Padule, Diritti comune: “Sindaco non ha mantenuto promesse”

La gestione del Padule di Fucecchio passa dalla Regione ai Comuni, Diritti in Comune alza la voce e chiama in causa il sindaco Spinelli: “La nostra paura – è il commento – è che ci rimetta il bene più prezioso: la più vasta area palustre interna d’Italia, il Padule”.

“Si sta verificando ciò che noi avevamo tentato di scongiurare in tutti i modi in una battaglia che nel 2017 – dicono da Diritti in comune – abbiamo portato avanti insieme ad associazioni quali Italia Nostra sezione Mediovaldarno, Fondazione I Care Fucecchio, Club Alpino Italiano sezione Valdarno Inferiore Giacomo Toni. Oltre ad impegnarci nella raccolta firme per scongiurare la chiusura del Centro di ricerca, documentazione e promozione del Padule di Fucecchio, che ha visto come firmatari anche molti insegnanti delle scuole di Fucecchio, siamo stati promotori di un ordine del giorno approvato all’unanimità in consiglio comunale, con il quale il sindaco e la giunta si sono impegnati a farsi promotori verso la Regione affinché mantenesse gli impegni presi, compreso l’erogazione delle risorse per la funzionalità del centro, salvaguardando le professionalità esistenti. Tutto questo invano: Regione e Comuni interessati sono andati avanti nel perseguire i loro scopi, che, a nostro avviso, non hanno niente a che fare con il bene del Padule. E il sindaco di Fucecchio non ha mantenuto le promesse fatte in consiglio comunale quando ha approvato l’ordine del giorno”.
“Leggiamo infatti che i comuni di Larciano e di Ponte Buggianese si sono spartiti i beni – conclude Diritti in Comune – Il Centro visite, gestito finora egregiamente dal Centro di ricerca, passerà al Comune di Larciano, che lo darà in gestione a chi vincerà un bando, aperto a tutte le associazioni, anche ai proprietari terrieri. La politica di queste amministrazioni, compresa quella del sindaco Spinelli che sponsorizza in ogni modo l’associazione dei cacciatori, forse per qualche voto in più alle prossime amministrative, è a noi chiara: la risorsa ambientale è intesa come bene di pochi, dei singoli proprietari terrieri che dovranno gestirlo, favorendo l’attività venatoria. Noi esprimiamo la nostra contrarietà: per noi le risorse sono un bene pubblico, da valorizzare, da far conoscere alle persone, ai cittadini del domani, agli studenti. Un bene collettivo gestito dal pubblico. E continueremo a portare avanti questa battaglia”.

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