Palio dei barrocci di Capanne: giallo sulla prima edizione

Il Palio dei barrocci “non s’ha da fare”. Rimandata causa maltempo domenica scorsa, la prima edizione della sfida dei rioni di Capanne di Montopoli Valdarno si sarebbe dovuta disputare oggi 12 maggio. O almeno i mezzi sarebbero dovuti uscire in sfilata. Invece non è stato così.

Questa mattina (12 maggio), al capannone dove erano conservati i barrocci a Ponte a Egola, si è presentato un sedicente agente di pubblica sicurezza in borghese, dicendo che i veicoli non erano in regola ed erano stati posti quindi “sotto sequestro”. A parlare con lui c’era un membro dell’associazione Barrocciai capannesi, Francesco Centi, che pochi minuti prima era stato contattato telefonicamente dalla stessa persona. “Mi ha detto di aver ricevuto una segnalazione e di voler vedere i mezzi – racconta Centi -. Arrivato sul posto mi ha spiegato che i mezzi non erano omologati e che la corsa avrebbe richiesto determinate recensioni per potersi svolgere in sicurezza. Così ha intimato al proprietario del capannone di chiudere tutto e di non far uscire i barrocci. A quel punto abbiamo provato a parlare sia con il comandante della polizia municipale Dario Pancanti sia con il sindaco Capecchi, ma entrambi non ne sapevano niente. Quando abbiamo provato a ricontattare il proprietario del capannone non siamo più riusciti a rintracciarlo”.
Tanto è bastato a mandare a monte la prima uscita di questa manifestazione, ideata e pensata quesi due anni fa e alla quale lavorano da mesi molti giovani, insieme al presidente Roberto Remorini e ai consiglieri delll’Associazione barrocciai. La cosa, però, è parsa da subito un po’ strana, visto che l’associazione le autorizzazioni le aveva tutte in regola, firmate dalle autorità competenti, compreso lo stesso comandante della polizia municipale. La corsa, quindi, alla fine non c’è stata, lasciando l’amaro in bocca ai cittadini che si erano presentati nel primo pomeriggio a Capanne, assistendo alla sfilata della Pro Loco di Montopoli e alle esibizioni degli artisti di strada. Il tutto in attesa di una corsa che alla fine non c’è stata e che sarà recuperata ormai la prossima domenica, 19 maggio.
Oltre all’ennesimo rinvio, però, la vicenda ha innescato un problema maggiore, ovvero capire se il personaggio che si è presentato al capannone dove erano custoditi i barrocci sia veramente un agente di pubblica sicurezza oppure una persona che ha voluto tirare un brutto scherzo agli organizzatori. Subito dopo i fatti, il presidente e il consiglio direttivo si sono rivolti prima al comandante della polizia municipale Dario Pancanti e poi ai carabinieri. Cosa strana, l’uomo che si è qualificato come agente, dopo aver impedito ai mezzi di uscire dal capannone, si è dileguato rapidamente. Pancanti ha subito dichiarato: “Per me la manifestazione era autorizzata. Domani mattina voglio capire con entrambi i corpi che comando, a Montopoli e San Miniato, se qualcuno ha voluto agire di iniziativa e senza comunicarmelo, cosa della quale dubito fortemente, oppure se i fatti siano altri. Di sicuro voglio vederci chiaro”. Fatto è che il “sequestratore” non avrebbe neppure rilasciato un verbale dell’atto. Anche dall’associazione vogliono vederci chiaro, tanto che il presidente ha subito informato i carabinieri che si sono recati con una pattuglia di Santa Croce sul posto, cercando di ricostruire l’accaduto. “Ho già informato i carabinieri – conferma il presidente – e nelle prossime ore formalizzarò la denuncia verso ignoti oppure, se riusciremo a identificare questa persona, con un nome ben preciso”.
L’evento, al di là del dispiacere per i volontari, rappresenta un fatto gravissimo per il territorio perché in un caso ci sarebbe una persona che si spaccia per agente di pubblica sicurezza senza esserlo, con tutti i pericoli che ne conseguono per i possibili abusi che può commettere. Nell’altro caso qualcuno ha attribuito responsabilità che non hanno ai veri agenti e anche in questo caso le conseguenze in sede penale potrebbero essere pesanti. Terza ipotesi, ma poco credibile come sostiene Pancanti, è che il sequestro sia legittimo ma che qualcuno lo abbia eseguito senza informare i suoi diretti superiori.

Gabriele Mori
Giacomo Pelfer

 

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