non biodegradabili, così come non era garantito il loro abbattimento ai camini, per l’assenza di idonei sistemi di abbattimento. La Provincia di Pisa richiese quindi la sospensione immediata dei conferimenti di rifiuti liquidi e fangosi, contenenti inquinanti odorigeni.
La Ditta, che si è sempre dimostrata collaborativa, ultimò entro la fine del 2015 tali interventi che consistevano nella realizzazione e nella messa in funzione di una nuova colonna di distillazione, una nuova sezione di evaporazione e di concentrazione per distinzione trattamento dei reflui costituiti da acque solventate, un nuovo gruppo di continuità in grado di assicurare il funzionamento degli impianti di abbattimento anche in occasioni di black out sulla rete elettrica, un nuovo impianto di messa sotto aspirazione delle apparecchiature contenenti sostanze odorigene ed abbattimento emissioni (camino E2) composto da Termox degli sfiati munito di Sistema di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni per parametro Carbonio Organico Totale, Reattore a secco con calce carbone attivo, Filtro a maniche, Scrubber umido a doppio stadio, Filtro a carbone attivo (guardia)”.
I successivi controlli di Arpat hanno evidenziato ulteriori possibilità di miglioramento, che si sono tradotte nelle nuove prescrizioni da parte della Regione Toscana, che dal 2016 ha acquisito le competenze per i provvedimenti autorizzativi dell’impianto e quindi negli interventi da poco conclusi.
Da giugno 2012 a febbraio 2013 Arpat, insieme ad Asl, “svolse un’intensa attività in merito al fenomeno delle maleodoranze nella zona di Castelfranco di Sotto, attività che vide anche il coinvolgimento dei cittadini attraverso la compilazione delle schede con gli orari e il tipo di maleodoranze avvertite. Vennero inoltre effettuate tre campagne di monitoraggio della qualità dell’aria con un mezzo mobile, nella zona industriale a confine tra Castelfranco di Sotto e Santa Croce sull’Arno. Anche in base alle indicazioni emerse dalla cittadinanza e alle segnalazioni della stessa, Arpat effettuò numerosi sopralluoghi nell’impianto della Waste Recycling di via Malpasso, evidenziando alcune criticità associate con il rilascio di odori molesti”. Nel corso del 2013 proseguirono le attività di Arpat nell’impianto: mentre le problematiche relative alle emissioni maleodoranti di idrogeno solforato, provenienti dalle sezioni di trattamento dei rifiuti liquidi, erano state pressoché risolte, verso la fine dell’anno emersero altre criticità, la cui risoluzione comportò ulteriori adeguamenti impiantistici.
A fine novembre 2014 l’Agenzia segnalò al gestore la necessità di una maggiore attenzione alla ripartizione del carico idraulico organico fra le due vasche di ossidazione, per evitare i cattivi odori lamentati dai cittadini. Nel febbraio 2015 emerse la necessità di attivare prontamente una riduzione del carico in ingresso, per garantire un incremento dell’ossigeno libero in vasca tale da evitare nuovi episodi di rilascio di odori molesti come quelli ancora lamentati. A fine 2015 continuarono i cattivi odori provenienti dall’impianto, con nuovi episodi anche a settembre 2016, a causa della mancata copertura della vasca circolare di ossidazione, in quanto i lavori erano in fase di ultimazione. L’impianto Waste Recycling ha continuato a costituire una fonte pressoché costante di disturbo olfattivo per il territorio anche nel 2017, nonostante i significativi interventi di adeguamento impiantistico, effettuati nel corso del 2016″.

 

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